sabato, 20 Aprile 2024

I PROTAGONISTI

STAGIONE 2016-2017: SFF ATLETICO E CASSINO 1924

Una formazione dell’SFF Atletico
Matias Vegnaduzzo con la maglia del Civitavecchia
Pasquale Camillo, allenatore del Civitavecchia
Andrea Bussi, attaccante dell’Aprilia
Flavio Catanzani primo”allenatore stagionale dell’Unipomezia
Giuseppe Danieli, attaccante della Valle del Tevere
Unipomezia, esultanza sotto la tribuna
La gioia del Cassino dopo la vittoria a Colleferro
Daniele Greco, calciatore-allenatore dell’Audace
Marco Guidi, deux et machina dell’Audace
Fabrizio Mancini, uno dei tecnici dell’Unipomezia
Il caso San Cesareo: l’arbitro controlla le righe del campo
Il gambiano Manga della Valle del Tevere
L’Unipomezia con la coppa Italia regionale 2016-2017
Il presidente della Valle del Tevere
Francesco Punzi, altro tecnico dell’Unipomezia
Scibilia dell’Aprilia festeggiato dopo un gol
Raffaele Scudieri, tecnico dell’SFF Atletico
Diego Tornatore, di nuovo re del gol
Mauro Ventura, tecnico dell’Aprilia
Una formazione dell’Astrea formato 16-17
Ezio Castellucci, tecnico del Cassino
Il Città di Anagni della stagione 16-17
Una formazione del Monte S.Giovanni Campano
Una formazione del Terracina della stagione 16-17
I tifosi del Cassino sugli spalti

LE CLASSIFICHE FINALI

GIRONE A

GIRONE B 

PUNTATE PRECEDENTI

Sono quattro le squadre che usufruiscono del ripescaggio in questa stagione, numero determinato dal ritorno in Regione di quattro squadre dalla serie D, che vanno a occupare gran parte dei posti disponibili previsti in partenza (sei) dal regolamento del campionato di Eccellenza. La nascita, nel mese di giugno del 2015 dell’SFF Atletico (con l’unione di tre società: Fregene, Città di Fiumicino e Focene) “libera” poi un ulteriore posto, dato che il titolo del Fiumicino (la nuova società prende la matricola del Fregene, tra le più vecchie del Lazio) non viene trasferita in nessun’altra società. A beneficiarne è il Racing Club, società appena sorta che ha grandi ambizioni per il suo centro sportivo ad Ardea. Insieme ai gialloblù, vengono ripescate le due squadre di Monterotondo, franate nella precedente stagione e il Lepanto (vincitrice della coppa Italia) che con il Racing Club si aggiungono alle quattro vincitrici dei gironi di Promozione, che sono Compagnia Portuale, Valle del Tevere, Unipomezia e Formia.

IL RITORNO DELL’ASTREA

Tra le retrocesse c’è anche l’Astrea, che dopo oltre quindici anni lascia la quarta serie per fare ritorno nel campionato regionale. Il club dei ministeriali vive un’estate di riflessione sul proprio futuro, decidendo comunque di continuare l’attività calcistica a Casal del Marmo, anche se questa è a livello regionale. Insieme all’Astrea, scendono anche l’Aprilia, il San Cesareo e quel Serpentara Bellegra Olevano che, torna giù dopo due stagioni di quarta serie (vissute sul campo di Genazzano per le limitazioni ad ospitare gare di serie D del suo impianto a Bellegra) e fino all’ultimo spera inutilmente nel ripescaggio, facendo anch’esso paventare l’addio al calcio giocato, minaccia poi rientrata dopo lo smaltimento della delusione. Dopo diversi anni, per una stagione viene bloccato il limite di età dei giovani in età di Lega impiegati in Eccellenza. Il Comitato Regionale vuole infatti offrire ai club un’occasione (che in pochissimi sapranno cogliere) di “fidelizzare” i ragazzi all’interno delle rispettive società.

DOPPIA SQUADRA

Monterotondo torna così ad avere due squadre in Eccellenza, condizione che invece accade per la prima volta a Pomezia, che oltre alla storica squadra fondata nel 1957 (salita fino alla serie C2) ha anche l’Unipomezia (che nella denominazione fa risalire la data di fondazione al 1938, ma in realtà si tratta di una nuova società rispetto a quella di allora). La società arriva al massimo campionato regionale, sul quale lascerà un segno profondo, grazie al suo presidente Valter Valle (che lascia la carica onoraria a Nazareno Cerusico, il fondatore del club), patron vogliono di scalare posizioni e arrivare in serie D prima possibile.

A guidare la squadra viene chiamato Flavio Catanzani, giovane tecnico che ha appena portato in serie D l’Anzio 1924, promosso attraverso gli spareggi nazionali. Per Catanzani, però, la storia con l’Unipomezia dura appena due mesi, perché già a fine settembre il tecnico finisce in discussione e si dimetterà dalla panchina rossoblù poco dopo metà ottobre. Avere in squadra attaccanti come Alessandro Di Mario, Luca Italiano, Matteo Monteforte (tutti e tre andranno via a dicembre) e Emanuele Morelli (che si legherà fino a fine carriera con l’Uni) non basta a Catanzani per evitare una partenza negativa, fatale per il suo futuro pometino.

Poco dopo la metà di ottobre, e dopo alcune inutili smentite di rito della società, il tecnico se ne va e al suo posto viene richiamato Fabrizio Mancini, l’allenatore che ha portato in Eccellenza l’Unipomezia. È lui a regalare al presidente Valle il primo derby ufficiale tra le due squadre di Pomezia, deciso da un rigore trasformato da Emanuele Mancini a cinque minuti dal novantesimo; gol arrivato dopo le reti di Italiano e Di Fiandra. Vincere il derby, comunque, non basterà neppure a Mancini per non separarsi di nuovo dall’Unipomezia.

TORNATORE ANCORA RE

Chi invece parte più che bene è l’SFF Atletico che raccoglie le delusioni di due spareggi nazionali persi di fila dello Sporting Città di Fiumicino per trovare un nuovo assalto alla serie D. La società sposta il terreno di gioco delle gare interne dal Cetorelli di Fiumicino al Paglialunga di Fregene, più adatto alle ambizioni del club biancorossoblù. Non cambia, invece, la guida tecnica ancora affidata a Raffaele Scudieri dal presidente Davide Ciaccia. L’avvio di campionato dell’Atletico è travolgente, segnale di una stagione che si indirizza subito verso Fregene. La squadra di Scudieri parte con sei vittorie consecutive, che portano già a 4 i punti di distacco con la seconda in classifica.

Posizione che viene conquistata dalla Valle del Tevere, che da matricola recita un ruolo da protagonista che in pochi si attendono, e dal Ladispoli. Com’era successo al Città di Ciampino nel precedente campionato, nell’organico dei biancorossoblù pesa (e tanto) la presenza di Diego Tornatore, che segna a raffica: dopo cinque giornate è già a quota sei reti e terminerà la stagione con 31 reti all’attivo. Che, sommate alle 34 segnate con il Città di Ciampino nel precedente campionato, fanno fare un gran balzo in avanti all’attaccante, che si colloca nelle primissime posizioni della classifica all time dei marcatori dell’Eccellenza.

Anche il Ladispoli parte con tre vittorie di fila. La squadra è affidata Pietro Bosco, tecnico che viene dalle giovanili, e in sede di tesseramento estivo prende Gianluca Toscano e Nicolò Rocchi per completare una rosa che conferma i pezzi migliori: Gabriele La Rosa, Andrea Marvelli, Antonello Bertino e Danilo Bacchi – che si trasferirà a Fregene a stagione in corso. La prima sconfitta stagionale arriva alla quarta giornata, quando proprio al Paglialunga i rossoblù rimediano un pesante 4-0, eloquente sul divario esistente tra le due squadre. Proprio alcuni scivoloni inaspettati, come quello casalingo contro l’ultima in classifica La Sabina (1-1) costeranno al Ladispoli i sogni di gloria.

STAFFA E ARDUINI

C’è pure il Civitavecchia che in estate mostra di avere ambizioni grazie all’arrivo di Costanzo Arduini, un patron che ama gestire solo le prime squadre e porta in riva al Tirreno una punta come Matias Vegnaduzzo, capace di segnare sette reti nelle prime sei partite. Dopo alcuni anni, torna in nerazzurro Gianluigi Staffa, ma anche qui l’idilio non durerà fino in fondo perché a dicembre arriva l’esonero (definitivo), che Staffa spiega così: “Me ne vado da imbattuto, terzo in classifica e con la squadra ai quarti di finale della Coppa Italia”, le sue parole subito dopo l’esonero. La rottura avviene dopo la gara con il Crecas, alla cui vigilia si genera un conflitto sull’impiego di alcuni calciatori. “D’altronde, quando un presidente non condivide più le tue scelte tecniche, è giusto che si cambi. E che prenda un allenatore con cui condividere le proprie convinzioni”, aggiunge l’ex tecnico nerazzurro.

Tra il tecnico e il patron c’era già stata una rottura precedente, a fine ottobre, quando Staffa viene prima esonerato (con tanto di chiamata a Carlo Pascucci per sostituirlo) e poi reintegrato per volere dello stesso Arduini. L’addio di fine anno a Staffa porterà sulla panchina nerazzurra prima Paolo Caputo, che resiste pochissimo con Arduini, e poi Pasquale Camillo, che prende in mano la squadra quando lo stesso Arduini si defila dagli interessi societari. L’ex allenatore di Torrenova, Roma VIII, Fregene, Ciampino e Ceccano porterà il Civitavecchia a sfiorare l’accesso agli spareggi nazionali, falliti solo per un punto, dopo un girone di ritorno trascorso a costante contatto con la Valle del Tevere.

IL LEPANTO

Proprio la squadra reatina, insieme al Crecas forma un’altra coppia di squadre che recitano un ruolo importante nella parte alta della classifica, ma soltanto nella corsa agli spareggi nazionali, senza mai mettere veramente becco in quella per la promozione in serie D. A dire il vero c’è anche il Lepanto che ogni tanto prova a inserirsi nelle prime posizioni, ma la squadra di Diego Leone non ha un organico capace di reggere l’urto con le “corazzate” del girone e ben presto perde il passo. La Valle del Tevere, guidata da Stefano Scaricamazza, invece ha un motore diesel. Che parte lento (alla quinta ha già sette punti di ritardo dell’SFF Atletico) ma che, una volta andato a regime, viaggia con regolarità e senza grandi scossoni, arrivando a prendersi il secondo posto, che vale la qualificazione agli spareggi nazionali grazie ai gol della coppia Matteo Federici-Giuseppe Danieli (17 gol per entrambi) e ai quattro gambiani in rosa (Jammeh, Mamarang, Manga e Danso) che fanno spesso la differenza.

CRECAS DA GIRO DI BOA

Al giro di boa, tuttavia, è il Crecas del patron Valentini a piazzarsi alle spalle dell’SFF Atletico. Il percorso intrapreso dal club di Palombara, però, passa per ben tre cambi di allenatore. Fabio Gentili finisce la sua avventura dopo sette giornate, Fabio Cola gestisce un interregno di una sola gara, ma è David Centioni a vivere la parte più esaltante della stagione. Anche lui, tuttavia, finirà per essere esonerato alla 21.ma giornata, dopo tre sconfitte consecutive, lasciando il posto a Christian Corsi, che svolge il ruolo di giocatore-allenatore, che finirà la stagione con sette sconfitte nelle ultime otto gare.  Il titolo di campione d’inverno, l’SFF Atletico se lo prende alla penultima giornata, quando arriva alla sfida con un +2 per niente confortante.

La sfida diretta tra la Valle del Tevere e il Crecas (che finisce 2-2, con la rimonta dei sabini dallo 0-2) favorisce un nuovo allungo dei tirrenici, che all’ultima giornata si prendono anche la soddisfazione di battere 3-0 la Valle del Tevere con una doppietta di Diego Tornatore, che tocca quota 16 gol in 17 partite. Il colpo è duro per la squadra di Scaricamazza, che rischia di andare ko quando subisce un altro colpo sul campo della Boreale, vincitore 2-0, scivolano a 10 punti dalla capolista e lasciano la seconda piazza al Civitavecchia (per una sola giornata) e al Ladispoli, che con tre vittorie consecutive riesce ad essere la vice-capolista per undici giornate di fila. Sono le quattro sconfitte nelle ultime sette partite, però, a frenare la corsa dei rossoblù, che finiscono per chiudere il campionato al quarto posto.

MONTECELIO E PROMOZIONE

La stagione registra l’emigrazione del Montecelio, che per difficoltà nell’utilizzo dell’impianto di gioco comunale a Guidonia, è “costretto” a spostarsi a Roma. Il suo presidente, l’ex giornalista Emilio Piervincenzi, porta la squadra a giocare a Roma, sul campo Panichelli, a Tor Bella Monaca. A guidare la squadra c’è Alessandro Amici, che porta con se l’ormai consolidato gruppo di “fedelissimi”, da Andrea Cesaro a Simone Scerrati, che con lui hanno vinto la coppa Italia con l’Empolitana. Ma anche qui il matrimonio dura soli tre mesi, perché Amici se ne va (e con lui i suoi “fedelissimi”) costringendo Pievincenzi a chiamare Claudio Solimina per la seconda parte della stagione, che esordisce con un successo sul campo dell’Eretum Monterotondo che risolleva il morale e fa imboccare ai gialloblù la strada della salvezza, che verrà raggiunta toccando quota 40 punti.

LA PROMOZIONE

La promozione dell’SFF Atletico arriva alla quart’ultima di calendario, in un turno-spezzatino dovuto agli impegni del Lazio nel Torneo delle Regioni. Basta un pareggio con il Lepanto (1-1), gara giocata a Ciampino (dove viene spostata per questioni di sicurezza) con gol-promozione di Leonardo Nanni, dopo il vantaggio castellano di Pietro Petrangeli, per far esplodere la festa in casa Atletico. La serie D mancata per un soffio per due stagioni di fila, stavolta arriva dalla porta principale. Una soddisfazione unica per Raffaele Scudieri, artefice del successo. La gioia è però inebriante, così come lo scaico della tensione, che nelle ultime tre gare l’SFF Atletico si scioglie, con tre sconfitte tre consecutive, due dei quali arrivano contro la Valle del Tevere e il Civitavecchia, impegnate in un testa a testa per il secondo posto. Tocca prima al Civitavecchia affrontare, il turno seguente alla vittoria del campionato, la capolista, che si arrende 1-0 alla terz’ultima giornata. Dopo un altro ko interno (con il Vescovio) l’Atletico deve andare, all’ultima giornata, sul campo della Valle del Tevere.

LE POLEMICHE IN CODA

Un match che rende bollente il finale di campionato, perché da Civitavecchia vengono sollevati dubbi sulla regolarità del confronto, a causa di alcune dichiarazioni che parlano di “SFF Atletico in disarmo”. La società nerazzurra emette un comunicato con il quale avverte dei pericoli e annuncia che “una rappresentanza del tifo neroazzurro sarà presente a Forano per assistere a Valle del Tevere-SFF Atletico. Presenza da considerare come un puro atto d’amore e di speranza lecita che, la tifoseria nero azzurra nutre nei confronti della propria squadra. La proprietà nero azzurra apprezza altresì le parole del tecnico Raffaele Scudieri, ma al contempo puntualizza che, mai, è stata messa in dubbio la sportività ed il senso del dovere, di una squadra piena zeppa di talenti e di un club solido come l’SFF Atletico. Nel pieno rispetto del senso unico dello sport, la lealtà e la correttezza, il Civitavecchia 1920 ribadisce che sarà presente con ogni mezzo possibile al match Valle del Tevere-SFF Atletico col solo fine di seguire passo dopo passo e fino in fondo, l’evolversi di una contesa che, tiene col fiato sospeso un’intera città”.

La vigilanza del Civitavecchia non servirà, perché la Valle del Tevere vincerà il match per 2 a 1, rendendo così vano il rotondo successo (4-2) dei nerazzurri sul Lepanto. Una concomitanza di risultati che lascia un profondo senso di amarezza nel Civitavecchia e che, pur portando la Valle del Tevere agli spareggi, non consentirà ai sabini di salire in serie D, perché la squadra di Stefano Scaricamazza non riuscirà a superare neppure il primo turno contro il Budoni, che pareggia 2-2 nel match al Valle Tonda e vince quello in casa propria, andando poi a prendersi il posto di serie D vincendo anche la gara di finale.

AZZURRO ACCESO

Anche nel girone B, una squadra si staglia sopra a tutte le altre. È quel Cassino che il tandem composto dal ds Antonio Lillo e dal dg Riccardo Patini formano con il chiaro intento di centrare quella promozione in serie D sfuggita la stagione precedente, con la semifinale nazionale della coppa Italia. Proprio da quel gruppo si riparte con il portiere Della Pietra, il capitano Mercurio e poi De Paola, Cardazzi, Corrado, Pontecorvi, Partipilo e Calcagni che restano a disposizione di Ezio Castellucci. Il tecnico a dicembre riceve in “omaggio” anche altre due punte come Mattia Perrotti e Loreto Macciocca, che vanno a sostituire Giuseppe Monaco di Monaco, che scende a giocare ad Afragola.

La partenza del Cassino è altalenante, con due pareggi (esterni) e due vittorie interne nelle prime quattro giornate, che comunque tengono la squadra frusinate in scia delle due battistrada, Vis Artena e Colleferro. La squadra di Ezio Castellucci ingrana la quarta alla quinta giornata, quando inizia a macinare vittorie su vittorie, accelerazione che arriva con gli azzurri a -2 dalla vetta, occupata dalla Vis Artena allenata da Alessio Ciardi e dal Colleferro, che in panchina ha Sasà Cangiano.

L’ALLUNGO

È la vittoria nel confronto diretto di Artena all’ottava giornata (gol di Giglio, alla settima segnatura in sette gare) che determina l’allungo del Cassino, che appena sette giorni prima aveva agganciato la coppia di testa, capace di rallentare contemporaneamente con due pareggi per 1 a 1: l’Artena a Gaeta, il Colleferro in casa con l’Audace, club che ha lasciato del tutto la connotazione che lo legava a Pisoniano (e San Vito Romano) e si radica a Genazzano, diventandone l’emblema calcistico. Il deux et machina del club, Marco Guidi, conferma alla guida tecnica Daniele Greco con il quale si è ormai instaurato un rapporto speciale.

L’ex calciatore dell’Ascoli lo ripaga con bel gioco e risultati, oltre alla valorizzazione di numerosi calciatori, alcuni dei quali provenienti dai settori giovanili di altre squadre. Portati a giocare a Genazzano grazie al sostegno dell’Asilo Savoia, istituzione con la quale l’Audace stringe un accordo sul finire della stagione precedente, ma che si concretizza materialmente nel 2016-2017. È il presidente della società, Christian Casella, a riallacciare i rapporti con l’ex compagno di studi Massimiliano Monnanni, diventato numero uno dell’istituzione di assistenza della Regione Lazio. Insieme, i due danno vita al progetto “Talento&Tenacia”, che consente ai ragazzi di sviluppare i propri progetti di vita lavorativa giocando a calcio nell’Audace.

SAN CESAREO, INIZIO DELLA FINE

L’ottava giornata di andata certifica la crisi (profonda) vissuta dal San Cesareo. Il patron che aveva promesso di farlo tornare grande, Giorgio Pomponi, non riesce a dare seguito a quanto detto dopo il passaggio delle consegne dal patron Carpentieri. La squadra, che dopo l’esonero di Mario Apuzzo è stata affidata dal dg Massimo Mutalipassi, ad Antonio Antonucci, perde la gara interna con l’Aprilia senza giocarla. L’arbitro, su indicazione degli ospiti, dopo aver controllato le righe del campo A (quello in erba) non ritiene le condizioni del terreno idonee per giocare. Si prova a far spostare l’incontro sul campo B (che è in sintetico) sul quale la società era convinta di giocare sin dall’inizio, in seguito ad una comunicazione, realtà mai inviata dalla segreteria nel caos societario di quei giorni).

La vittoria viene assegnata all’Aprilia, che da quella gara inizia a rincorrere le posizioni di vertice. Ma le sette vittorie di fila del Cassino in 12 gare di campionato, tuttavia, non lasciano molto spazio alle speranze di aggancio. Il Colleferro è infatti dietro di cinque punti, mentre la terza in classifica, la Vis Artena è distante 8 punti: divari che sembrano già voler scrivere la parola fine sul campionato. “Il nostro fu quasi un assolo”, ricorda Ciro Corrado, uno degli artefici di quel campionato. “Restammo in vetta alla classifica per quasi tutto il campionato e l’unico problema sembrava quello di non avere cali di concentrazione”.

Al giro di boa, i ragazzi di Castellucci provano a dare un altro colpo all’acceleratore, infilando quattro vittorie di fila. Che portano il vantaggio a +9 sulla coppia Vis Artena e Colleferro, che si danno più volte il cambio della guardia nel picchetto d’onore alla regina. Le vittorie consecutive del Cassino diventano poi cinque, ma la quinta (sul campo del Colleferro) arriva qualche settimana dopo il giorno programmato perché nella domenica dell’ultima di andata il maltempo costringe l’arbitro a rinviare l’incontro.

LA PRIMA VOLTA DELL’UNI

A febbraio, il Francioni di Latina ospita ancora la finale di coppa Italia. Sono l’Unipomezia e la Nuova Itri a contendersi il trofeo e un posto nelle finali nazionali. Il match viene subito indirizzato sul binario della vittoria dei pometini, che venti giorni prima avevano dato il benservito anche a Fabrizio Mancini e chiamato in panchina Francesco Punzi. Che riesce a regalare al patron Valle il primo trofeo da presidente, la coppa Italia regionale. Un successo che basta all’ex tecnico del Rieti per restare in sella fino al termine della stagione, anche se la squadra chiude con un deludente decimo posto in classifica: troppo posto per le ambizioni di serie D della società.

RALLENTAMENTO

Il Cassino, dopo aver vinto sul campo del Formia, rallenta parecchio, mettendo insieme quattro pareggi di fila. Un’occasione che la Vis Artena non coglia perché anche lei inizia male il girone di ritorno, con quattro sconfitte su sei gare, di cui due nelle prime due giornate a Itri e in casa con l’Arce. Una situazione che mette in agitazione tutta la società, e che spingono il presidente Roberto Matrigiani a mettere in dubbio la sua tecnica di Alessio Ciardi. È la sfida casalinga con l’Audace (persa 0-2 e che porta i “cochoneros” al terzo posto) a far saltare la panchina del tecnico rossoverde. “Con grande dispiacere ho preso questa decisione”, fa poi sapere attraverso un comunicato stampa il numero uno del club. La stagione viene portata a termine dal tecnico della Juniores Pierluigi Prete che non riuscirà comunque ad agganciare il secondo posto, nonostante la soddisfazione che arriva dal derby con il Colleferro, vinto 3-2.

L’Aprilia guidato da Mauro Ventura, invece, sfrutta questo avvio di girone di ritorno per mettere la testa dalle parti del vertice della classifica, dopo una prima parte di campionato trascorsa nelle retrovie. Sei vittorie su otto gare (con un pari e una sconfitta) fanno scalare posizioni ai biancazzurri, che agganciano il terzo posto alle spalle del Cassino (che non batte in casa l’Artena) e del Colleferro. È il Cedial Lido dei Pini ”ammazzagrandi” (ha già battuto la capolista 2-0 e farà altrettanto con la Vis Artena) a frenare di nuovo l’ascesa dell’Aprilia, stavolta superata 1-0. La sconfitta arriva in contemporanea con quella del Colleferro a Roccasecca, e consente all’Audace, che travolge il Formia 6-0 infilando il tredicesimo risultato utile consecutivo, di diventare la prima inseguitrice del Cassino, agganciando proprio l’Aprilia al secondo posto.

FESTA IN FRENATA

I punti di vantaggio diventano 11 alla quint’ultima di campionato, quando il Cassino vince il derby con il Morolo (2-0) che tiene a distanza siderale il Colleferro. Basta poi il pareggio a Pomezia per scatenare la gioia della squadra di Ezio Castellucci, che proprio al comunale pometino, ma nella gara contro l’Unipomezia, qualche tempo prima ha vissuto un pomeriggio di grande tensione, con l’aggressione al calciatore ciociaro Loreto Maccioccia, che prima della gara viene colpito da un suo ex compagno di squadra e poi, a fine partita, aggredito davanti gli spogliatoi. L’episodio non incide sulla regolarità della partita, che sul campo termina uno a uno.

Lo stesso risultato, parecchie settimane dopo ha un diverso valore perché consegna al Cassino la serie D. Che per Ciro Corrado vale la terza promozione in quarta serie, dopo quelle con Palestrina (diretta) e Latina (passando per i play off). L’esterno alto indica la svolta “nella partita vinta in casa contro l’Audace, che era secondo in classifica e vincendo con noi avrebbe riaperto il campionato. Invece, a vincere fummo noi e dà quel momento il campionato andò in discesa”

La promozione viene festeggiata sette giorni dopo, in casa contro il Monte San Giovanni Campano, che approfitta dell’euforia per portare via un punto, che tuttavia non basta ai gialloblù per evitare il ritorno in Promozione insieme al Racing Club, che occupa l’ultima posizione in classifica ma non “piange” perché il suo patron, Antonio Pezone ha già la testa ad un’altra società, la Lupa Roma. Altre due squadre ciociare, giocano invece i play-out salvezza ed entrambe li vincono, mandando giù due squadre pontine, ovvero il Gaeta e l’Itri. Nei play-off nazionali, l’Aprilia prima batte lo Zenith Audax sia in casa che fuori, poi perde 1-0 contro il Sasso Marconi, ribaltando il risultato con il 2-0 della gara di ritorno.

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