I PROTAGONISTI
STAGIONE 2002-2003: OSTIA MARE E FRASCATI LUPA
LE CLASSIFICHE FINALI
GIRONE A
GIRONE B
L’estate del 2002, la prima senza Antonio Sbardella alla guida del calcio laziale e con Melchiorre Zarelli alla presidenza del Comitato Regionale Lazio, riporta in Eccellenza tre squadre dalla serie D: il Civita Castellana, il Ceccano (che non riuscirà più a risalire) e l’Ostia Mare. Dalla Promozione salgono invece Spes Mentana, Corneto Tarquinia, Nuova S.Maria Mole e Veroli: per tre squadre su quattro si tratta del debutto assoluto nel principale campionato regionale, che ripropone la formula delle diciotto squadre per girone e, per l’ultima volta, l’obbligo di schierare cinque under 23.
Con tre sole retrocessioni dalla serie D, si rende dunque necessario ripescare quattro squadre, che diventano cinque con il forfeit del Tanas Casalotti. Le difficoltà economiche del club romano, spingono i vertici a rinunciare alla categoria, preferendo concentrare ogni risorsa sul settore giovanile, tra i più importanti di Roma. La defezione del Tanas favorsice l’accesso del San Filippo Neri di Antinori, primo dei non ripescati nella speciale graduatoria (stilata in base ai punti conseguiti in classifica al termine della passata stagione) tra le seconde dei quattro gironi della Promozione. Prima del San Filippo Neri, però, acquisiscono il diritto a salire di categoria il Cervaro 1927, la Spes Romana (che lascerà subito il posto alla Vigor Perconti) e il Priverno, alla prima esperienza in Eccellenza.
SEZZE RADDOPPIA
Tutte e tre le squadre vengono inserite nel girone B, insieme alla Roma VIII, che compie un salto triplo dalla Prima Categoria acquisendo il titolo sportivo del Percile. In questo girone, Sezze continua ad avere due squadre, anche se una, la storica Vis Sezze, cambia denominazione, assumendo quella di Sezze Latina. Insieme al San Filippo Neri, finiscono nel girone A il Torrenova, che al secondo anno di Eccellenza si divide dai “cugini” del Torbellamonaca, e il Pisoniano. Sono proprio le due retrocesse dalla serie D, Ostia Mare e Civita Castellana, le protagoniste nel girone A. I biancoviola del lido di Roma sono guidati da una coppia di presidenti: Maurizio Asara, che rappresenta la storia del club, che guida dal 1996; e Roberto Di Paolo, l’uomo della provvidenza del campionato di Eccellenza, il dirigente che ha già vinto il campionato con Monterotondo e Cisco Roma, e che ancora una volta preferisce tentare un’altra avventura in Eccellenza piuttosto che godersi la promozione in serie D.
Il campionato regionale sembra infatti tagliato su misura per questo dirigente, imprenditore amico dell’ex presidente Antonio Sbardella e di numerosi politici, che vincerà il campionato altre tre volte. Una di queste arriva proprio con l’Ostia Mare, che in panchina ha Sergio Pirozzi, tecnico di Amatrice legato da una personale amicizia sia a Roberto Di Paolo che ad Antonio Sbardella. Il tecnico reatino, che gestisce un’edicola nella propria cittadina, persuade alcuni giocatori a seguirlo in questa avventura, che ha nel campo Camilli (oggi Anco Marzio) e non nello Stella Polare, il teatro di scena. “Se non mi convinceva Pirozzi a restare, sarei andato via – rivela sulle pagine del Corriere dello Sport Stefano Mengoni, la bandiera di quella squadra – Per me che sono di Ostia, è stata una stagione che non dimenticherò mai. Ho potuto vivere questa avventura grazie ad un gruppo eccezionale”.
IL “GRUPPO” DI PAOLO
Tesi confermata da un altro dei grandi protagonisti di quella stagione, Stefano Mattiuzzo: “Quello trascorso ad Ostia è stato l’anno più bello della mia carriera da calciatore. Sono arrivato a campionato iniziato per via di un infortunio al piede che mi ha impedito di fare la preparazione, ma il gruppo, molto giovane, mi ha subito accolto bene. Pirozzi mi ha chiesto di giocare da centrale, un ruolo che non avevo mai ricoperto prima. Le cose, fortunatamente, sono subito andate bene e così, dopo una partenza incerta, la squadra ha iniziato a giocare e vincere”. Mattiuzzo, vincitore due stagioni prima del campionato con l’Albalonga e già promosso in serie D con il Rieti, non è la sola star della squadra, perché dalla Cisco Roma, Di Paolo porta con se un bel gruppo di giocatori: da Driss Ousalemm a Alberto Fontinovi (entrambi con lui anche a Monterotondo), dal bomber Giampaolo De Luca al portiere Franco Cioci, dal difensore Valerio Sforzini ai centrocampisti Alessio Castaldi e Fabio Adornato.
Nel gruppo c’è anche il giovanissimo Giampiero Perrulli, mezzapunta di qualità che arriva a giocare in serie A vestendo la maglia dell’Ascoli. La leadership dell’Ostia Mare prende consistenza soltanto alla quindicesima giornata di andata, dopo un avvio per niente incoraggiante. Problemi di assetto tattico, ma anche qualche “ingerenza” esterna in avvio di campionato lasciano spazio al Civita Castellana e al San Filippo Neri. Roberto Di Paolo, dopo il ko casalingo con il Pisoniano annuncia le sue dimissioni da co-presidente dell’Ostia Mare. È la sua forma di protesta contro gli arbitri, che a suo dire penalizzano la squadra lidense. Alla decima giornata, però, Di Paolo è ancora al suo posto e ci resterà fino al termine della stagione. A far soprassedere il co-presidente dall’andarsene, la vittoria che l’Ostia Mare ottiene a Rieti sul campo del Centro Italia (1-0), dove Sergio Pirozzi torna da ex dopo l’anno trascorso da allenatore la stagione precedente. Una partita che si conclude con spinte, insulti e accenni di risse e che obbliga le forze dell’ordine ad intervenire.
IL CIVITA CASTELLANA DI CIAPPICI
La vittoria di Rieti lancia la corsa dell’Ostia Mare, che da questo momento non si ferma più. Arrivano anche i successi sul Sabinia e quelli con Villalba e Fiumicino, che alla quindicesima giornata portano all’aggancio della vetta. Dove c’è il Civita Castellana, altra squadra costruita per tornare subito in serie D. Roberto Ciappici, il patron-presidente dei rossoblù, si affida a Bruno Pierangeli, che bene aveva fatto l’anno prima a Pisoniano. Il tecnico si ritrova a guidare un’ottima squadra, che ha nella coppia di attaccanti Massimiliano Bizzarri e Daniele Boncori una vera macchina da gol: in due ne segnano 40 in campionato. Pierangeli non ha tuttavia l’opportunità di concludere la stagione perché un altro ex romanista, Francesco Quintini, lo rileverà sulla panchina nel finale di stagione, quando le cose sono ormai compromesse per la squadra viterbese.
Le ambizioni del Civita Castellana vengono frustate proprio dall’Ostia Mare a metà stagione. I lidensi, dopo aver preso il comando della classifica al termine del girone d’andata, non lasciano più spazio a nessuno, vincendo il campionato con quattro punti di vantaggio sul Civita Castellana e sei sul San Filippo Neri. Soltanto in una circostanza, alla nona di ritorno, l’Ostia Mare dà l’impressione di cedere un po’ di spazio alle rivali. È la sconfitta a Pisoniano (sei i punti tolti a Pirozzi dal club della Valle dell’Aniene) che consente al Civita Castellana, vincitore 5-1 sul Villalba, di tornare al comando della classifica con un punto di vantaggio sui biancoviola. Ma a invertire di nuovo le posizioni arrivano subito il pareggio dei civitonici con il Torrenova (2-2) e il contemporaneo successo dell’Ostia Mare nel derby con l’Acilia, nel quale Giampaolo De Luca prima sbaglia un calcio di rigore, poi segna il gol del vantaggio per l’Ostia Mare con Borriello che realizza il gol-vittoria nel secondo minuto di recupero.
IL FACCIA A FACCIA
Alla vigilia dello scontro diretto, da giocare al Madami di Civita Castellana, l’Ostia Mare ha un solo punto di vantaggio sui viterbesi e in tanti pronosticano un nuovo cambio a vertice. Ma il fattore campo non basta alla squadra rossoblù per evitare un pesante ko casalingo, che dà l’impronta definitiva all’esito del campionato. Il secco 4-0 con cui l’Ostia Mare esce trionfante dal Madami fa fare un bel balzo in avanti ai lidensi, che passato da un +1 a +4 in classifica. La “botta” è forte per il Civita Castellena e Bruno Pierangeli si dimette. Ciappici chiama l’ex secondo portiere della Roma, Francesco Quintini, che non ha l’esperienza giusta per rimettere le cose a posto. Anzi, i rossoblù franano, perdendo anche la domenica successiva (2-0) sul campo del San Filippo Neri.
Il secondo ko di fila consente all’Ostia Mare di volare a più sette in classifica e di ipotecare la serie D con cinque giornate ancora da giocare. L’aritmetica certezza del salto di categoria, arriva alla quindicesima di ritorno, quando la squadra di Pirozzi vince 3-0 a Villalba e il Civita Castellana viene invece fermato in casa (1-1) nel derby con la Sorianese allenata da Giancarlo Carloni, tecnico proprio di Civita Castellana. La gioia per la vittoria del campionato esplode la domenica successiva nella gara interna con il Torrenova, che si trasforma in un’entusiasmante passerella, con tanto di “botti” sugli spalti del Camilli, stracolmi di tifosi. In campo tutti i protagonisti della stagione, anche chi ha giocato soltantro scampoli di partita. “In rosa avevo Fabrizio Sartarelli, detto “ruspa” – ricorda Sergio Pirozzi – Non era molto dotato dal punto di vista tecnico, ma era un costante esempio per il gruppo, uno straordinario leader, anche se fece due sole presenze in campionato. Era però un vero tifoso, e per questo quando era costretto ad andare in tribuna si trasformava in un’ultrà. Non ho mai capito se era più contento quando giocava o quando lo mandavo in tribuna”.
UN POKER PER LA SERIE D
Al Civita Castellana, che resta dietro di quattro lunghezze, non basterà la consolazione del secondo posto, perché nei play-off nazionali l’Isola Liri, seconda classificata nel girone B alle spalle della Lupa Frascati, sbarra ancora ai viterbesi la strada per la serie D. La quarta serie, invece, che viene raggiunta dai biancorossi ciociari, che saltano anche il secondo ostacolo, costituito dal Pozzuoli, e dal Ladispoli, che vince la Coppa Italia nazionale e conquista il passaggio in quarta serie. I rossoblù sono allenati da Ugo Fronti, che insieme a Maurizio Manfra mette su una squadra che in estate è indicata tra le favorite al successo finale.
“Il campionato non rispetta però le attese e il presidente Francesco Marino, dopo aver tagliato alcuni giocatori e ridotto la rosa a soli quattordici elementi – ricorda Luca Scrocca, difensore di quella squadra – decide di puntare tutto esclusivamente sulla Coppa Italia. Fu una cavalcata fantastica e approdammo lo stesso così alla serie D, sia pure dalla porta secondaria”. È la prima volta, da quando i play-off nazionali sono stati istituiti, che quattro squadre laziali salgono dall’Eccellenza in serie D per diritto acquisito sul campo: sono Ostia Mare, Ladispoli, Isola Liri e quel Frascati Lupa Gioc che sorprende tutti nella corsa del girone B. La squadra castellana è allenata da Manolo Patalano, che riesce a risvegliare dal torpore calcistico un centro che ha conosciuto i fasti della serie C e che era precipitato in Prima categoria.
FESTA FINO ALL’ALBA
La corsa del Frascati Lupa Gioc, nato in estate dalla fusione delle due squadre cittadine, è sempre sicura, spesso solitaria a dispetto di due rivali, Isola Liri appunto ma anche la Sezze Setina, che ce la mettono tutta per stare al passo con i giallorossi. Al vecchio “Mamilio” però non c’è gloria per nessuno, neanche per il Colleferro di Franco Pagliarini, che all’ultima giornata e con i giochi già fatti, prova inutilmente a “chiedere” i tre punti-salvezza nel giorno della festa giallorossa. Dovrà accontentarsi di un pareggio, comunque utile per entrare nel lotto delle ripescande. Frascati celebra il ritorno in serie D con una festa che dura fino all’alba di lunedì 28 aprile. “A fine partita abbiamo pianto dall’emozione. Una sensazione indescrivibile, con tutta quella gente sulle tribune accorsa per noi”, il ricordo di Luigi Di Bartolomei, capitano giallorosso e prodotto del vivaio frascatano.
La festa è la degna conclusione di una stagione che vede il Frascati correre per metà campionato a braccetto con l’Isola Liri, con cui divide spesso il primo posto in classifica. Soltanto quando il campionato gira la boa di metà percorso, la Lupa accusa un piccolo passaggio a vuoto, in coincidenza con il pareggio (1-1) sul campo del Colleferro. I giallorossi scivolano al terzo posto in classifica, scavalcati anche dalla Sezze Setina, che poi affianca in vetta l’Isola Liri alla seconda giornata di ritorno. La coppia, diventa un terzetto due giornate dopo, quando l’Isola Liri cade sul campo del Torbellamonaca (2-1) mentre sia la Sezze Setina (scivolata al secondo posto a fianco del Frascati) che la Lupa vincono in esterna: 0-2 sul campo della Perconti i pontini, 0-1 a Formia i castellani. Il trio va di pari passo per tre giornate e si scinde alla venticinquesima giornata.
POCHESCI E LA NICOLOSI
Al comando resta solo il Frascati, che approfitta del doppio scivolone casalingo, favorito dalle cattive condizioni atmosferiche come raccontano le cronache dei giornali, di Sezze Setina (1-2 dal Ceccano) e Isola Liri (0-1 con l’Anziolavinio, con gol decisivo segnato al 47’ della ripresa da Mangili). I tre punti di vantaggio del Frascati diventano cinque la domenica successiva, quando al successo dei giallorossi si contrappongono i pareggi senza reti della coppia Isola Liri-Sezze Setina, fermate, rispettivamente, da Cervaro e Veroli. Per i pontini, però, c’è subito il riscatto nello scontro diretto con il Frascati, battuto per la prima volta nella stagione, nonostante siano proprio i castellani ad andare in rete per primi nel 2-1 finale. Due punti di vantaggio, tuttavia, bastano alla Lupa per affrontare il rush finale con il giusto piglio. La Sezze Setina, dopo l’exploit con la capolista incredibilmente crolla nei cinque turni conclusivi, dai quali raccoglie quattro sconfitte e un pareggio casalingo senza reti. Soltanto l’Isola Liri, dunque, resta in scia del Frascati. L’inseguimento viene però interrotto alla terz’ultima giornata, quando i giallorossi vincono il confronto diretto con i biancorossi, portandosi otto punti avanti. Che si riducono a sei con i due pareggi che la Lupa concede agli avversari nelle restanti due gare di campionato. La stagione ha anche protagonisti che restano in secondo linea.
Tra questi Sandro Pochesci, esuberante allenatore che siede sulla panchina del Torbellamonaca, squadra dell’omonimo quartiere romano. Pochesci, bandiera del club di cui è stato prima giocatore, è protagonista di un curioso episodio, raccontato da Massimiliano Cannalire, ex arbitro che come commentatore radiofonico si faceva chiamare Max Concreto: “In una delle ultime partite di campionato, a dirigere la gara del Torbellamonaca venne designata la signorina Manuela Nicolosi, biondina tutto pepe con due grandi occhioni verdi e una grinta niente male. Diresse la partita bene per 87 minuti, mostrando grande pazienza nel sopportare le interperanze di Pochesci in panchina. A tre minuti dalla fine, però, non ce la fece più e cacciò il tecnico romano. Tra l’arbitro e il tecnico ci furono scintille. Il tecnico, si scusò poi con la signorina Nicolosi inviandole un mazzo di fiori in sezione”.
LA METEORA VIGOR PERCONTI
La stagione va ricordata anche per la sporadica partecipazione, finora unica, della Vigor Perconti, vera e propria meteora dell’Eccellenza. L’imprenditore Maurizio Perconti rivela il titolo del Percile e si presenta così in Eccellenza per affermarsi in ambito regionale con la squadra che è l’espressione di famiglia. In panchina c’è Moreno Quercioli, navigato tecnico che porta con se giocatori esperti come Stefano Galassi (che giocherà l’ultimo campionato di Eccellenza), Andrea Merli, Conte e Rufini. Dopo una partenza lanciata, però, il tecnico deve fare i conti con una situazione logistica difficile (allenamenti la sera tardi a Centocelle, partite al Candiani) e con alcune scelte sbagliate dalla società, che portano all’allontanamento di due portieri esperti per fare spazio ad uno giovane in una rosa che si rivela ristretta.
Le azioni della squadra calano, anche se a novembre arrivano l’attaccante Vittorio Monti, il centrocampista Fabrizio Del Grosso e il difensore Cino Porcari, tre giocatori esperti che consentono a Quercioli di riportare la squadra a metà classifica. Nel momento di maggiore tranquillità, Maurizio Perconti e il suo staff decidono di cambiare il tecnico dopo la vittoria esterna sul Veroli (1-2) di Volante e Pistolesi. La panchina viene affidata a Stefano Ippoliti, con Quercioli che viene messo a fare il direttore sportivo. Perconti cede così alle pressioni dell’imprenditore Tulli (quello che aveva appena lasciato il Collatino) che garantisce un sostegno economico al club. Il cambio si rivela un mezzo disastro perché Ippoliti non riesce a integrarsi con la squadra, da lui spesso denigrata. La Vigor Perconti torna in zona retrocessione e a Quercioli viene chiesto a gran voce di tornare in panchina. Un ritorno tardivo, perché la Vigor, nonostante la determinazione dei giocatori, chiude il campionato con la retrocessione.
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