domenica, 22 Dicembre 2024

I PROTAGONISTI

STAGIONE 1999-2000: MONTEROTONDO E APRILIA

Glauco Cozzi, allenatore del Monterotondo per 3/4 della stagione
Il brasiliano Pedro De Vianna, autore del gol-vittoria nello spareggio del Flaminio Monterotondo-Ostia Mare
Una formazione del Monterotondo del 1999-2000
La rosa dell’Aprilia vincitrice del girone B dell’Eccellenza nel 99-00
Il tecnico Paolo D’Este, sulla panchina dell’Aprilia nel 99-00
Il Ferentino, secondo classificato nel girone B del’Eccellenza
Una formazione del Pisoniano 99-00
Il Villanova della stagione 1999-2000

LE CLASSIFICHE FINALI

GIRONE A

GIRONE B 

PUNTATE PRECEDENTI

Nell’estate del 1999, il Comitato Regionale Lazio completa i quadri del campionato di Eccellenza, ripescando tre squadre. Il privilegio tocca a Gaeta, Villalba Ocres Moca e Almas Roma, che sfruttano al meglio l’opportunità offerta loro dai play-out, istituiti due anni prima ma cancellati in questa stagione per le troppe rinunce a cui vanno incontro le squadre di Promozione.

Il Gaeta, seconda nel girone D della Promozione della stagione precedente, accede per la prima volta nel campionato di Eccellenza, tornando così ai vertici del calcio regionale dopo dieci anni di assenza. Villalba e Almas, invece, cancellano con il ripescaggio la retrocessione sancita la stagione precedente. Tornano in Eccellenza, dopo aver vinto i rispettivi gironi della Promozione, anche Nettuno, Centro Italia e Colleferro, mentre fa il suo debutto assoluto la Pescatori Ostia, il cui primo campionato d’Eccellenza si rivelerà un mezzo disastro.

Dall’Interregionale scendono due sole squadre, l’Isola Liri e la Sezze Setina, e con tanti club del Sud Lazio da collocare, il Comitato ridisegna i due gironi dell’Eccellenza. Tocca ad Almas Roma e Castel Madama spostarsi dal girone B a quello A, ma nessuna delle due troverà particolari benefici dal cambiamento ricalcando l’andamento della stagione precedente. L’Almas non riesce ad evitare un’altra retrocessione, mentre i tiburtini chiudono a metà classifica e con soli tre punti in più rispetto al campionato 1998-99.

IL DUELLO

Le protagoniste della stagione sono Monterotondo e Ostia Mare, che danno vita ad una entusiasmante corsa a due nel girone A, mentre l’Aprilia fa praticamente gara a se nel girone B. Nel raggruppamento settentrionale il Monterotondo affida la panchina Glauco Cozzi, vincitore già due volte dell’Eccellenza. E la sua mano è subito incisiva, al punto da far intravedere ai gialloblù la possibilità di vincere il campionato senza difficoltà.  Il club è diretto da Roberto Di Paolo e Giuseppe Cionci coppia dirigente inedita per il calcio laziale che inciderà il proprio marchio anche su altre imprese.

L’avvio di campionato ha nel Pool Industrie Civita Castellana l’avversaria diretta del Monterotondo, mentre l’Ostia Mare ancora non c’è, per le difficoltà accusate in partenza. Sulla panchina dei lidensi siede Francesco Quintini, ex secondo portiere della Roma, ma la sua esperienza da professionista non sembra adattarsi bene ai valori dell’Eccellenza. La svolta arriva con l’avvento di Franco Mirto sulla panchina dei biancoviola. Il nuovo tecnico prende in mano le redini dell’Ostia Mare dopo sette giornate, quando il Monterotondo è avanti di sette lunghezze.

MONTEROTONDO IN VOLO

Il gruppo gialloblù vola per tutto il girone d’andata, e soltanto una volta (alla quarta giornata) la classifica non vede il Monterotondo in testa. Una parentesi concessa alla Maremmana di Leonardo Domenici, che dopo questo exploit iniziale si spegne progressivamente, finendo il campionato a ventidue punti dalla capolista. Il Monterotondo vince anche il confronto diretto alla settima giornata con il Civita Castellana, giocato allo stadio Cecconi davanti a 500 spettatori, un pubblico che da tempo non si vedeva sugli spalti dell’impianto eretino. La squadra di Cozzi si ripete con fragore alla dodicesima giornata, rifilando quattro reti alla Merammana e portandosi a +7 sul Santa Marinella, che nel frattempo prova ad alzare la testa in termini di lotta-promozione. All termine del girone d’andata, dopo la sesta vittoria consecutiva ottenuta sul campo dell’Almas Roma, i punti di vantaggio sono otto, ma alle spalle della capolista comincia ad affacciarsi proprio l’Ostia Mare.

La prima sconfitta stagionale del Monterotondo arriva subito dopo il giro di boa, sul campo del Fara Sabina, dove si gioca quasi un derby. La squadra paga un calo di tensione e viene punita da Passarani, che approfitta di uno dei pochissimi errori commessi dalla difesa giallobù. La partita, nei ricordi del tecnico dei sabini Bruno Pierangeli, ha un prologo curioso: “Vedo Cozzi arrivare al campo con un giaccone dalle tasche larghissime; entra in campo, si avvicina alla porta antistante gli spoglIatoi e lascia cadere del sale sul terreno di gioco. Poi si sposta sulle bandierine e sull’altra porta per ripetere il gesto. Anche durante la panchina, mentre cammina lungo la linea laterale il rito scaramantico continua. Contro di noi, però, non gli servì molto perché quel giorno perse l’imbattibilità…”

L’OSTIA MARE ACCORCIA

La sconfitta favorisce l’Ostia Mare, che si porta a cinque lunghezze dalla vetta, lanciando così il primo segnale di un’inversione di tendenza nella stagione dominata dal Monterotondo. Proprio l’inseguimento dei lidensi caratterizza tutto il cammino di ritorno, con le due squadre che si strappano a vicenda il primato nelle ultime sette giornate. Il recupero dell’Ostia Mare si concretizza nell’arco di cinque domeniche, durante le quali rosicchia alla capolista sei punti. Il divario è cancellato non appena il Monterotondo registra un paio di passaggi a vuoto e l’Ostia Mare può effettuare il primo sorpasso alla nona di ritorno, quando va a vincere 4-3 a Soriano al Cimino con un gol di Lamberti, bravo, a cinque minuti dalla fine dell’incontro, a girare di testa in rete un pallone nell’area viterbese.

Il colpo fa male al Monterotondo, che dopo la sconfitta con il Santa Marinella si trova ad affrontare una crisi interna. Glauco Cozzi decide di dare una scossa e la società accetta subito le dimissioni, scegliendo una soluzione interna per la sostituzione: in panchina finisce Athos Alessandri, tecnico delle giovanili, che fa ripartire gli eretini nella gara interna con il Castel Madama, vinta due a zero. Il problema, però, non è il tecnico quanto una difficoltà mentale e fisica della squadra a mantenere alta la tensione. Così, la settimana dopo, il Monterotondo va di nuovo in crisi con la sconfitta per due a uno a Soriano al Cimino. Maturata in rimonta con la rete di Carlo Carloni, figlio dell’allenatore della Sorianese, Giancarlo, nella stessa giornata in cui l’Ostia Mare vince a Montalto di Castro e si porta a +4 sui rivali.

CONTRO-RIMONTA

Sembra l’allungo decisivo, e la sensazione è confermata dalla convincente vittoria (3-0) che nella giornata successiva i biancoviola ottengono nel derby con la Pescatori Ostia. Ma le sorprese sono però sempre dietro l’angolo e vengono fuori alla terz’ultima giornata di campionato, quando è in programma il confronto diretto. Il Monterotondo non si lascia sfuggire l’occasione per sconfiggere l’Ostia Mare, riducendo ad un solo punto lo svantaggio sui rivali. Il contraccolpo del ko si fa sentire anche nella gara che i biancoviola giocano contro il Collatino. Nonostante il tecnico Mirto per tutta la settimana carichi di grande tensione il match, definendolo come “l’incontro della vita”, al campo Gordiani i giocatori dell’Ostia Mare si fanno schiacciare, oltre che dagli avversari, anche dalle responsabilità. I danni della seconda sconfitta di fila vengono limitati grazie al Villalba, che non concede più di un pareggio al Monterotondo. Il possibile sorpasso diventa soltanto aggancio, che spalanca le porte ad uno spareggio, inevitabile con i successi interni che Ostia Mare (2-1 al Villalba Ocres Moca) e Monterotondo (7-2 all’Almas Roma, che sarà accompagnato in Promozione da Pescatori Ostia e Centro Italia) ottengono nell’ultima giornata.

ANCORA IL FLAMINIO

La “partita delle partite” si gioca allo stadio Flaminio, che ospita tantissimi tifosi delle due squadre. È una gara molto tirata e nervosa, decisa da un gol del brasiliano De Vianna  segnato nel secondo tempo. La gioia dei mille tifosi eretini seduti sugli spalti del Flaminio esplode: il Monterotondo torna in quarta serie. La delusione dell’Ostia Mare, fortissima e lancinante, si ripropone anche nei play-off riservati alle seconde classificate: la squadra di Mirto supera il primo turno eliminando il Ferentino, ma poi cede agli umbri del Cesi la promozione. Soltanto qualche settimana più tardi, quando dagli uffici della Lega Dilettanti arriverà la notizia del ripescaggio  la delusione si trasformerà in gioia.

GIRONE B ALLA PONTINA

La lunga corsa a due del girone A non si specchia nell’altro raggruppamento, quello meridionale, storicamente considerato più “caldo” dal punto di vista agonistico. Considerazione confermata da un paio di episodi disciplinari che caratterizzano la stagione. Il più importante accade nel big-match della stagione, la gara di ritorno tra Aprilia e Isola Liri, prima contro seconda in classifica, che si gioca al “Quinto Ricci” a metà gennaio. Al 23’ del secondo tempo l’arbitro Focaroli di Rieti decreta l’espulsione per proteste del biancorosso Donato Gentile, mentre la sua squadra, l’Isola Liri, è sotto per 2-1. In campo scoppia il finimondo e i dirigenti ciociari prendono una decisione sorprendente: fuori la squadra dal campo di gioco. I tentativi per far recedere l’Isola Liri dalla decisione falliscono e ai 900 spettatori presenti sugli spalti (che tornavano al Quinto Ricci dopo cinque mesi di chiusura dell’impianto) non resta che tornarsene anticipatamente a casa. Il giudice sportivo punisce l’Isola Liri, oltre che con la perdita dell’incontro per 2-0, anche con un punto di penalizzazione in classifica.

La giustizia sportiva deve occuparsi anche del derby pontino tra Gaeta e Scauri Minturno, sospeso al 43’ del secondo tempo perché, dopo il gol dei padroni di casa che sblocca il risultato, il giocatore Davide Migliore, alzatosi dalla panchina, colpisce con un pugno un avversario. Inevitabile anche qui il 2-0 a danno dello Scauri e una sfilza di squalifiche ai giocatori delle due squadre. Alla squadra più a sud della regione, è legato anche il ricordo di Fabrizio Lena, ex arbitro: “Una delle partite di fuoco di quella stagione era Formia-Scauri Minturno e quando mi arrivò la designazione, confesso di aver avuto qualche timore per il clima che avrei trovato. Già al nostro arrivo, un’ora e mezza prima del fischio d’inizio, io e i miei due assistenti trovammo un notevole spiegamento di forze dell’ordine, considerando che si trattava di una gara del campionato di Eccellenza. Quando entrammo in campo per il riscaldamento, assistemmo ai primi scontri tra tifosi e forze dell’ordine. Il clima di tensione era fortissimo, tanto che uno dei miei assistenti di allora, al rientro nello spogliatoio, ebbe una crisi emotiva e mi disse di non sentirsela di scendere in campo in quelle condizioni. Toccava a lui posizionarsi sotto la tribuna a ridosso del campo, sprovvisto di pista di atletica. La sua crisi, però, durò soltanto un attimo e subito dopo prese la bandierina e uscì per primo dallo spogliatoio. La partità filò via liscia senza problemi, anche grazie alla determinazione dei mei assistenti, che non si fecereno mai condizionare”.

I DERBY PONTINI

Le sfide tra squadre del litorale pontino sono uno dei motivi di grande interesse del girone B, dominato proprio da una squadra della provincia di Latina, l’Aprilia, la più a nord del territorio. Durante la stagione se ne giocano molti, e tutti sono carichi di tensione, oltre che di agonismo e tecnica, ma anche di tanti piacevoli ricordi. L’intervento del giudice sportivo è ricorrente, e non soltanto per sanzionare comportamenti indisciplinati. Ci sono club che, nel tentativo di fermare, o rallentare la corsa dell’Aprilia capolista, presentano diversi ricorsi. Prima l’Atletico Formia e poi il Morolo, però, si vedono respingere i rispettivi reclami su presunte posizioni irregolari dei giocatori della squadra di Paolo D’Este, una corazzata che dimostra di avere un passo superiore a quello delle altre squadre.

Partita con i favori del pronostico insieme a Sezze Setina, Morolo, Ferentino e alla neo promossa Colleferro, l’Aprilia spiazza tutti e inanella sette vittorie, inframezzate da un solo ko sul campo dell’Atletico Formia, nelle prime otto giornate. Anche la Sezze Setina, affidata a Fabio Vita e presieduta dall’imprenditore Palmiggiani, parte forte e dà l’idea di poter competere per il salto di categoria. D’altronde, la campagna acquisti estiva è il miglior biglietto da visita per il club pontino, che porta allo scalo di Sezze giocatori del calibro di Stefano Galassi, Peppe Brunello (che ormai viaggiano e giocano in coppia dai tempi del Macir Cisterna), Enrico Picca, Massimo De Angelis, Simone De Simone, Pietro Marras, Walter Pelle, Fabrizio Borghi, Angelo Delle Donne e altri giocatori considerati di “categoria superiore”.

La preparazione del Sezze Setina si svolge a Rocca Morfina, in provincia di Caserta, e il precampionato conferma la forza della squadra. Dopo l’ottima partenza, però, emergono le prime difficoltà nel derby con la Vis Sezze, che finisce zero a zero: “Un risultato che spazientì molto il nostro allenatore Vita – ricorda Stefano Galassi – che inizò a tirare fuori diversi capri espiatori. Lo spogliatoio si divise, anche perché molti di noi avevano capito che il tecnico aveva un debole per alcuni componenti la squadra, difesi in ogni occasione e mai colpevoli negli errori”.

CAMBIO IN CORSA

La sconfitta nello scontro diretto con il Ferentino (rete di Galassi, palo dello stesso difensore e due gol di Promutico, una delle quali con un tiro da oltre trenta metri, a ribaltare il risultato) spingono Palmiggiani a cambiare alcuni elementi del gruppo. “Una mossa che non dà i risultati sperati perché lo spogliatoio resta diviso e la squadra continua a sbandare”, sottolinea ancora Galassi. La difficile situazione costa però il posto a Vita, che lascia la panchina a Carlo Magliozzi: “Il nuovo tecnico apporta dei cambiamenti tattici, come la difesa a quattro con il libero staccato, ma noi non riusciamo a comprenderli. Anche quando, come ad Albano, l’attaccante Gargano viene messo a fare il regista la squadra trae benefici”. Anche Magliozzi, però, non finisce il campionato e al suo posto, nelle ultime giornate viene messo il preparatore dei portieri.

Con la Sezze Setina fuorigioco, l’Aprilia ha presto via libera nella corsa alla serie D. Al giro di boa i biancazzurri hanno cinque punti di vantaggio sullo Scauri Minturno, che nella prima di ritorno fallisce l’occasione per riaprire il campionato, non andando oltre l’1-1 nello scontro diretto giocato in casa. Anche Ferentino e Isola Liri, a turno, provano a proporsi come avversarie dell’Aprilia, ma sono tentativi che non hanno successo. Così, il risultato massimo che le inseguitrici riescono ad ottenere è quello di ridurre il vantaggio della capolista fino a tre punti, il distacco che a fine campionato separa l’Aprilia dal Ferentino, secondo in classifica.

“Abbiamo dominato il campionato dall’inizio alla fine – ricorda l’allenatore dell’Aprilia, Paolo D’Este – La società, presieduta da Massimo Treiani, era solidissima sotto ogni punto di vista: economico, organizzativo e tecnico. La squadra era praticamente la stessa che l’anno precedente aveva vinto il campionato di Promozione e la Coppa Italia. In estate erano arrivati Celli e Fioretti, oltre ad altri due, tre ritocchi a rendere competitiva una squadra costruita con un budget limitato. Nel nostro successo, determinante è stato l’aiuto del pubblico, che oltre a darci una spinta particolare riusciva a incutere timore negli avversari”.

L’Aprilia di Paolo D’Este gioca un classico 4-4-2 con le punte Fanelli (19 reti) e Boncori (16) che a turno vanno a segno ogni domenica. “Erano garanzia di affidabilità – sottolinea D’Este – La squadra non aveva grande qualità, ma vinceva con la coralità del gioco. Componenta decisiva soprattutto nei confronti diretti, quelli che ci hanno permesso di fare meglio di tutti. Ricordo che la festa per la promozione in serie D fu concentrata tutta nello stadio di Aprilia nell’ultima giornata di campionato: premi e festeggiamenti ci accompagnarono fino al calar della notte”.

DELUSIONE IN CIOCIARIA

Non è così esaltante, invece, la stagione per le squadre della provincia di Frosinone. Alla delusione di Isola Liri (costretta ad un altro campionato di Eccellenza) e dello stesso Ferentino (ko anche nei play-off promozione riservati alle seconde) si aggiungono quelle di Morolo e Cassino, che retrocedono insieme al Nettuno. Per il Morolo del presidente Oreste Franchi e del ds Maurizio Manfra la delusione è doppia perché il club, partito per disputare un torneo d’alta classifica, passa attraverso il cambio di panchina tra Alessandro Priori e Lino Vergili, che dopo sole cinque giornate frena le ambizioni, cancellate poi dal giudice sportivo, che toglie al club biancorosso i primi due successi stagionali perché il difensore Quinto Ricci gioca senza aver scontato un turno di squalifica.

Anche il Gaeta vive una singolare situazione ad inizio stagione. Il tecnico Vincenzo Granata in autunno lascia il club per andare ad allenare l’Ausonia-Cassino, ultimo in classifica in Prima Categoria. La decisione arriva improvvisa proprio alla vigilia della gara con lo Scauri, nella quale Granata non va in panchina adducendo come scusa l’aver dimenticato i documenti. Due giorni dopo, però, viene fuori il reale motivo: una divergenza con i dirigenti su come rinforzare la squadra. Al suo posto, torna Franco Albano, il mister che aveva fatto brillare il Gaeta nel campionato di Promozione l’anno precedente.

CASTELLI ROMANI

La stagione 1999-2000 è anche quella del grande progetto Castelli Romani, fortemente voluto da Bruno Camerini, presidente dell’Albalonga, società sorta dal trasferimento del titolo sportivo del Pavonacastelgandolfo nel “capoluogo” Albano. Il dirigente castellano coglie al volo l’occasione data dalla promozione in quarta serie del Lanuvio Campoleone e dalla sua ricerca di sostegni economici per dare il via alla coalizione dei Castelli Romani, ovvero di una squadra che rappresenti numerosi centri delle colline a Sud della capitale. Cambiata la denominazione sociale, Camerini si dedica al club di serie D, lasciando in “gestione” il titolo di Eccellenza dell’Albalonga (senza però poter cambiare denominazione) alla Nuova Tor Tre Teste. Un’operazione che comporta tante incognite e numerose difficoltà. E che per questo nel giro di qualche settimana viene sospesa: Camerini lascia i Castelli Romani e torna a gestire in prima persona l’Albalonga, salvata in extremis dalla retrocessione in Promozione.

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