I PROTAGONISTI
STAGIONE 2005-2006: ANZIOLAVINIO E MOROLO
LE CLASSIFICHE FINALI
GIRONE A
GIRONE B
Nella stagione 2005-06 vince l’Anziolavinio del presidente Rizzaro, ma è la Civitavecchiese a lasciare il segno sul campionato. È una squadra senza limiti quella nerazzurra, capace di sorprendere tutti con un cammino a doppia faccia: disastroso nelle prime giornate, implacabile nella restante parte di calendario. Sette vittorie consecutive sono il record che consente alla Civitavecchiese di scalare posizioni su posizioni e vincere là dove prima perdeva con facilità impressionante, fino ad arrivare alle spalle dell’Anziolavinio partendo dell’ultimo posto in classifica. La metamorfosi della squadra di Paolo Caputo ha dell’incredibile. Costruita in estate senza eccessive pretese, ma soltanto con l’idea di riportare, dopo gli scivoloni del vecchio Civitavecchia (finito in Seconda categoria) un po’ di calcio importante nella città portuale, la squadra nerazzurra (nata dall’ex Gedila) si ritrova a compiere il doppio salto consecutivo, sia pure passando per la porta secondaria.
NEL GIRONE A
Quella principale la imbocca l’Anziolavinio di Mauro Pernarella, protagonista di un’annata a tratti straordinaria. Per la prima volta, da quando c’è l’Eccellenza, l’Anziolavinio è inserito nel girone A, quello con le squadre del Nord del Lazio. Un cambiamento fortemente voluto dal presidente del Comitato Regionale, Melchiorre Zarelli, per dare nuovi input e interesse al campionato. La scelta si rivela azzeccata, perché entrambi i gironi si rivelano più avvincenti proprio grazie a questa novità. Insieme all’Anziolavinio, anche l’Almas (oltre a Nettuno e Pomezia) viene spostata di girone e i romani, ancora scottati dallo spareggio-promozione perso l’anno prima contro il Cassino, partono decisi a riprendersi quello che novanta minuti di troppo hanno tolto. Ma non è facile per i biancoverdi ripetersi perché dopo un avvio più che buono, l’Almas deve fare i conti con l’esuberanza dell’Anziolavinio prima e della Civitavecchiese poi, che impongono il loro passo al campionato.
C’è da dire che in avvio di stagione una serie di vittorie consecutive indirizzano subito il girone A verso via Demetriade, dove si ha la sensazione che la splendida stagione 2005-06 non sia ancora finita. Il gruppo è ancora quello, con Pietro Santoprete, Ernest Filippi e Giampaolo De Luca che sono “bocche da fuoco” (leggi gol) che incutono timore. Sono ventuno sui 24 a disposizione, i punti conquistati nelle prime otto giornate, ma è nel girone di ritorno che l’Almas si spegne come un cerino senza più ossigeno, finendo non solo per lasciare spazio alle altre ma rischiando addirittura di essere invischiata nella lotta per la retrocessione.
LE SEI GIORNATE DI PIRILLO
A tenere il passo dei romani, inizialmente ci provano il Bassano Romano (con un Luca Pirillo capace di segnare sei reti nelle prime sei giornate) e il Ladispoli, ma non l’Anziolavinio che, nonostante un organico di valore (bomber Stefano Antonelli davanti, il fantasista Marco Cortani, il concreto Mario Guida a centrocampo e la solidità di Graziosi, Miscoli e Morini dietro), paga l’adattamento alla nuova realtà territoriale. Balbetta, e pure tanto, anche la Civitavecchiese che annaspa al penultimo posto della classifica, con appena tre punti in nove giornate. Lo stesso bottino del Fiumicino, che a fine campionato retrocede per la prima volta nella sua storia in Promozione. Anche la stagione del club nerazzurro sembra segnata, ma la svolta, improvvisa e inaspettata, arriva all’undicesima giornata, quando la Civitavecchiese vince il derby della delusione proprio con il Fiumicino. Da lì, improvvisamente qualcosa cambia e il primo successo dà uno slancio incredibile ai ragazzi di Caputo, che subito dopo infilano sette vittorie di fila. La striscia positiva rilancia la Civitavecchiese, fa balzare la squadra dal penultimo al nono posto, ancora distante dal vertice ma significativo per dare convinzione e forza al club.
Anche l’Anziolavinio scala posizioni e arriva alla vetta della classifica al giro di boa, quando c’è l’aggancio, a quota 33 punti, all’Almas Roma. Il Santa Marinella dà una mano ai biancazzurri neroniani, battendo a domicilio proprio i biancoverdi di Fabrizio Durante. Il ko dell’Almas (che sul proprio campo perderà anche la domenica successiva con la Civitavecchiese) è una sorpresa e offre all’Anziolavinio l’opportunità di chiudere il girone d’andata in testa, dopo aver sofferto nell’imporsi sul Fiumicino in una partita che, classifica alla mano, alla vigilia sembrava dare maggiori garanzie all’Anziolavinio.
ANZIOLAVINIO A +10
Dopo questo successo (vantaggio ospite, rimonta e sorpasso nelle battute finali) l’Anziolavinio non fallisce più gli appuntamenti importanti. Così, i biancazzurri arrivano a mettere tra se e la seconda in classifica anche dieci punti di distacco. Tale vantaggio, tuttavia, non basta per festeggiare con anticipo la serie D perché nel finale di stagione, la capolista rallenta la sua marcia. La festa-promozione arriva soltanto all’ultima giornata, proprio sul campo di quel Fiumicino che aveva dato l’input al successo finale. Proprio al rendimento fuori casa, la squadra di Pernarella deve la sua splendida stagione, avendo conquistato più punti di tutte le altre lontano dal proprio terreno di gioco, con otto vittorie esterne e solo quattro sconfitte nelle diciassette gare giocate lontano dal Bruschini. Merito di tutto il gruppo, ma in particolar modo di un attacco che a fine stagione risulta essere il migliore. Stefano Antonelli va a segno 24 volte, vincendo anche il platonico titolo di capocannoniere insieme a Dario Spirito della Civitavecchiese; Gianluca Simeoli segna invece nove volte e Cristian Greco cinque.
“Credo che quel successo sia da ricondurre in particolare al presidente Rizzaro, un uomo determinato e capace”, dice Raffaele Minichino, che con la sua trasmissione “Sport in Oro” ha vissuto in presa diretta tutta la storia dell’Eccellenza. “Insieme a Roberto Di Paolo e al presidente del Collatino, Tarascio, sono tra le persone che più di altri hanno lasciato il segno su questa categoria. Ricordo con particolare piacere anche il presidente dell’Acilia, Marcelli, che l’Eccellenza l’ha soltanto sfiorata, il primo a portare in queste categorie professionalità e organizzazione manageriale”.
Alle spalle dell’Anziolavinio (che vincerà anche la finale per il titolo regionale) si piazza la Civitavecchiese, che si prende i play-off promozione “bruciando” nel finale il Bassano Romano e il Centro Italia. A sei giornate dalla conclusione del campionato, i nerazzurri salgono al secondo posto sfruttando il pari casalingo fra il Bassano Romano e un’orgogliosa Almas, precipitata all’ottavo posto in classifica. A quattro dalla fine, la sorpresa Centro Italia spaventa un po’ i portuali, affiancati alle spalle della capolista. Il campionato dei reatini, che pagano la differenza tecnica del proprio organico rispetto alle migliori, è straordinario. Il Centro Italia non riesce però nel miracolo e chiude al quarto posto il campionato. Ai play-off va un’altra straordinaria squadra, la Civitavecchiese, che nell’ultima giornata supera anche “l’alleanza trasversale” tra Flaminia (la nuova denominazione del Pool Industrie di Civita Castellana) e Bassano Romano e poi va a conqustarsi il passi per la quarta serie nel doppio confronto con i sardi del Castelsardo.
ANCORA UNO SPAREGGIO
Nel girone B, così com’era accaduto un anno prima, ci vuole lo spareggio per decretare la squadra che sale direttamente in serie D. Il Morolo si consacra nel calcio dilettantistico e approda, per la prima volta nella sua storia in quarta serie vincendo lo spareggio-promozione con il Terracina. Un successo figlio di un’impeccabile programmazione societaria ed di un allenatore emergente come Antonio Gaeta, che traghetta il Morolo dalla Promozione alla quarta serie nazionale regalando un sogno ai tifosi biancorossi. Nella gara clou della stagione, allo stadio Flaminio di Roma, sugli spalti ci sono oltre mille tifosi giunti da Morolo e altrettanti, se non di più, arrivati da Terracina. Lo spettacolo è unico, da grandi avvenimenti, con le telecamere di Laziotv che per la prima volta riprendono in diretta l’avvenimento. La televisione irradiare lo spareggio sulla piattaforma digitale di Sky, dando così l’opportunità a tutta Italia di vederlo. La telecronaca è affidata a Massimiliano Cannalire, in arte Max Concreto, voce conosciuta del calcio dilettantistico laziale.
I novanta minuti di gioco, però, non rispettano le attese e non regalano momenti di particolare esaltazione. Il gioco è stazionario, poco incisivo. Troppo importante la posta in palio per rischiare qualcosa, se non tutto. Così, la partita è piatta, con pochissime emozioni e lo zero a zero finale inevitabile. Si giocano, di conseguenza, due tempi supplementari di 15 minuti, ma neppure questi scuotono il risultato. Si finisce alla roulette dei calci di rigore, l’epilogo più drammatico ma anche più giusto di una stagione vissuta a due voci. La tensione, quando l’arbitro dà il via ai tiri dal dischetto è altissima. Sugli spalti si smette di tifare, aspettando con ansia l’attimo per gioire o disperarsi. Il protagonista diventa il portiere del Morolo Cristian Cuomo, giocatore navigato che ha già vissuto l’epopea della serie D. È lui, tornato dall’America per giocare con la squadra biancorossa, a fermare il Terracina parando due calci di rigore e fissando il risultato sul 5-3 finale. Dopo un pomeriggio di tensione e una stagione che sembrava volersi fare beffa del Morolo, finalmente esplode la gioia dei sostenitori biancorossi. La festa si protrae poi fino a notte fonda per le strade del piccolo centro della Ciociaria.
DOPPIO SALTO
Il Morolo mette così a segno una doppia storica promozione, com’era già accaduto in passato al Ferentino e alla Setina, passate direttamente dalla Promozione alla serie D. Merito di un gruppo di giocatori messi insieme dal presidente Angelo Costantini, che sulle ali dell’entusiasmo per il ritorno in Eccellenza dopo cinque anni di assenza, decide di fare un ulteriore sforzo provando a giocarsi la carta sorpresa nella corsa alla quarta serie. Il colpo riesce bene al numero uno morolense, che mette su una squadra di grande valore. Parte dalla conferma del tecnico Antonio Gaeta che proprio a Morolo decide di passare dal campo alla panchina, seguendo un trend piuttosto diffuso nel calcio dilettantistico. Passa, poi, per una campagna di rafforzamento che mette subito in rilievo il Morolo, anche se pochi, alla vigilia del via del campionato, mettono la squadra biancorossa in cima ai favori del pronostico.
Ci sono il Terracina, il Fondi, il Cynthia Genzano e le altre squadre della provincia di Roma che manifestano propositi ambiziosi, ma che ben presto devono fare i conti con l’organico del Morolo. Formato da giocatori niente male, che rispondono ai nomi del centrocampista non più giovanissimo Fabio Facci (già vincitore dell’Eccellenza con l’Aprilia), oppure dell’attaccante Dante Volante, dell’talo-argentino Juan Diego Chiavarini, fresco vincitore del campionato sia con il Ferentino che con il Cassino; ma, soprattutto, c’è Francesco Pistolesi che guida l’attacco del club ciociaro. Il giocatore si rivela fondamentale nella corsa biancorossa, avendo la capacità di andare in rete quasi ogni domenica con una regolarità impressionante. Sono ventuno le reti che Pistolesi mette a segno nella stagione, un contributo pesante alla causa biancorossa.
NOVE RETI IN DIECI GIORNATE
Il contributo dell’attaccante si fa sentire soprattutto in avvio di campionato, quando il Morolo dà l’input decisivo alla sua stagione. Sono nove le reti che Pistolesi realizza nelle prime dieci giornate; e che spingono subito il biancorossi al comando della classifica, diviso con il Cecchina ma non con il Terracina, il cui avvio di campionato è macchinoso e lento. La squadra tirrenica impiega diverse settimane a trovare il ritmo giusto. Deve superare qualche fase critica, con tanto di contestazione da parte di una tifoseria che storicamente non è mai tenera nei confronti della squadra. Forse sono proprio i tifosi a dare alla squadra di Pierpaolo Lauretti la spinta necessaria per rimettersi in carreggiata e iniziare la grande rimonta. Che non ha il dolce sapore del sorpasso finale perché il Terracina non solo resta con niente in mano nello spareggio dello stadio Flaminio, ma è vittima di un’altra profonda delusione nei play-off promozione, quando il Forte dei Marmi si rivela ostacolo troppo alto da superare già nel primo turno.
SORPRESA ROMA VIII
Lo spareggio con il Morolo è l’epilogo di un campionato che offre numerosi spunti per entusiasmare e colpi di scena a ripetizione sia nella corsa alla serie D che in quella per la salvezza. Qui è la Roma VIII a sorprendere, mettendo in atto un tentativo di rimonta che però finisce senza l’esito sperato. Il bel gioco fatto praticare da Franco Pagliarini, che rileva la squadra poco prima di metà stagione da Saverio Filippis, a sua volta subentrato a Saverio Longo, non basta ai romani per restare in categoria. La Roma VIII retrocede per un solo punto, nonostante riesca a battere la capolista Morolo nel momento clou della stagione. L’impresa viene compiuta sul sintetico dell’”Agabito Sbardella” di Giardinetti perché il “Torbellamonaca” è bloccato da un contenzioso giudiziario con la ditta che ha rifatto il manto erboso.
La Roma VIII non riesce però a ripetersi con l’altra protagonista del girone B, il Terracina, e i tre punti ceduti pesano come un macigno sulla retrocessione. La partita, penultima di campionato, si gioca sul prato verde naturale di Casal del Marmo, stadio dell’Astrea, per volere della Questura di Roma. Troppi e troppo vivaci sono i tifosi del Terracina per essere ospitati sulla piccola tribuna dell’Abapito Sbardella. L’incontro viene dunque dirottato a Monte Mario, dall’altra parte di Roma rispetto a dove abitualmente gioca la Roma VIII, con una decisione che non ha precedenti nel calcio dilettanti. A conti fatti il cambio di sede favorisce il Terracina, che si impone due a zero e ufficializza, in pratica, lo svolgimento dello spareggio con il Morolo.
TERRACINA, SEI VITTORIE DI FILA
Sono sei le vittorie consecutive con cui il Terracina chiude il campionato e che consentono alla squadra di Lauretti di recuperare cinque punti sul Morolo in sole tre settimane. Il colpo di reni finale viene dato dalla squadra biancazzurra dopo il pareggio interno e senza reti con la Vjs Velletri. Risultato deludente che porta i tifosi alla contestazione e il presidente Trotta a manifestare la sua rassegnazione per il secondo posto. A credere ancora nell’aggancio è soltanto Pierpaolo Lauretti, che non fa mistero di questo neppure dopo il nuovo pareggio nel derby di Formia. Il tecnico ha ragione perché la squadra improvvisamente si mette a volare, inanellando vittoria dopo vittoria. A differenza di quanto fa il Morolo, che è in fase calante e incontra difficoltà a portare a casa i risultati. La squadra di Gaeta perde tre punti con il Fondi e due con il Cynthia, dando così la possibilità al sempre vincente Terracina di annullare il divario di cinque punti proprio sotto lo striscione del traguardo della regular season.
Proprio le squadre dei Castelli Romani, Cynthia e Cecchina, sembrano le uniche che provano ad insidiare la corsa a due tra Morolo e Terracina. I primi arrivano alla soglia della porta play-off ma mancano del colpo di reni finale; i secondi, dopo una partenza piena di speranze (e illusioni) cedono il passo sulla lunga distanza, pagando un’eccessiva dipendenza dai gol di Giorgio Ricci. Per due volte la squadra di Giancarlo Paloni sale sul posto più alto della classifica, ma sono flash di un film in cui se non gira al meglio il suo attore protagonista, ovvero il signor Ricci commercialista di Tivoli, le scene vengono male e sfocate. Così, quando i toni del campionato salgono, quelli del Cecchina scendono per lasciare spazio esclusivamente a Morolo e Terracina.
FORMIA, ALBA BIANCAZZURRA
La stagione 2005-06 segna anche una svolta importante ancora per la città di Formia, dove il calcio non è mai un affare di secondo piano. Alla fine della precedente stagione, il presidente Bozza e il suo gruppo di imprenditori lasciano, consegnando la società al dottor Sandro Bartolomeo, il sindaco che sei anni prima aveva favorito l’avvento di Renato Mocellin. Gli subentra prima Costanzo Arduini, invocato a gran voce dai tifosi come il grande salvatore, ma la cui gestione è deludente, resa difficile dai tanti problemi economici e dai guai giudiziari vissuti dallo stesso imprenditore lepino, che lo estromettono dalla società a campionato in corso.
Tra tante difficoltà e con un Davide Palladino che prima viene mandato via dalla panchina e poi richiamato di gran carriera, sono il presidente Alfonso Morrone e il ds Antonio Fragasso a rimettersi al timone delle società, dopo che in estate erano stati scalzati proprio da Arduini. Mentre la squadra lotta strenuamente per salvarsi, in primavera spunta l’ancora di salvezza, che si materializza nella figura dell’imprenditore formiano Aldo Zangrillo, che diventa presidente dopo una burrascosa riunione a Palazzo Comunale, dove il sindaco Bartolomeo (avversario dello stesso Zangrillo nelle elezioni comunali del 1997) si fa garante dell’imprenditore. È il primo passo del progetto “Alba Biancazzurra”, che ha come obiettivo finale il ritorno del Formia in serie D.