I PROTAGONISTI
STAGIONE 1993-1994: CIVITAVECCHIA E CECCANO
LE CLASSIFICHE FINALI
GIRONE A
GIRONE B
Nell’estate del 1993, la Lega Dilettanti inizia una battaglia per spostare al sabato pomeriggio le gare dell’Interregionale e, contemporaneamente, decide di cancellare la regola dei fedelissimi, consentendo la partecipazione al campionato di Eccellenza senza limiti d’età. I giovani restano però oggetto di attenzioni da parte della Lega, che per la prima volta delibera l’utilizzo obbligatorio di due calciatori della categoria under 18. C’è anche un’altra novità che interessa il campionato e che inizialmente è accolta senza grande enfasi, forse perché in pochi ne capiscono la rilevanza. Elio Giulivi decide infatti di offrire una seconda chance promozione alle squadre di Eccellenza, istituendo i play-off tra le seconde classificate di tutti i ventotto gironi del principale campionato regionale. Due i turni, con gare di andata e ritorno per ogni turno: il primo a carattere regionale, per chi ha almeno due gironi; il secondo è decisivo per consentire ad altre sette squadre di approdare in serie D.
L’introduzione dei play-off dà maggiore importanza al campionato di Eccellenza, che registra le prime esclusioni per difficoltà economiche: tocca al Cynthia e all’Ornaro venire meno agli adempimenti previsti in tema di iscrizione ai campionati e, quindi, ad essere escluse dal campionato. Contemporaneamente, l’Acilia e l’Anziolavinio lasciano vacanti i rispettivi titoli di quarta serie e la Lega decide di riassegnarne soltanto uno al Lazio: è il Monterotondo ad essere ripescato nel Campionato Nazionale Dilettanti, mentre in Eccellenza vengono ammesse d’ufficio il Rebibbia, la Nuova Vis Subiaco e l’Aprilia. In Promozione finisce l’Anziolavinio, a cui viene concesso di ripartire dal secondo gradino regionale anziché dalla Terza categoria, mentre l’Acilia non riesce a trovare le risorse per ripartire e dunque sparisce.
GIRONE A
La stagione 1993-94 registra una vera e propria rivoluzione nell’organico dell’Eccellenza e del girone A in particolare, che accoglie tutte le squadre romane. Il Raccordo Anulare (l’anello stradale che limita la città di Roma) diventa il limite di suddivisione dal raggruppamento meridionale, caratterizzato soprattutto dalla presenza delle squadre della provincia di Frosinone. Le due formazioni della città di Tivoli sono inserite nello stesso girone, quello settentrionale, letteralmente dominato dal Civitavecchia, appena retrocesso dall’Interregionale. La squadra nerazzurra si rivela un autentico muro, insormontabile per tutti gli avversari; che uno dopo l’altro sbattono contro la solidità del gruppo guidato da Ugo Fronti, un tecnico che per molti giocatori è un amico più che un allenatore. La squadra che si presenta al via del campionato è molto competitiva, e solo a leggere i nomi dei giocatori che la compongono, scoraggia gli avversari. La voglia di tornare subito in quarta serie, e pensare anche ad un ritorno tra i professionisti, è una componente fortissima in riva al Tirreno.
Il presidente Giuseppe Putzu è così dispiaciuto dal disinteresse che la città mostra nei confronti della squadra, dopo la retrocessione, che decide subito di fare le cose in grande: “Dopo la discesa in Eccellenza – sottolinea sulle pagine del Corriere dello Sport il presidente – improvvisamente mi sono accorto che la gente che prima mi riconosceva e salutava non è più la stessa. Ogni volta che incontravo qualcuno, mi ricordava il fallimento della squadra. Sembrava un tradimento, e non lo potevo accettare: per questo abbiamo preso il coraggio a due mani e cambiato tutto”. Da qui la scelta di Ugo Fronti, convinto a scendere di categoria, che a sua volta convince numerosi giocatori di quarta serie a lui particolarmente legati a scendere anche loro in Eccellenza.
“Grazie all’esperienza che avevamo fatto a Ladispoli – ricorda Gian Luigi Staffa, uno dei protagonisti di quella stagione – siamo riusciti a creare subito un mix perfetto. Io, Pernarella, Stacchiotti, Lucci e Caputo ci conoscevamo bene perché avevamo giocato insieme in altre piazze. Non abbiamo quindi avuto nessun problema ad inserirci nella squadra modellata da mister Fronti”. Dieci vittorie nelle prime dieci giornate, mettono subito il bavaglio alle ambizioni degli altri club, a cominciare dalla Sorianese, che insieme all’Anagni saranno le prime squadre laziali a giocare i play-off promozione.
IL BEL CALCIO
Il Civitavecchia vince senza problemi grazie alla sua indubbia forza tecnica, ma tutti riconoscono al club nerazzurro di sapere giocare un bel calcio. I protagonisti sono brillanti e anche se talvolta ne viene a mancare uno per squalifica o infortunio, nessuno sembra accorgersene. Così accade che nel girone di ritorno, per la contemporanea assenza degli attaccanti, Fronti decide di spostare in attacco proprio Gian Luigi Staffa, fino ad allora centrocampista. La squadra assorbe senza traumi il cambiamento e Staffa finisce per giocare il resto del campionato come compagno d’attacco di Pernarella. Una scelta che premia tecnico e giocatore, a segno otto volte, record personale in carriera. Lo strapotere del Civitavecchia (24 vittorie e tre sole sconfitte) è così evidente che alle spalle della squadra nerazzurra il campionato offre pochissimo interesse. Tocca alla Sorianese di Massimo Lupi, che chiude undici punti dietro, guidare il gruppo delle sconfitte, ottenendo di nuovo il secondo posto, com’era accaduto l’anno prima con il Fiumicino. Curioso il destino del club rossoblu, le cui ambizioni sono state sempre frenate da squadre del litorale.
In questa stagione, Civitavecchia a parte, la Sorianese è la squadra migliore e il suo cammino lo testimonia. I ragazzi di Lupi non hanno grandi difficoltà a mantenersi al secondo posto, anche se Guidonia e Villalba Ocres Moca, due realtà emergenti del calcio tiburtino, provano a insidiare la squadra viterbese senza mai insidiare davvero il suo secondo posto. Il cammino del Civitavecchia è un assolo che conosce pochissimi mementi di pausa. Tre gli scivolini della squadra nerazzurra, due dei quali (Tivoli e Tor Lupara) arrivati nel finale di stagione quando i giochi erano già fatti. La sconfitta nella gara di Gallese ha invece un sapore diverso, come ricorda Gianni Diamante, giocatore della squadra viterbese: “Saputo che il Civitavecchia sarebbe andato in ritiro il sabato in un albergo di Soriano al Cimino, il venerdì prima della partita il nostro tecnico, Maurizio Gavazzi, decide di non far allenare la squadra preferendo portarla a cena per caricarla. La mattina della partita, poi, fa annaffiare il campo per allentarlo e renderlo quasi impraticabile: dopo novanta minuti tiratissimi vinciamo noi uno a zero davanti a quasi mille spettatori”.
SORIANESE AI PLAY OFF
Lo stop non scalfisce le certezze del Civitavecchia, che ottiene comunque la promozione in serie D con numerose giornate di anticipo. La Sorianese anche porta fino in fondo il suo secondo posto e così sperimenta per prima, ma senza fortuna, la nuova formula degli spareggi-promozione. La Lega decide che, dopo il turno regionale vinto con l’Anagni Fontana, i rossoblu affrontino una squadra campana. Tocca al Campania Puteolana, che nella gara di andata giocata a Soriano al Cimino riesce a pareggiare una scoppiettante gara (3-3), ospitare la gara decisiva. Massimo Lupi, nonostante la pesante sconfitta (3-1) la ricorda con piacere: “Quando ci trovammo a fare il riscaldamento nello stadio di Pozzuoli davanti a quattromila tifosi, un capo tifoso si rivolse alla tribuna e disse: U’ mister e la panchina non si toccano. È chiaro?, facendoci capire ci avrebbero riservato un’accoglienza senza quei problemi di ordine pubblico che tutti noi temevamo. Fu così che per tutto l’incontro, dalla tribuna alle nostre spalle, praticamente attaccata a noi, nessuno inveì contro di me o gli altri componenti la panchina”. La sconfitta lascia tuttavia molto amaro in bocca alla Sorianese, il cui campionato resta tra i più bei ricordi della storia del club rossoblù.
Non è altrettanto positivo, invece, il campionato del Santa Marinella, che pure in estate coltiva numerose speranze con l’arrivo del difensore De Bardi dal Cynthia Genzano e dell’attaccante del Monterotondo Scalo Bernardini, che si porta appresso I 28 gol segnati negli ultimi due campionati. Le speranze, però, restano tali perché nel corso dell’anno calcistico il tecnico Marco Fabiani lascia il posto ad Alessandro Priori che, nonostante, gli arrivi invernali del portiere Izzi e del difensore Vincenzi, non evita la retrocessione. Il Santa Marinella vince solo sei partite, colleziona 11 sconfitte e 13 pareggi, pagando spesso anche episodi sfortunati. Il quindicesimo posto equivale comunque alla retrocessione. La stagione del Civitavecchia viene impreziosita dalla vittoria della Coppa Italia di Eccellenza, nella finale giocata allo stadio Flaminio di Roma, in una finale che, giocata in anticipo rispetto alla conclusione del campionato, vede affrontarsi le due regine dei gironi, il Civitavecchia, appunto, e il Ceccano.
GIRONE B
La corsa solitaria del Civitavecchia nel girone A, non si specchia nell’altro raggruppamento che si rivela un’appassionante e avvincente corsa tutta di stampo ciociaro tra Anagni e Ceccano, che si risolve nel modo più logico, ovvero con uno spareggio. Le due squadre tagliano il traguardo di fine campionato a braccetto con ben tredici punti di vantaggio sulla terza, il Valmontone. Neppure lo straordinario Civitavecchia, nel girone A, riesce a mettere un divario così ampio tra se e le rivali. Il Ceccano è affidato a Pasquale Camillo, che il presidente Domenico Aversa chiama dopo lo splendido campionato vissuto alla guida del Ciampino l’anno prima. Camillo porta con se tre giocatori di quel piccolo miracolo: il portiere Pastori, il difensore Paris e l’attaccante Durastante, suoi fedelissimi dentro e fuori dallo spogliatoio. L’Anagni è invece una neopromossa che parte con l’obiettivo di ottenere una salvezza tranquilla, ma ben presto si ritrova a correre per traguardi importanti. Entrambi i club fanno leva sulla forza dei rispettivi attacchi. A guidare quello del Ceccano c’è Caliano, che segna 26 gol in campionato; ma in squadra ci sono altri pezzi da novanta come l’ex foggiano Bianchini e il difensore ex Sora Domenico Coraggio. Nell’attacco dell’Anagni esplode invece Andrea Zefferi, che sarà bomber di qualità per parecchi anni ancora. Nelle fila biancorosse anche l’ex del Napoli Cimmaruta, carico di veleno per essere stato mandato via l’anno prima proprio dal Ceccano.
CORSA A DUE
Il campionato è tutto incentrato sulla corsa e la rincorsa tra Anagni e Ceccano. I primi fanno da battistrada per le prime sette giornate, raccogliendo cinque vittorie e due pareggi, mentre il Ceccano aggancia per la prima volta la vetta della classifica all’ottava giornata, dopo la vittoria per 2-0 sul Palestrina. Poi tenta l’allungo alla nona, approfittando dei due consecutivi pareggi senza reti dei rivali, che arrivano dalle gare di Valmontone e quella casalinga con il Lanuvio. La mini-fuga del Ceccano dura appena tre giornate perché dopo l’undicesimo turno, le due squadre tornano appaiate in vetta alla classifica. Sorpassi, agganci e controsorpassi si alternano fino alla decima di ritorno, con le due squadre che non riescono mai a mettere più di due punti di distacco l’una dall’altra.
Dalla decima giornata di ritorno, il Ceccano (avanti di due punti da un paio di domeniche) dà qualche segno di cedimento, infilando tre pareggi di fila: il primo nel derby con l’Alatri di Marco Cari (squadra che a fine stagione scenderà di categoria), il secondo nella trasferta di Ciampino, dove i locali giocano la partita dell’anno contro il loro ex allenatore; e infine di nuovo in trasferta a Terracina. Una gara carica di tensione, quella contro i tigrotti, che costa una squalifica sia al tecnico del Ceccano Pasquale Camillo, che al presidente del club ciociaro Domenico Aversa. Entrambi pagano un acceso diverbio con i tifosi in tribuna prima e con il tecnico avversario dopo.
RIMONTA ANAGNI
I tre uno a uno di fila del Ceccano consentono all’Anagni di scavalcare i rossoblù in classifica, dando così l’idea di aver impresso una svolta decisiva al campionato. Ma proprio quando sembra che un punto di vantaggio può bastare ai biancorossi per chiudere felicemente la stagione, arriva inaspettato il pareggio dell’Anagni nel derby con la Policassino di Corrado Urbano, ex calciatore professionista sceso di categoria per chiudere la carriera nel club che lo aveva lanciato.
Siamo alla penultima giornata e il punto che rimette tutto in discussione non serve molto ai cassinati per raggiungere la salvezza, poi persa nello spareggio di fine campionato con la Vis Sezze. L’uno a uno del derby riporta però Ceccano e Anagni a pari punti, situazione confermata anche dalle gare dell’ultima giornata. Il Ceccano gioca a Sezze, dov’è seguito da 1500 tifosi, e vince una gara carica di tensione. “È stata una partita incredibile, sempre il bilico dal primo al novantesimo minuto – ricorda Pasquale Camillo – Vinciamo 2-1 grazie anche ad una grande parata di Pastori al novantesimo, che evita ai pontini di raggiungerci”. L’Anagni anche soffre, ma vince di misura (3-2) la gara casalinga con il Palestrina.
Si va allo spareggio, un derby che vale un’intera stagione. A cui l’Anagni arriva senza aver perso neppure una partita, unica squadra in Italia, dalla serie A all’Eccellenza, a vantare un simile primato. Il Ceccano, invece, di sconfitte ne porta una soltanto, arrivata per merito del Macir Cisterna. La gara che vale una stagione viene giocata di giovedì pomeriggio a Latina e la scelta della sede suscita polemiche da parte delle due tifoserie, che avrebbero preferito la più vicina Frosinone. I tifosi non fanno comunque mancare l’apporto alle loro squadre. Il Francioni è invaso da oltre duemila persone, che si distribuiscono sugli spalti secondo la fede di appartenenza. Lo spettacolo che arriva dalle tribune è molto bello ed è un esempio di civiltà e sportività. In campo le cose vanno altrettanto bene. L’equilibrio è sovrano fino al centoventesimo minuto di gioco e così si deve far ricorso ai calci di rigore, dopo l’uno a uno scaturito dai tempi regolamentari e da quelli supplementari. Il penalty che manda in paradiso il Ceccano lo segna Rossi, un ragazzo di Caserta, sommerso dall’abbraccio dei compagni, e non solo, per questa sua prodezza.
LA FESTA
Al ritorno a Ceccano, per la squadra rossoblu è un tripudio di bandiere e caroselli di auto; i tifosi che non hanno seguito la squadra a Latina fanno esplodere la propria gioia dopo aver seguito l’impresa via radio, grazie alla diretta di I.T.R.. La commozione si impadronisce di tutti perché mai il club rossoblù era riuscito a raggiungere un campionato nazionale. Il più commosso di tutti è Pasquale Camillo che con gli occhi lucidi dedica la vittoria alla piccola figlia Italia, scomparsa qualche mese prima. “Da lassù un angelo mi ha protetto”, le parole del tecnico, che arrivano via radio al cuore della gente.
La gioia di Ceccano e Anagni, fa da contraltare alla forte delusione della città di Cassino, che dopo tanti anni di semiprofessionismo e di professionismo, scende in Promozione. La squadra chiude a pari punti con il Sezze al quart’ultimo posto e deve giocare uno spareggio con i setini: anche questa gara va ai rigori, e qui l’errore decisivo per la Policassino è di Angelosanto.
Il finale di stagione del campionato 1993-94 va ricordato anche per la novità assoluta, che fa da apripista all’introduzione dei play-out e dei play-off. Il Lazio è il primo Comitato italiano a cancellare la discrezionalità nei criteri di valutazione dei ripescaggi, fino a quel momento spesso oggetto di polemiche e recriminazioni. Il presidente Antonio Sbardella conferma di essere un passo avanti a tutti e decide di far giocare delle gare di qualificazione alle squadre seconde classificate in Promozione, per dare loro l’opportunità di sognare il salto di categoria anche senza vincere direttamente il campionato. Sono Scauri Minturno, Pontinia, Romulea e Tevere Roma Bravetta ad inaugurare gli spareggi post-campionato. Le quattro squadre giocano un mini-torneo con semifinali e finali che servono a determinare l’ordine di eventuali ripescaggi che, poi, effettivamente avverranno. Il mini-torneo è vinto dalla Romulea, che supera prima il Tevere Roma Bravetta e poi il Pontinia, battuto 2-1 nella finale per il primo e secondo posto. È lo Scauri Minturno, invece, ad aggiudicarsi la “finalina”, superando la Tevere Roma Bravetta 2-0.
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