giovedì, 18 Aprile 2024

I PROTAGONISTI

STAGIONE 2000-2001: ALBALONGA E FERENTINO

L’Albalonga, vincitrice del girone A dell’Eccellenza
Massimo Castagnari, attaccante dell’Albalonga
Il Villanova, vincitore della coppa Italia regionale
Marco Cari, allenatore del Ferentino portato in trionfo
Giampaolo De Luca, attaccante con la maglia del

LE CLASSIFICHE FINALI

GIRONE A

GIRONE B 

PUNTATE PRECEDENTI

Nell’estate del 2000 arriva il primo maquillage per l’Eccellenza, che cambia leggermente fisionomia. Per adeguarla al campionato di serie D, il Comitato Regionale decide di aumentare l’organico dei due gironi, ampliandoli da sedici a diciotto squadre ciascuno. Un provvedimento che consente il ripescaggio di quattro squadre, e cioè del Nuovo Montello, del Maccarese, del Villanova e del Bassiano, scelte in base alla graduatoria per i ripescaggi stilata con i risultati dei play-off tra le seconde classificate della Promozione e le quart’ultime classificate dell’Eccellenza della stagione precedente. Dalla Promozione salgono anche il Pisoniano, che debutta nella massima serie regionale, l’Anziolavinio e quel Tor Sapienza che mancava dall’Eccellenza dopo il trasferimento del titolo sportivo all’Acilia. La nuova società è sponsorizzata Cisco, marchio che lascerà un segno importante nel campionato di Eccellenza qualche anno dopo.

CINQUE RETROCESSIONI

Dalla serie D tornano giù Civitavecchia, Guidonia, Fortitudo Nepi (il cui salto all’indietro sarà doppio perché la discesa proseguirà fino alla Promozione…), Pro Cisterna e quel Castelli Romani che finisce la sua avventura in quarta serie con la retrocessione. Il titolo sportivo, che è del Lanuvio, viene trasferito a Velletri, dove si cancella la brutta retrocessione dall’Eccellenza della stagione 1998-99. Il titolo di Promozione del Velletri viene invece spostato nella vicina Lariano e i Castelli Romani assumono una nuova denominazione, antecedendo al nome quello della città di Velletri. L’elevato numero di squadre del basso Lazio (ben otto i club sono della provincia di Latina) spinge il Comitato Regionale a modificare la composizione dei gironi. Il presidente Sbardella mischia le carte e sposta due squadre dei Castelli Romani (Albalonga e Lupa Frascati) con le squadre del Nord del Lazio. Nel girone B resta invece il Velletri e ci finiscono anche la neopromossa Pisoniano e il Castel Madama.

Proprio l’Albalonga di Bruno Camerini, dopo il mezzo pasticcio dell’anno prima con la Nuova Tor Tre Teste, in questa stagione diventa protagonista in positivo, sfruttando al meglio l’inserimento nel girone A. A fianco di Camerini lavora l’ex difensore giallorosso Roberto Vichi, a cui è delegata l’organizzazione tecnica della società. L’allenatore è invece Gianfranco Di Carlo, che dopo una sola giornata di campionato viene però mandato a casa: al suo posto arriva un altro ex romanista, quel Claudio Fazzini che ha già vinto alcuni titoli giovanili ad Acilia e fatto grande la Fortitudo Nepi.

IL BIS DI FAZZINI

Il tecnico romano porta anche l’Albalonga a toccare il cielo con un dito, dando fuoco a tutto il potenziale della squadra costruita dalla coppia Camerini-Vichi: la difesa è solida, poggiata su un portiere esperto come Massimo Caso e una coppia centrale di affidamento costituita da Gesmundo e Centrone. In attacco il peso è elevato, grazie alla coppia Alessandro Bucri e Massimo Castagnari, con Andrea Merli pronto a fare la sua parte, mentre a centrocampo le geometrie di Mattiuzzo e Sbaffi fanno la differenza. “La nostra forza – ricorda proprio Stefano Mattiuzzofu un ambiente senza esasperazioni, sia nei dirigenti che nei tifosi. La società era gestita perfettamente dal presidente factotum Bruno Camerini, che si avvaleva di una serie di consiglieri amici che affrontavano i problemi con serietà ma anche con la dimensione giusta per una società dilettantistica”.

La partenza della squadra castellana è perfetta, perché alla terza giornata sui giornali già si parla di fuga in coppia con il Santa Marinella. Tre turni dopo, però, arriva il primo stop, causato da un’Acilia ridotto in nove uomini, che sfodera una prova super e blocca la squadra di Albano. Il  Santa Marinella non ne approfitta e l’Albalonga resta comunque padrona del campionato, tanto che alla decima giornata fa salire a sette i punti di vantaggio sulle seconde classificate, nel frattempo diventate Fiumicino e Fregene. Dietro l’Albalonga, c’è tanto equilibrio ma nessuna delle possibili contendenti riesce a stagliarsi sopra le altre per dare vita ad un inseguimento. Oltre alle due squadre del litorale romano, anche il Civita Castellana prova a farsi sotto, ma i rossoblù non riescono mai andare al di là del “meno 5 punti”.

IL FIUMICINO CI PROVA

Un piccolo sussulto si registra soltanto a gennaio, quando l’arrivo a Fiumicino di un manager del settore finanziario, fa sbandierare propositi di vittoria del campionato. Marco Politi assume la presidenza del club rossoblù dopo aver lasciato a campionato in corsa e non senza strascichi la Castrense, che aveva rilevata da Piero Camilli che si è spostato a Grosseto. Dalla squadra viterbese, che naviga in cattive acque in serie D, arrivano anche alcuni giocatori e Paolo Mazza, il tecnico che in estate aveva plasmato la squadra con alcuni suoi ex calciatori portati da Pomezia, va in difficoltà. La società decide di ridurre la rosa e nella lista dei cedibili finisce anche il capitano Fabio Quadraccia. Quando la notizia trapela, i tifosi insorgono e lungo il muro dello stadio Pietro Desideri compare la scritta “Quadraccia non si tocca”, firmata dagli Ultras Fiumicino. Tanto basta ai dirigenti per far rientrare la decisione di mandar via la bandiera rossoblù. “Ogni domenica, Mauro Politi si presentava allo stadio con una macchina diversa – ricorda proprio il capitano – e con noi sul pullman, in trasferta, viaggiavano dei bodyguard in completi rigorosamente neri. Erano ragazzi come noi, che la notte prima avevano lavorato nelle discoteche e che appena saliti sul pullman crollavano in un sonno profondo. Si svegliavano soltanto all’arrivo al campo, quando la gente ci sfotteva e ci prendeva in giro perché arrivavamo scortati”. Dopo pochi mesi dalla sua entrata nel Fiumicino, il presidente Mauro Politi sorprendentemente va via, lasciando dietro di se molti punti interrogativi.

L’ORA DEL SANTA MARINELLA

Così com’erano iniziati, i sogni del Fiumicino dunque svaniscono e i rossoblù tornano ben presto nei ranghi, lasciando via libera a Santa Marinella e Civita Castellana nella rincorsa all’Albalonga. I due club non riescono ad andare oltre uno spareggio per l’assegnazione del secondo posto in classifica, che consente l’accesso ai play-off promozione. Il Comitato Regionale stabilisce che la gara si giochi sul campo del Monterotondo Scalo il 12 maggio del 2001. Il Santa Marinella arriva al match senza il suo allenatore Marco Fabiani, esonerato dal presidente Ivano Fronti perché i rapporti tra i due non proprio sereni. In panchina va Mauro Massotti, tecnico della juniores, e la partita non è fortunata per il Santa Marinella, sconfitto dal Civita Castellana e fuori dai play-off. Nella successiva assemblea generale, il presidente Ivano Fronti, forse perché deluso dal risultato, esce di scena, ufficialmente per incompatibilità con il suo nuovo incarico di consigliere comunale, ma mantiene comunque saldo tra le mani il timone della società.

Il primo posto è dell’Albalonga, che nel girone di ritorno arriva a mettere tra se e le avversarie anche undici punti. A fine campionato il distacco si ridurrà a nove punti, quelli bastano per consentire ai castellani di festeggiare lo storico salto in serie D con due turni di anticipo. È la gara con la Sorianese a consegnare le chiavi del paradiso ai biancorossi. Il gol che segna la storia è realizzato da Centrone al 31’ del secondo tempo. “La nostra fu una galoppata trionfale – è il ricordo di Claudio Fazzini, allenatore dell’Albalonga – Avevamo una squadra di grandissimo livello, con una coppia d’attacco che garantiva quaranta reti in due. Il nostro portiere Caso, poi, fece un’annata straordinaria e quando non giocò, anche Di Mattia offrì prestazioni sportive di prim’ordine. Furono importanti, quell’anno, anche i giovani in età di Lega, ovvero Valle, Giangrande e Bruschi che garantirono quel quid in più rispetto che ci consentì di fare la differenza”.

IL VILLANOVA SUBITO IN FESTA

La stagione 2000-01 è anche quella di un’altra bella realtà emergente del calcio laziale. Quel Villanova che dopo aver rilevato il titolo sportivo del Monterotono Scalo, grazie alla passione dell’imprenditore del marmo Serafino Caucci, sale in Eccellenza e conquista subito la Coppa Italia regionale. In panchina, a guidare il club rossoblù c’è Fiorino Pannunzio, che subentra a Ermanno Fasciani all’ottava giornata con la squadra al penultimo posto in classifica. “Con una serie di otto vittorie consecutive – ricorda il tecnico – riuscimmo addirittura a portarci al fianco dell’Albalonga. L’entusiasmo salì così in alto che il nostro presidente in due mesi e mezzo realizzò per la nostra squadra un campo di calcio con tanto di illuminazione e spogliatoi rivestiti di travertino romano ovviamente, e una palestra con annessa sala riunioni e lavanderia. Noi ripagammo tanta grazia vincendo la finale di Coppa Italia allo stadio Tre Fontane: superammo il Nettuno 4-0 e Caucci riempì lo stadio facendo venire il personale delle sue aziende a seguire la partita dopo aver chiuso per un pomeriggio uffici e laboratori. Dopo quella vittoria fu così felice che mi disse: “Io e te siamo come due anelli di una stessa catena…”.

Poi, però, le sirene della vicina Tivoli, la sua città d’origine, lo ammalieranno e la bella favola del Villanova finirà l’estate dopo, quando il titolo sarà ceduto al Guidonia. La stagione segna anche la fine del Civitavecchia che dopo i tanti anni trascorsi in serie C si ritrova a dover fare i conti con la dura realtà regionale. Sulla panchina nerazzurra c’è di nuovo Ugo Fronti, l’uomo che già una volta l’aveva risollevata dalla depressione post-retrocessione. Questa volta, però, il tecnico non riesce nell’impresa e il club precipita nel baratro della Promozione a conclusione di un campionato che manifesta tutte le difficoltà del Civitavecchia: “Pur disponendo di una grande squadra – ricorda Luca Scrocca, biondo terzino – siamo retrocessi perché sulle nostre spalle pesarono gravi problemi societari. Per me è comunque un anno importante perché Fronti, un tecnico che è subito diventato un personaggio nella mia mente, mi fece allenare e giocare alle spalle di “bombardino” Ferri, un grande giocatore che ha contribuito molto al mio sviluppo”.

FERENTINO DA RECORD

Anche nel girone B c’è una squadra che si staglia sopra le altre. È il Ferentino di Marco Cari, che si riscatta dalla delusione dell’anno prima ed ha in Giampaolo Di Luca, attaccante da ventisette reti in trenta partite giocate, il punto di forza. In squadra c’è anche un argentino, Leonardo Vujacich, centrocampista capace di andare in gol con frequenza, e che gioca a fianco di Alessandro Berardi, Tagliaferri, Campolo e Cinelli. In porta invece c’è Massimiliano Federici, un passato in serie B e C con le maglie di Cosenza, Molfetta e Frosinone. Sulla strada del ritorno in serie D, il Ferentino trova l’Anagni di Malvestiti, altra squadra che deve la sua forza all’attacco e ad Andrea Zefferi, bomber dalla doppia cifra, in particolare. Anche il Colleferro, per un breve tratto della stagione, ha il passo per stare con le migliori, ma la sua performance non basta a regalarle un sorriso finale.

Tra le pretendenti al successo finale, non c’è più la Sezze Setina, che a stagione in corso cambia gestione, passando da Palmigiani alla coppia di presidenti Sagnelli-Arduini, con quest’ultimo che viene chiamato il Berlusconi di Sezze per il suo ostentare ricchezza. Della vecchia squadra rimane ben poco (Galassi, Delle Donne e Picca), l’allenatore è il setino Massimo Vicari, già giocatore della Vis Sezze, che dopo metà stagione lascia il posto a Gian Luigi Staffa, che eredita una situazione per niente facile, come rivela Stefano Galassi: “La squadra arriva alla fine della di stagione demotivata, anche a causa del mancato pagamento dei rimborsi spese, ed in una situazione di classifica precaria. Le grandi doti di aggregazione di Staffa portano un’inversione di tendenza e così, dopo una partita al cardioplama vinta contro il Bassiano con un gol di Sgrulloni, alla penultima giornata la squadra riesce a salvarsi. Un traguardo che per noi equivale al successo in campionato”.

LA CRISI DELL’ISOLA LIRI

Il campionato è caratterizzato dalla fragorosa crisi dell’Isola Liri, che alla quattordicesima di andata non si presenta a giocare sul campo dell’Anziolavinio. L’aspro confronto con il Comune per un avere un sostegno economico, porta alla clamorosa rinuncia, annunciata da un comunicato ufficiale. “In attesa di esaustive risposte alla nota dell’1/12/2000, recapitata al Comune di Isola Liri, ai consiglieri Comunali e al Sindaco, l’A.S. Isola Liri comunica che non disputerà l’incontro con l’Anziolavinio. Quanto sopra al fine di evitare di dover corrispondere ulteriori rimborsi spese ai calciatori. Fatto questo divenuto impossibile, attesa la latitanza del Comune a fornire garanzie circa l’esborso della somma di 100 milioni promessa a Tiseo Cavallo, Ennio Quadrini e Antonio Fragasso, che sono i dirigenti di spicco dell’Isola Liri”.

La rinuncia a giocare viene messa in atto anche nella successiva gara interna con il Pisoniano, ma poi viene ricomposta dalla disponibilità data dal Comune ad inserire nel bilancio del 2001 le somme pattuite, in parte avanzate al momento dell’iscrizione della squadra al campionato. Le proteste costano ai biancorossi non solo due sconfitte a tavolino, ma anche due punti di penalizzazione in classifica. L’Isola Liri riesce comunque a salvarsi per un solo punto di vantaggio su Scauri Minturno, Bassiano, Pomezia e Gaeta, le quattro squadre che scendono in Promozione. Il Gaeta, in particolare, disputa uno dei campionati più disastrosi della storia dell’Eccellenza, chiudendo la stagione con soli sette punti in classifica. Una vittoria (ottenuta sul Colleferro), quattro pareggi, ventinove sconfitte e 66 gol al passivo lo score negativo, che va ad inserirsi tra i record della storia del campionato di Eccellenza. La stagione è così nefasta, che nel derby con il Formia il Gaeta va ko subendo un pesante (e storico) sette a uno.

IMBATTIBILITÀ STAGIONALE

L’incapacità di far punti del Gaeta è l’esatto opposto di quello che riesce a fare il Ferentino, che chiude il campionato imbattuto dopo aver segnato la bellezza di 78 reti. L’Anagni, che si vede eguagliare il record d’imbatibilità in una stagione, ottiene il secondo posto ma restando staccato di ventitre punti. Un simile vantaggio consente alla squadra di Marco Cari di festeggiare addirittura con sei giornate di anticipo il salto di categoria con la vittoria per due a uno sul Formia. “E’ stato un anno fantastico, in cui ho segnato ventisette reti, stabilendo il mio record personale – ricorda Giampaolo De Luca, recordman di campionati vinti in Eccellenza – In quell’anno ho conosciuto tante persone, alle quali ancora oggi sono molto legato. Su tutti il tecnico Marco Cari e Marcello Pigliacelli”.

L’Anagni deve invece attendere l’ultima giornata per aver la certezza di poter giocare (e perdere contro il Civita Castellana nel primo turno) i play-off promozione. I biancorossi giocano il derby con il Ferentino con la convinzione di poter far leva sulla tranquillità della già promossa capolista. Che, invece, non vuole fare sconti a nessuno e impone la sua legge anche ai cugini che a 180 minuti dalla conclusione del campionato si vedono scavalcati dal Colleferro, vincitore 3-1 sul Sezze. Il rossoneri di Morga, però, non riescono a cogliere fino in fondo l’occasione perché la domenica successiva, in trasferta, non riescono a superare il Montello di Andrea Calce, subentrato a Coletta; l’Anagni, invece, strappazza il Pisoniano (4-2) e si riprende la piazza d’onore, difesa nell’ultima giornata dall’ennesimo assalto del Colleferro (vincitore 1-0 sul Velletri) con il successo esterno per uno a zero ad Anzio, firmato da un gol di Zefferi al 40’ del primo tempo.

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