giovedì, 21 Novembre 2024

I PROTAGONISTI

Le polemiche Civita Castellana-Fiumicino sui giornali di allora
La rosa del Colavene Civita Castellana 1991-1992
La Cynthia, vincitrice del girone B del 1991-1992
Bruno abbatini, genzanese doc e rivale della Cynthia in campionato

LE CLASSIFICHE FINALI

GIRONE A

GIRONE B

STAGIONE 1991-1992: CIVITA CASTELLANA E CYNTHIA

La composizione dei primi due gironi del campionato di Eccellenza 1991-92 viene fatta con criteri semplici dal Comitato Regionale Lazio. È agosto quando la Regione viene ufficialmente spaccata in due, divisa tra Nord e Sud, con le squadre romane che diventano l’ago della bilancia per la composizione dei gironi. Almas Roma, La Rustica e Romana Gas finiscono con l’andare a giocare con le squadre pontine, frusinate e della provincia romana a sud della capitale. Mentre Aureliana, Fiumicino (che è ancora Comune di Roma) e Tanas Primavalle sono invece inserite nel girone A, quello delle squadre viterbesi e reatine, insieme a Guidonia, Tor Lupara e alle due società di Monterotondo.

Oltre alla nuova distribuzione geografica, le società devono confrontarsi anche con la limitazione che la Lega Dilettanti impone al nuovo campionato: i calciatori che vi prendono parte non debbono aver superato il 26.mo anno di età. A questo viene aggiunto anche l’obbligo di inserire nella lista di gara almeno due calciatori appartenenti alla categoria “under 18”. Resta salva la possibilità, già in vigore la stagione prima per il campionato di Promozione, di schierare tre “fuoriquota”, di cui almeno uno rientrante nella categoria dei “fedelissimi”, a cui appartengono quei calciatori che, pur avendo superato i 26 anni di età, sono tesserati con il club da almeno sei stagioni consecutive.

IL GIRONE A

Una norma che va subito ad incidere sull’esito finale del girone A del campionato, caratterizzato nella prima parte dal dominio del Fiumicino, ma chiuso con lo storico successo della Colavene Civita Castellana. Il Fiumicino al via si presenta come la squadra da battere, forte com’è del gruppo appena trasferitosi dalla vicina Fregene. Giocatori del valore di Mattiuzzo, Quadraccia, Virgilio, Maccauro, Pecoraro, Rosa e Borsoi danno subito grande consistenza alla squadra rossoblù, che nel giro di pochissime settimane dall’avvio arriva a fare il vuoto dietro di se mettendo cinque punti tra lei e le inseguitrici, quando le vittorie valgono ancora due punti. Nel bel mezzo del campionato, però, arriva una forte penalizzazione per il Fiumicino, che in un sol colpo perde otto punti per la posizione irregolare del portiere Portolano, schierato come “fedelissimo” dalla seconda alla sesta giornata di campionato,
senza averne però le condizioni per esserlo. Così, due pareggi e tre vittorie conseguite sul campo dal Fiumicino vengono trasformati in altrettante sconfitte per zero a due a danno dei rossoblù.

Tra i successi cancellati, c’è anche quello della quarta giornata contro la rivale Colavene Civita Castellana, gol di Rosa e tante contestazioni nei confronti dell’arbitro per via di due espulsioni sancite nella squadra viterbese. Proprio dopo questa sconfitta, la società di Civita Castellana scopre un’irregolarità nel tesseramento del portiere Portolano e presenta il primo, a cui in breve si accodano altre tre società. La posizione del portiere rossoblu (che nel frattempo non viene più impiegato come fedelissimo) resta sospesa per qualche mese, poi arriva la decisione che trasforma da buono in eccezionale il campionato della squadra di Luciano Siddi. La Disciplinare reputa fondati i ricorsi presentati e così il Fiumicino scivola dal primo posto con tre lunghezze di vantaggio sulle seconda, al settimo in coabitazione con il Tor Lupara e con un ritardo di sei lunghezze dalla nuova capolista, il Civita Castellana.

LA FUSIONE

La Colavene improvvisamente diventa la protagonista assoluta dell’anno, una bella favola iniziata in estate con la fusione tra il Civita Castellana del presidente Fabrizio Angelelli, che viene da anni di anonimato in Prima categoria, e il Fabrica di Roma presieduto da Roberto Ciappici. A sostenere l’unione è Giovanni Colamedici, imprenditore emigrato anni prima in Venezuela, che al suo ritorno a Civita, decide di investire i risparmi in un’azienda per la lavorazione di mobili in legno e vuole ridare, al tempo stesso, vitalità al calcio della sua cittadina natale. Il Fabrica porta in dote il titolo di Eccellenza, dando vita alla Colavene, l’acronimo della prima parte dei nomi Colamedici e Venezuela. “Quando quell’8 di agosto del 1991 ci trovammo al Turiddu Madami per l’inizio della stagione – ricorda Luciano Siddi, il tecnico di quella squadra – Io e Franco Chiricozzi avvertimmo subito una piacevole sensazione, anche se di difficile interpretazione. Come se già avessimo lavorato in quel campo, come se avessimo già vinto qualcosa, come se quelle tante ma veramente tante persone presenti al raduno fossero nostri vecchi amici: insomma, un film già visto. Fu uno strano approccio, un’aria maledettamente umida di responsabilità, quella che di solito non compete ai neofiti. Cioè, a coloro che si accingono timidamente alla conoscenza di un campionato di categoria superiore, in una nuova città, con mille problematiche da trasferimento logistico e quant’altro. Civita Castellana non indossava gli abiti da nobildonna da tempo, da molto tempo. Ma corsi e ricorsi storico-sportivi stavano lì a ricordarcelo, anche attraverso le parole entusiastiche dei tifosi, quelle persone che da subito ci hanno indotto ad avere atteggiamenti da protagonisti”.

Il debutto della nuova società è una festa. La gente di Civita Castellana torna a riempire lo stadio Madami, teatro di epiche sfide e derby d’altri tempi in serie C, e la Colavene, alla prima giornata di campionato, ottiene subito due punti, con l’uno a zero sul Tor Lupara, squadra che nel corso della stagione si rivelerà la bestia nera di molti club. Al primo successo fanno seguito un’altra vittoria fuori casa per 3-0 a Montelibretti, un pareggio interno (1-1 con il Monterotondo) e la sconfitta 1-0 sul campo del Fiumicino (che poi sarà tramutata in vittoria): risultati non eccellenti che frenano l’entusiasmo civitonico. Poi arrivano le prime indiscrezioni sull’esito positivo del reclamo sul caso Portolano e l’entusiasmo torna a salire. La decisione della Disciplinare arriva dopo l’undicesima giornata, quando i giudici ridisegnano la classifica, togliendo prima al Fiumicino sei punti e successivamente altri due quando il Comitato Regionale assegna lo 0-2 a tavolino ai rossoblù anche per la gara contro il S.Marinella.

IL PRIMO STRANIERO

La Colavene balza così al comando della classifica, cominciando a intravedere l’autostrada che la riporterà làddove era stata parecchi anni prima: in quarta serie. Il Fiumicino accusa il tremendo colpo, barcolla, ma non getta la spugna. Dopo l’iniziale rabbia e delusione, dalla vicenda trova la forza per rialzarsi e confermare tutto il valore del proprio organico, riuscendo a rimontare alcune posizioni e chiudere il campionato al secondo posto in classifica, sia pure a cinque lunghezze dai vincitori. Cozzi è bravo nel mantenere saldo il gruppo (che si prenderà la rivincita l’anno successivo) facendo leva soprattutto sul divertimento. “Quando andavamo in trasferta – ricorda Fabio Quadraccia – gli avversari ci vedevano arrivare con un impianto stereo portatile al seguito e dopo pochi minuti lo spogliatoio veniva invaso da musica ad alto volume. Un accorgimento con cui mister Cozzi ci dava ogni volta la giusta carica. I nostri avversari ridevano di questo nostro singolare sistema, ma al termine delle partite spesso a ridere eravamo noi”.

La musica dà forza al gruppo rossoblù, ma non rimette completamente le cose a posto perché la Colavene Civita Castellana, conquistata la testa della classifica, non lascia più spazio agli avversari. La determinazione del gruppo di giocatori viterbesi (in cui spicca Ibro Genc, ex nazionale albanese che approda a Civita Castellana dopo aver lasciato la propria nazionale a Parigi) è talmente forte che la squadra si può permettere di lasciar partire per una settimana il proprio tecnico, invitato in Giappone per uno stage tecnico all’Università. Senza il tecnico titolare, sostituito da Franco Chiricozzi, il Civita si fa bloccare in casa sullo zero a zero dall’Aureliana, ma è un risultato che non cambia le cose nell’economia del campionato.

AL MADAMI

L’atto finale della rinascita del calcio civitonico si gioca in un Madami strapieno e l’avversario è il Subiaco. La partita finisce 2-2 e al termine c’è la consueta invasione di campo, mentre la banda folkloristica La Rustica compie diversi giri del terreno di gioco a suon di musica. Ai piedi delle tribune, compaiono migliaia di panini con porchetta ed ettolitri di vino, offerti dalla Colavene. Festa emblema di un anno fantastico, che il tecnico di quella squadra, Luciano Siddi, immortala così: “Bambini, Gasperini, Ibro Genc, Puccica, Romagnoli, Severi, Zappa, il compianto professor Nisini, l’ineguagliabile Piacentini e tutto lo staff dirigenziale, per un anno intero sono stati lì a suonare come sa fare solo una consolidata orchestra. Con un direttore come il patron Ciappici che ha saputo dare una vera organizzazione ai vari settori societari, distinguendoli e responsabilizzandoli. È lui l’artefice primo di quel successo, che ha tanti momenti in cui identificarsi: dalla penalizzazione del Fiumicino, pescata dalla “talpa” Piacentini in una banale irregolarità, all’indimenticabile vittoria nella gara di ritorno al Madami, della quale ricordo lo striscione Masci quello che tocchi sfasci e la tasca del cappotto di Cozzi rimasta in mano a Puccica dopo averlo fraternamente salutato nello spazio antistante gli spogliatoi. Con piacere ricordo anche le cento mila lire comminate a Verdicchio, capace di far morire il nonno per la terza volta nell’arco di sei mesi. Ma erano tanti i personaggi di spicco in quella squadra: dal sontuoso Severi, al professor Romagnoli, dal maestro Puccica al mitico Corinti, dal professionale Gasperini all’elegante Bambini, passando per l’opportunista (sul campo) Zappa e lo sfrontato Moscioni. Senza dimenticare Campetelli, Morrone, Mania, Contadellucci, Ricci, Vaccarelli e Soncini. Sono stati loro a corrispondere a quelle aspettative dei civitonici che meritavano di essere sdoganate”.

IL GIRONE B

Nel girone B a vincere è una delle squadre favorite della vigilia, ovvero il Cynthia Genzano, appena retrocesso dall’Interregionale e quindi pervaso da una forte voglia di riscatto. Il cammino vincente della squadra castellana, però, passa attraverso un evento traumatico, qual è l’esonero dell’allenatore Aldo Crisanti, che i presidenti Guido e Marco Abbatini mandano via a sole quattro giornate dalla conclusione del campionato. Al suo posto viene chiamato Elvezio Belardi, a cui si chiede un’unica cosa: evitare il sorpasso sul filo del traguardo da parte di Fondi e Nuova Itri, le avversarie di un’intera stagione.

Il Cynthia è una squadra costituita da numerosi giovani (molti dei quali romani) e per carburare impiega qualche giornata: un punto in due partite fa infatti vacillare la convinzione che il ritorno in quarta serie possa essere immediato. Oltretutto, l’avvio di Fondi e Aprilia è sfavillante, con quest’ultimi che nello scontro diretto alla seconda giornata mettono a dura prova la credibilità della squadra di Crisanti, sconfitta due a zero. Proprio da quel ko il Cynthia si rialza. Infila quattro vittorie consecutive, ritrova lo smalto migliore e conquista il vertice della classifica alla quinta giornata.
Una difesa ermetica, gioco veloce e la buona tenuta atletica consentono ai castellani di mantenere un passo da protagonista fino alla fine, rintuzzando via via la rincorsa attuata non soltanto dell’Aprilia, che ben presto perde il passo delle migliori, ma anche del Ceccano, del Fondi e della Nuova Itri, con quest’ultima che a fine stagione diventerà la rivelazione dell’anno calcistico.

STRISCIA POSITIVA

Diciotto risultati utili consecutivi rappresentano il biglietto da visita del Cynthia per conquistare il titolo d’inverno con 23 punti in classifica e una media inglese praticamente perfetta. Nella prima parte del girone di ritorno, il Cynthia fa ancora meglio, dando l’impressione di poter chiudere il campionato ben prima dell’ultima giornata. Ma l’idea resta tale perché la squadra di Crisanti, pagando forse un eccesso di sicurezza, improvvisamente rallenta e viene “risucchiata” dal gruppo delle inseguitrici. Il Fondi inizia a farsi minaccioso e a cinque giornate dalla fine, dopo aver inanellato una serie di otto risultati positivi (cinque vittorie e tre pareggi) è ad un solo punto dai castellani, che invece restano a secco di vittorie e senza reti per cinque turni (tre zero a zero e due ko per 1-0). Anche Nuova Itri e Ceccano, che sembravano fuori gioco tornano in corsa portandosi a meno tre punti dalla capolista.

Alla nona giornata di ritorno, lo scontro diretto con i ciociari, allenati da Bruno Abbatini, cugino dei due presidenti del Cynthia e già centravanti del club biancazzurro, diventa il crocevia della stagione. La squadra castellana va subito due a zero, poi subisce la rimonta del Ceccano, favorita da un contestatitissimo calcio di rigore, che porta all’espulsione (e poi ad una lunghissima squalifica) del tecnico del Cynthia Crisanti. Ma sarà proprio un altro calcio di rigore, concesso nel finale, a regalare al Cynthia una vittoria importantissima. Nella scontro diretto, “schiccherò”, com’era soprannominato Bruno Abbatini quando giocava nel Cynthia, è squalificato e deve assistere alla gara dalla tribuna: “Ricordo ancora che tra un’azione e l’altra, lo vedevo andare su e giù per la tribuna dello stadio nervoso come forse mai nella sua vita”, rivela Daniele Bastianelli, giovane centrocampista nato a Velletri (con cui vincerà di nuovo l’Eccellenza due anni dopo) uno dei protagonisti di quella splendida stagione del Cynthia Cynthia.

DUE PAREGGI

Superato lo scoglio Ceccano, il Cynthia non riesce però a riprendere a camminare con il passo giusto. Arrivano infatti altri due pareggi, che accorciano le distanze dal Fondi e dalla Nuova Itri. A quattro giornate dalla fine del campionato, Guido e Marco Abbatini decidono così di dare una scossa molto forte: via il tecnico Crisanti, peraltro fermato dal giudice sportivo fino al 20 maggio, panchina ad un tecnico esperto e gioviale come Elvezio Belardi. “La squadra era piatta, tutti pensavamo di aver già vinto il campionato – ricorda ancora Daniele Bastianelli – Non c’era più tensione quando preparavamo le partite e scendevamo in campo. L’arrivo di Belardi fu un toccasana, perché riportò l’allegria. Era un simpaticone, si presentava sempre nello spogliatoio con la sigaretta in bocca e trovò subito il modo per scuoterci”.

Con il nuovo allenatore in panchina il Cynthia ottiene un solo successo (alla terz’ultima giornata) e tre pareggi, di cui uno importantissimo (1-1) sul campo della Nuova Itri. È quanto basta per tenere in vetta alla classifica la squadra, che ottiene il punto-promozione dalla gara interna con la Vis Sezze, ultima di campionato che tuttavia conferma come il Cynthia Genzano arrivi con il fiato corto sotto lo striscione del traguardo. La squadra biancazzurra segna nel primo tempo l’uno a zero che può finalmente chiudere la stagione in modo trionfale. Ma il Sezze non regala nulla. I pontini lottano su ogni pallone, non si risparmiano un attimo e a pochi minuti dalla fine dell’incontro trovano il gol del pareggio, gettando un’ombra di paura sul Comunale.

L’ABBRACCIO

In molti cresce il timore di una beffa finale, che svanisce soltanto quando il triplice fischio di chiusura sancisce l’uno a uno e il ritorno in serie D del Cynthia. La gioia finalmente esplode, dando via a quei festeggiamenti preparati con largo anticipo e messi momentaneamente in disparte. Al fischio finale il rullo dei tamburi dalla tribune è assordante e i tifosi invadono il terreno di gioco a caccia delle maglie ricordo. Nello spogliatoio l’euforia contagia un po’ tutti e a turno giocatori e tecnici finiscono sotto la doccia. Commuove l’abbraccio tra il vecchio e il nuovo allenatore, ovvero tra Aldo Cristanti e Elvezio Belardi, uno stile di calcio che oggi non c’è più.

Alle spalle del Cynthia, arriva il Fondi, rimasto dietro una sola lunghezza. I pontini si rendono protagonisti di una rimonta che a due giornate dalla fine del campionato (quando le due squadre sono separate da appena due punti) viene bruscamente frenata da un inaspettato ko esterno (2-1) sul campo dell’Almas Roma, fanalino di coda del girone e già aritmeticamente retrocesso in Promozione. La rabbia per l’occasione gettata al vento (nella stessa giornata il Cynthia è bloccato sull’uno a uno nel derby con l’Albano) viene sfogata tutta nell’ultima gara di campionato sulla Nuova Itri, rivelazione del campionato, che a sua volta chiude al terzo posto, a tre lunghezze dalla prima in classifica. Insieme all’Almas, retrocedono l’Albano e lo Sporting Pontecorvo, mentre il Macir Cisterna riesce a salvarsi soltanto all’ultima giornata grazie al pareggio (1-1) sul campo dell’Aprilia, quarta forza del campionato.

GALASSI E GIANNICHEDDA

“Eravamo una squadra molto giovane”, ricorda Stefano Galassi, uno dei protagonisti di quel club diretto da Salvatore Caiazza. Dirigente sempre molto attento ai bilanci, il presidente del Macir ha il grande coraggio (ripagato) di affrontare il campionato con la squadra Berretti della stagione precedente. “A guidarci c’era Antonio Morano, che prende il posto di Luciano Melloni, il tecnico della Promozione non aveva sposato il progetto della società”, racconta ancora Galassi. “La preparazione è massacrante, con il test di Cuper ripetuto tre volte nel primo giorno di lavoro nella pineta di Nettuno. Le fatiche estive si servono per raggiungere l’obiettivo salvezza, a cui arriviamo grazie ai gol di Gianluca Scapin, che in quella stagione vince il titolo di capocannoniere del girone”.
Non ce la fa a salvarsi, invece, lo Sporting Pontecorvo, che fa esordire in prima squadra Giuliano Giannichedda, che ben presto finirà all’Udinese prima e alla Lazio e alla Juventus poi, vincendo scudetti e coppe e indossando la maglia della nazionale “con cui divisi una presenza nella rappresentativa regionale di categoria di allora”, ricorda ancora Stefano Galassi.

IL CONCORSO

Alla nascita del campionato di Eccellenza, è legato anche il “Trofeo Acqua Vera”, società produttrice di acqua minerale che in questa occasione sceglie i dilettanti per promozionare il suo prodotto attraverso un’operazione di marketing che lì per lì sembra vincente, ma che alla sua conclusione si rivela un flop per le società coinvolte, sedotte e abbandonate. “La società promise la costruzione di uno stadio al club che otteneva il maggior numero di voti attraverso le schede allegate alle bottiglie di acqua minerale”, ricorda Eraclito Corbi, il direttore del Corriere Laziale. Le società dilettanti di tutta Italia, danno quindi vita ad una particolare caccia, quella alle schede per la votazione abbinata alle confezioni di Acqua Vera. “Nel mese di aprile – ricorda ancora Corbi – il premio settimanale di cinquanta palloni fu vinto dalla Colavene, risultata la più votata”. Altre due squadre laziali, invece, arrivano fino sotto il traguardo, e una riesce addirittura a tagliarlo. “La Nuova Vis Subiaco arriva alla finale della sua categoria, ma allo stadio dei Marmi di Roma viene sconfitta dalla Pistoiese. La Sorianese, invece, vince il minitorneo, sconfiggendo prima il Gallipoli e poi la Casalese, in vantaggio fino al quinto rigore prima di sbagliarne due di fila e consegnare ai viterbesi il successo”. Lo stadio, però, resta una chimera perché l’Acqua Vera non ononerà mai l’impegno assunto.

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DIDASCALIE

  1. Le polemiche Civita Castellana-Fiumicino sui giornali di allora
  2. La Colavene Civita Castellana, vincitrice del girone A
  3. La Cynthia Genzano, vincitrice del girone B
  4. Aldo Crisanti, tecnico della Cynthia di Genzano

LA CLASSIFICA DEL GIRONE A

LA CLASSIFICA DEL GIRONE B

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