Un Crisari senza voce e senza più energie per quello che è stato sicuramente il giorno più lungo della sua permanenza sulla panchina della Rappresentativa Regionale. Il Lazio è di nuovo nell’elite del Torneo delle Regioni, grazie ad una squadra e ad uno staff ottimamente condotti da un grande Silvio Crisari.
“Dopo la vittoria di ieri per cinque a zero sul Piemonte – spiega il tecnico – avevamo a disposizione due risultati utili su tre e proprio su questo vantaggio abbiamo impostato la gara. Ben coperti, con la sicurezza di un ottimo portiere a coprirci le spalle e pronti a colpire in contropiede”.
Invece come è andata poi realmente?
“Il primo tempo ha rispettato esattamente questa impostazione. Zero a zero alla fine della prima frazione e almeno due occasioni per noi che avrebbero meritato maggior fortuna. Seconda parte della gara che inizia con lo stesso cliché fino al decimo minuto quando, nel giro di una manciata di secondi riusciamo a cogliere per ben due volte i legni della porta avversaria. E sfortuna vuole che, proprio in occasione del secondo palo, la Calabria riparte e va in rete. I ragazzi vanno nel pallone e subiamo il più classico degli uno-due. Sotto di due reti a sette minuti dalla fine, chiamo il time out e faccio il discorso del gladiatore: siamo i più forti e questo è il momento di dimostrarlo. Cambio il quartetto al completo e sotto a testa bassa. Un missile di Rolli dimezza le distanze e poi è stato solo assedio, con una rete incredibilmente annullata dal Direttore di gara, per un fallo a favore nostro e con la rete di rapina di Cerchiari ad un minuto dalla fine, che ci porta in Paradiso.”
Dove sta la forza di questa squadra?
“La forza di questa squadra è quella di essere …. una squadra! A partire dallo staff tecnico che forma un tutt’uno con i ragazzi in campo. Persone eccezionali come Maurizio Anzini, come Roberto e Daniele Cencini, come lo stupendo Claudio Sbardella, sono le fondamenta di un gruppo che è riuscito a dare ai ragazzi la consapevolezza della loro forza e il carattere di lottare su ogni palla, su ogni centimetro di campo, su ogni secondo di gioco. E poi, la duttilità tattica e la freschezza atletica, data, come ripeto da tempo, da dodici titolari bravi e intercambiabili. Siamo riusciti, nel breve volgere di un time out a reimpostare la squadra, a trasformare una tattica attendista in una situazione di assalto all’arma bianca. E il risultato ci ha dato ragione contro tutti e contro tutto. Abbiamo superato una grande Calabria che esce con l’onore delle armi, battuta solo dal regolamento. Ma anche la sfortuna e qualche decisione arbitrale a mio parere un po’ troppo severa.”
Decisioni arbitrali che ci costringono ad affrontare il Veneto senza Capitan Roscia e senza uno dei due portieri.
“Provvedimenti disciplinari inevitabili, soprattutto quello di Daniel, costretto al fallo tattico, giustamente sanzionato dall’arbitro. L’espulsione a seguito della bagarre che si è scatenata all’annullamento della nostra rete del pareggio fa, purtroppo, parte del gioco. Ripeto quello che ho detto ieri per Piccirilli e che, oggi, vale per Roscia: lo avremo più fresco per la finale.”
Il prossimo avversario è il Veneto…
“Il Veneto è tradizionalmente una formazione quadrata e molto ben organizzata che ha anche il vantaggio di riposare un giorno in più rispetto a noi. Ma credo che a questo punto del Torneo una squadra vale l’altra e il Lazio non è certamente seconda a nessuno, per forza dei singoli, per duttilità tattica e perché siamo consapevoli della nostra forza.Venerdì scenderemo in campo per vincere e per conquistare la finale. Siamo affamati di vittoria, abbiamo cancellato la parola paura dal nostro vocabolario e siamo convinti che stavolta possiamo arrivare sino i fondo.”