Castrense, ritorno al futuro

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Pacenza, attaccante della Castrense (foto di Mauro Topini - RIPRODUZIONE RISERVATA)

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Pacenza, attaccante della Castrense (foto di Mauro Topini – © RIPRODUZIONE RISERVATA)

La seconda volta della Castrense. La seconda volta in Eccellenza per la squadra del piccolo centro ai confini dell’Alto Lazio. Ed è una seconda volta uguale alla prima, firmata ancora dalla famiglia Camilli (Vincenzo come il padre Piero) e con un’esclation rapida (com’è nell’etimologia della parola, d’altronde) e devastante per gli avversari. Il ritorno sul massimo palcoscenico regionale avviene a quindici anni esatti da quell’unica apparizione della squadra che, alla fine degli anni Novanta, scalò prepotentemente i vertici del calcio dilettantistico nazionale, arrivando in appena cinque stagioni a giocare nell’allora Campionato Nazionale Dilettanti. Tre campionati vinti di fila (dalla Seconda Categoria all’Eccellenza), poi un play off che portò la Castrense ad affacciarsi, come uno dei centri più piccoli di tutto il panorama calcistico nazionale, nel calcio nazionale, quello che valica confini e attenzioni.

Oggi, la Castrense, passata attraverso una rinascita dalle proprie ceneri, sta ripercorrendo la stessa strada, con un pilota che ha nel Dna gli stessi cromosomi di quel Piero Camilli che volle prepotentemente portarsi, con la sua voglia di fare calcio, ai vertici: prima con la Castrense, appunto, poi con il Grosseto, da poco lasciato dopo averlo portato fino alla serie B. Oggi, a Piero è subentrato Vincenzo Camilli, che ha voluto emulare il genitore: così, dopo aver portato trionfalmente la Castrense dalla Prima Categoria in Promozione, ecco il bis immediato, sia pure più sofferto rispetto al primo.

La Castrense ha chiuso il discorso promozione quasi non giocando, perché contro il Cantalupo la gara è durata appena 35 minuti per l’inferiorità numerica nella quale è venuta a trovarsi al squadra avversaria, già menonomata al suo arrivo a Grotte di Castro dalla presenza di soli otto calciatori. “La vittoria del nostro campionato è stata più che meritata”, si è affrettato a far sapere Enrico Centaro, il mister della squadra gialloblù. Il cui rapporto con il club ha vissuto una piccola crisi, sfociata in un avvicendamento temporaneo sulla panchina. “E’ comunque stata la vittoria di un grande gruppo, che ha saputo gestire i momenti di critici che abbiamo vissuto nel girone di ritorno”.

In effetti, a un’andata vissuta in scioltezza (l’imbattibilità durata tutto il campionato di Prima Categoria è stata protratta fino all’inizio del 2013) ha fatto da contraltare un girone discendente in cui è arrivato il primo ko dopo due anni. I numeri della capolista certificano una cavalcata importante: 72 punti in 33 gare (c’è ancora l’ultima giornata da giocare), frutto soprattutto di un girone d’andata nel quale Ingrosso e compagni ne hanno raccolto ben 45. A fare la differenza è stato il rendimento casalingo della Castrense, che ha raccolto tre le mura amiche ben 14 delle 21 vittorie complessive con 65 reti fatte e soltanto 24 subite.
“Dalla settima giornata siamo stati sempre in testa alla classifica – sottolinea Enrico Centaro – e da quel momento nessuno ci tolto più lo scettro. Sono contento di avere guidato la squadra fino al porto dell’Eccellenza: fin dal primo giorno di ritiro ho sentito questo gruppo nella mia pelle e mi sarebbe dispiaciuto non essere con loro domenica per festeggiare questo grande traguardo». Già, perchè il tecnico per tre domeniche ha lasciato il posto a Nazareno Gufi, una piccola crisi tecnica che non ha comunque minato la forza del gruppo.

«Ci siamo presi questa vittoria, senza che nessuno ci abbia regalato nulla”, strilla quasi il presidente Vincenzo Camilli. “Voglio fare i miei complimenti a tutti, soprattutto al tecnico Centaro”. Ora il pensiero di Camilli sarà rivolto a costruire una squadra che avrà l’obiettivo di conquistare anche l’Eccellenza, per pter dire tale padre, tale figlio. «Ancora non ho deciso niente – premette Camilli – ma di certo arriveranno un direttore generale ed un direttore sportivo». Per una società che sia davvero d’Eccellenza, e non solo.

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