Ha contribuito ad abbattere tutti i record negativi dell’Eccellenza, ma il sorrsio, dai volti dell’Anitrella calcio, non è mai sparito. Il club della provincia di Frosinone, ultimo in classifica con un solo punto in classifica (nessuno ha fatto peggio in oltre vent’anni di storia del campionato) e ben 119 gol al passivo e appena 14 all’attivo. “Il nostro successo sarà quello di portare a conclusione la stagione”, spiega Alfredo Rapini, il dirigente che è rimasto al timone della squadra dopo la “grande fuga” d’inizio stagione. “Il campionato è andato ormai da tanto tempo, praticamente dalla scorasa estate quando ci sono venuti a mancare i supporti economici su cui contavamo; ma è nostra ferma volontà quella di onorare i colori sociali della società, che ha sessnt’anni di storia”.
Rapini è rimasto con altri due amici “a mandare avanti la baracca per arrivare fino in fondo, senza mandare tutto all’aria perché chi doveva aiutarci sul piano economico si è tirato indietro all’ultimo momento. Oltre a noi tre dirigenti, c’è l’allenatore, Alfredo Birilli, professore di educazione fisica che ha voluto starci al fianco nel momento di maggiore difficoltà. Nessuna altra persona si sarebbe sacrificata come lui; per l’impegno merita un premio questo tecnico”.
Domenica scorsa, l’Anitrella ha incassato altri dodici reti, stabilendo così, per la seconda volta in questa stagione e nella storia del campionato, il record negativo nei punteggi delle sconfitte, e ovviamente anche delle vittorie, se guarda l’altra faccia della medaglia, dopo il 12-0 subito dal Morolo un paio di mesi fa.
“In campo vanno quasi tutti ragazzi del posto più qualcun altro delle zone limitrofe – spiega Rapini -. Si tratta comunque tutti di juniores, alcuni dei quali sono impegnati anche nelle partite del sabato. Personalmente, e a nome di tutta Anitrella, voglio pubblicamente ringraziarli per l’impegno e la passione che mettono, dopo che a dicembre sono andati via quei calciatori che giocavano soltanto per i soldi”.
Per molti di loro, dopo questa esperienza, potrebbero aprirsi definitivamente le porte dell’Eccellenza perché, al di là dei pesanti risultati al passivo, le qualità tecniche in questi ragazzi non mancano davvero. “E’ un esperienza che sicuramente porterà dei frutti, a noi come società e a loro come atleti, poiché stiamo valorizzando dei giovani che scendono in campo dando l’anima, pur sapendo di trovarsi davanti a giocatori con più classe e esperienza”.
L’onore della maglia e lo scendere in campo solo per divertirsi. Ecco il volto buono della difficile annata dell’Anitrella. “L’aspetto positivo di questa situazione è che è tornato lo spirito di una volta. E’ bello vedere questo soprattutto nei giovani che giocano solo perché a loro piace il calcio”.
Giovani significano presente,ma anche futuro. “E’ vero, perché è da questa base che vogliamo ripartire, in Promozione, il prossimo anno. Stiamo già lavorando per rinforzare la società, e dopo nove anni di Eccellenza vogliamo scendere di categoria con la massima dignit