Ciro Sannino è la new entry nel gruppo dei selezionatori ai quali il Comitato Regionale ha affidato la guida della Rappresentativa Giovanissimi al Torneo delle Regioni 2018, che scatterà in Umbria da sabato prossimo.
Umile, preparato e determinato, con una grande cultura del lavoro, è stato seduto su prestigiose panchine, partendo dal Settore Giovanile per arrivare nel nazionale. La sfida è quella di tentare di riportare il Lazio nella categoria Giovanissimi sul tetto d’Italia.
Mister Sannino, come ti vedi nel tuo nuovo ruolo di selezionatore di una Rappresentativa Regionale?
“L’unica sensazione che posso provare è di orgoglio e gratitudine per la fiducia che il Comitato Regionale Lazio e, soprattutto, il presidente Melchiorre Zarelli, hanno voluto dimostrarmi, chiamandomi a far parte dello Staff tecnico delle Rappresentative. L’incarico di selezionatore per questa categoria è di grande responsabilità, considerando l’età dei giovanissimi, che sono i più piccoli tra le quattro rappresentative del Lazio partecipanti al torneo.
Quali sono i programmi alla base del tuo lavoro?
“Sviluppare la crescita dei ragazzi anche attraverso l’esperienza della rappresentativa in collaborazion con le società di appartenenza dei giocatori. L’obiettivo è quello di dare il nostro contributo alla formazione tecnico-tattica dei giovani calciatori Far parte della Rappresentativa deve comunque rappresentare uno stimolo e una opportunità per migliorarsi. Mi auguro, quindi, che le società possano apprezzare il progetto e lo sostengano, in un’ottica di sempre più crescente collaborazione. Non dimentichiamoci che per questi ragazzi, all’inizio della loro storia sportiva, è una straordinaria opportunità per confrontarsi con nuove realtà e migliorarsi dal punto di vista tecnico, tattico e umano. La Rappresentativa deve essere anche una vetrina, che serva ad avvicinare i giovani al calcio a cinque, per la valorizzazione ai nostri settori giovanili”.
Ha già scelto i 12 che porterai in Umbria?
“In linea di massima sì, aspettiamo le ultime gare di campionato poi li renderemo noti. E’ dal 27 novembre che abbiamo iniziato i raduni. In totale abbiamo visionato 98 atleti dai quali abbiamo scelto i 12 iocatori che rappresenteranno il Lazio al prossimo Torneo delle Regioni.”
Quali le differenze tra allenare un club o una Rappresentativa?
“La differenza fondamentale sta nel numero di sedute di allenamento, durante le quali hai a disposizione i ragazzi. Inoltre, nelle Rappresentative, l’aspetto prettamente agonistico è molto diluito perchè non è legato a gare di campionato e coppa che si susseguono settimanalmente. La partecipazione al Torneo delle Regioni, però, compensa tutto: oltre a dover giocare tante gare ravvicinate c’è un’esperienza di ritiro paragonabile a quella dei professionisti. Per quasi tutti loro sarà la prima volta che si affacciano da protagonisti a questa straordinaria vetrina e mi auguro che rappresenti per loro un’emozione indimenticabile”.
Quali sono le aspettative per il TDR?
“Mi auguro di fare bene. Anche per me è una esperienza nuova e spero che il grande lavoro che stiamo svolgendo insieme a tutto il mio staff ripaghi l’impegno e la passione che stiamo dedicando a questo progetto”.
Quale delle avversarie del girone temi di più?
“Partiamo dal fatto che il girone è molto difficile. Campania, Toscana e Marche sono regioni che storicamente hanno sempre ben figurato nel calcio a 5 e nel torneo in particolare. Ma sono anche convinto che le altre regioni temono il Lazio, che viene da un primo e un secondo posto conquistati nelle ultime due edizioni”.
Un messaggio ai tuoi giocatori?
“La vittoria migliore, la più sicura, quella che ne prepara altre, si fonda sul concetto di squadra. Non criticherò mai un mio giocatore se non gioca bene, ma lo farò se non gioca per la squadra. Il mio credo è “sapersi sacrificare per il compagno di squadra”. I dodici componenti che formeranno il gruppo dovranno fare avere bene in mente questo principio, lavorando con la squadra e per la squadra. E questo il punto alla base del mio metodo di lavoro che farò di tutto per trasmettere a ciascuno dei miei ragazzi”.