La partenza è senza i riflettori puntati addosso. Ma le intenzione di accenderli ci sono tutti. Per Anthony Macidonio, l’avventura al Torneo delle Regioni 2018 parte nel segno della spernza. «Ma anche della consapevolezza», spiega il giovani allenatore. «Siamo infatti tutti consapevoli che il gruppo che abbiamo formato è molto giovane e che farà leva molto sull’entusiasmo».
Già, perché nella Rappresentativa Femminile, che domani mattina partirà per l’Abruzzo insieme alle altre tre Rappresentative maschili, ha un’età media molto bassa. «Nel gruppo ci sono calciatrici del 2000 me anche del 2001; non so quante altre squadre rappresentative possono dire altrettanto», spiega il tecnico, chiamato la
scorsa estate alla guida della squadra in rosa. «La nostra è stata quasi una scelta forzata”, spiega ancora Macidonio. «La serie C, soprattutto qui nel Lazio, con le riforme dei campionati nazionali, è in una fase di ristrutturazione, avendo perso tante calciatrici salite di categoria con le proprie squadre. Ma non ci demoralizziamo».
La prima avversaria sarà la Lombardia, probabilmente il top del movimento femminile. «Forse è un bene, così le ragazze, che sono tutte alla prima esperienza nel Torneo delle Regioni, capiranno subito qual è il valore della manifestazione e del calcio femminile italiano. E noi, a nostra volta, capiremo di che pasta siamo fatti come squadra. Credo, tuttavia, che la qualificazione ai quarti ce la giocheremo con Basilicata e Liguria».
Opportunità di crescita, ma anche di valorizzazione tecnica sono le prerogative con le quali la Rappresentativa Femminile si sposterà in riva all’Adriatico. «Esatto, sarà una bella esperienza per tutti, me per primo che ho vissuto altre esperienze simili ma da fuori il campo. Stare in campo è tutta un’altra cosa».
Il modulo con il quale la Rappresentativa Femminile scenderà in campo, salvo variazioni tattiche dettate dalle esigenze, sarà il 4-4-2. «Lo ripeto, sarà l’entusiasmo la nostra arma in più. Nelle ragazze sto vedendo tanta voglia di fare bene, e mi dispiace per quelle calciatrici che non sono potute partire con noi: d’altronde, la rosa è di venti elementi e devo fare delle scelte. Ma tutte avrebbero meritato di giocare in Abruzzo».