TDR 2018, Pesci:«In Abruzzo per crescere in campo e fuori»

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Quarto anno da tecnico della Rappresentativa Giovanissimi. Nel suo palmares due finali e un quarto di finale. Gianfranco Pesci è ormai un “veterano” negli organici tecnici del Comitato Regionale Lazio e sa bene cosa significa affrontare il Torneo delle Regioni, manifestazione che da sabato prossimo terrà banco in Abruzzo e che vede il Lazio tra i Comitati possibili protagonisti.

«Giocare il Torneo delle Regioni vuol dire confrontarsi con le migliori realtà giovanili d’Italia. Con quei giovani calciatori che ogni giorno, sui nostri campi, cerchiamo di crescere e valorizzare sul piano calcistico», spiega il selezionatore della Rappresentativa più piccola del CR Lazio. Quest’anno, la categoria Giovanissimi chiama l’anno 2003, un’annata che non può ancora avere i contorni ben definiti, sul piano delle qualità tecniche e caratteriali. «Sì, sono tutti giovani calciatori che, all’età di 14 e 15 anni, devono ancora formarsi, sia come persone che come atleti. Però, in loro già intravedi delle caratteristiche, per non dire delle vere e proprie qualità. E su quelle che fai leva nel formare la squadra, il gruppo».

Ecco, il gruppo. Quello che i giovanissimi imparano proprio in questi anni a capire e apprezzare. «Credo che esperienze come quelle del Torneo delle Regioni per questi ragazzi significhi proprio questo: esperienza di vita. Perché non si pensa solo a giocare al calcio, ma anche a rispettare la vita comune e le sue regole». Regole fuori e dentro il campo. E sì, perché è vero che a questi ragazzi bisogna lasciare la possibilità di esprimersi, ma è anche vero che in una squadra devono venire fuori anche valori quali sacrificio e aiuto ai compagni».

Sul piano tecnico, i Giovanissimi di Pesci partiranno con un 3-4-3, che durante la gara può trasformarsi in 4-4-2. «Sì, ma andiamo piano con gli schemi. Sia per non dare vantaggi ai nostri rivali che per non ingabbiare i miei giocatori. La disciplina è importante sul piano del gioco, ma le qualità di ognuno non devono essere soffocate».

Parlare di singoli è fuori luogo con il mister di scuola Tevere Roma. Ma qualcosa si riesce a tirargli fuori. «Devo dire che qualcuno dei miei ha qualcosa in più e su questo conto molto per avere un quid in più rispetto ai nostri rivali. Chi giocherà, comunque, dovrà sapere che dovrà soprattutto impegnarsi e dare il massimo. Perché per vincere, in una squadra, la prova di un singolo non basta».

Chi giocherà. Ecco, in una rosa di venti calciatori e con un torneo così intenso e veloce ci sarà spazio per tutti. «Ovviamente, come è giusto che sia in queste competizioni. Siamo qui per valorizzare i ragazzi, per dare loro un’esperienza di vita calcistica diversa. Il risultato è importante, ma deve andare di pari passo con i comportamenti». Primo avversario la Lombardia, un ostacolo niente male da saltare. «Già, ma, come ho detto prima, qui conta affrontare tutte le gare nel modo giusto. E’ indubbio che partire con il piede giusto significherebbe avere poi un cammino più sereno per arrivare ai quarti di finale». Cammino che, dopo i giovanissimi lombardi, vedrà il Lazio affrontare, nell’ordine, Basilicata e Liguria.