Due tornei stoppati dai calci di rigore, un’esperienza che allunga le sue radici in tantissimi anni di panchine. Per Roberto Dagianti, il tecnico della Rappresentativa Giovanissimi, il Torneo delle Regioni non è più una novità. Il fascino e le sensazioni che la manifestazione sa offrire costituiscono sempre un motivo di interesse, ma sul piano tecnico per Dagianti il torneo non ha più segreti.
“Sì, credo di poterlo affermare. I tanti anni di panchine di squadre giovanili che ho alle spalle mi consentono di affrontare con molta serenità l’impegno”, spiega il ct romano, alla seconda stagione alla guida della squadra Giovanissimi Regionali. “Andiamo in Sardegna con molta fiducia – spiega subito – perché il lavoro che abbiamo svolto è stato proficuo. Possiamo dire che abbiamo formato un gruppo valido, che saprà comportarsi come si deve al Torneo delle Regioni”.
I test svolti da ottobre a oggi hanno quasi sempre offerto segnali confortanti al ct dei Giovanissimi. “A parte qualche scivolone naturale, ho sempre visto un gruppo che sa stare in campo. Bravi ragazzi, ma anche bravi calciatori sia sul piano tecnico che caratteriale”. Proprio il gruppo è uno dei leit motiv su cui Dagianti ha lavorato molto. “La scelta fatta da me e dal mio collaboratore Gianni Santorelli, oltre che alle qualità tecniche, è stata indirizzata anche alle qualità morali e caratteriali. Seguendo le indicazioni che ci sono state date dal nostro vice presidente vicario, Vincenzo Calzolari, il gruppo deve mostrare qualità comportamentali oltre che di gioco”.
Il gruppo che Dagianti porta in Sardegna, si è formato strada facendo ma ha avuto sin dai primi raduni, una base molto solida. “Le ultime gare sono servite in particolar modo a cesellare il gruppo, dando l’opportunità ai ragazzi di conoscersi meglio e di perfezionare l’intesa.