A Pavona è sbocciata una Margherita

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Margherita Del Prete
Margherita Del Prete

Margherita Del Prete è il Presidente dell’Asd Atletico Pavona, una società di Puro Settore Giovanile, affiliata alla Figc dal 2004, nata dall’intuizione di un gruppo di genitori che, come ricorda Margherita, costituirono un club, basato sull’assoluto volontariato, in grado di realizzare un ambiente sano e sicuro, dove trovassero cittadinanza, attraverso la pratica sportiva, i valori dell’accoglienza, della solidarietà e dell’integrazione.

Dopo diversi Presidenti, da qualche tempo si è insediata una Presidentessa?

“Lasciamo perdere Presidenti e Presidentesse (ride). C’è solo Margherita, che continua a lavorare come prima in un progetto in cui crede, soltanto con un pizzico in più di responsabilità e comunque aiutata e sostenuta dagli amici e dalle amiche con cui da anni condivido questa bella esperienza.”

Margherita, come nasce questa passione per il Calcio a cinque?

“Al contrario di quello che accade normalmente, nel mio caso sono stati i miei due figli a farmi conoscere questo sport e a farmene innamorare. Sono rimasta affascinata dalle sue caratteristiche: elasticità di pensiero, velocità di movimento, precisione e, soprattutto, grande gioco di squadra. Essermi trovata poi coinvolta nell’Atletico Pavona ha fatto il resto!”

Essere donna aiuta in un contesto, quello del calcio, ancora prettamente coniugato al maschile?

“Il mondo del calcio è ancora un mondo maschile e maschilista e quando, come nel mio caso non vi si arriva da un passato sportivo, riuscire ad avere voce in capitolo è un po’ difficile. La fortuna ha voluto che incontrassi dirigenti che sono riusciti a vedere oltre stereotipi e preconcetti e che si sono fidati e affidati a me!”

In passato la società ha provato ad includere delle ragazze nelle squadre. Attualmente ci sono bambine o ragazze tesserate con l’Atletico Pavona?

“Purtroppo quest’anno non ci sono ragazze tra i nostri tesserati, mentre in passato abbiamo avuto squadre femminili o bambine inserite nelle formazioni delle categorie di base. Devo confessare, però, che l’”Atletico in rosa” è un progetto che ancora tengo nel cassetto e spero che, in un modo o nell’altro, prima o poi ritirerò fuori.”

Quali sono, secondo te, le maggiori difficoltà che si incontrano nel voler avvicinare anche le ragazze al calcio e al calcio a cinque in particolare?

“La cultura che pervade il mondo del calcio, sia questo a cinque o a undici, è maschile sia a livello professionistico che giovanile. Sono maschili i linguaggi, il modo di pensare, gli atteggiamenti e i comportamenti. I media poi danno poco spazio al calcio femminile, e se a questo si aggiunge un bacino di utenza poco ampio e infrastrutture limitate, è semplice capire quanto sia difficile far avvicinare le ragazze a questa disciplina.”

Quali sono i suggerimenti che daresti a una ragazza che volesse avvicinarsi al Calcio a 5?

“Gli stessi che darei ad una figlia che chiedesse consigli su qualsiasi cosa: “fregatene di pregiudizi e luoghi comuni e fai ciò che ti fa star bene”