Zarelli, appello anti-violenza

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Con l’inizio dei campionati provinciali, l’attività agonistica organizzata dal Comitato Regionale Lazio per la corrente stagione sportiva si è avviata nella sua completezza. Purtroppo già si registrano alcuni episodi di violenza ai danni dei direttori di gara e ritengo necessario intervenire per cercare di stroncare sul nascere un’eventuale deriva violenta nei nostri campionati. Sento il dovere, e la responsabilità, di esortare le società affiliate ad insistere nell’opera di sensibilizzazione verso i propri dirigenti, tecnici e calciatori affinchè siano evitati episodi di condotta violenta nei confronti degli avversari ma, soprattutto, nei confronti degli Ufficiali di Gara.

Il calcio, il nostro amato sport, non può essere denigrato da persone che assumono comportamenti che sono totalmente estranei al sano confronto sportivo. Il mio non vuole essere esclusivamente un richiamo al fair-play, ma anche un invito alla riflessione sulle conseguenze che i comportamenti violenti possono provocare con risvolti di carattere giudiziario.

Nessun errore arbitrale, anche il più palese, può mai giustificare episodi violenti a danno degli arbitri o dei loro collaboratori. L’aggressione ai danni di un ufficiale di gara, in quanto comportamento intollerabile nell’ambito sportivo, non comporta esclusivamente delle sanzioni dal punto di vista disciplinare, squalifiche e quant’altro, ma può anche sfociare nella richiesta, da parte dell’arbitro oggetto di violenza, di autorizzazione ad adire le vie legali nei confronti dei soggetti direttamente responsabili, autorizzazione che potrebbe essere concessa dalla F.I.G.C., che dovranno così affrontare un procedimento penale davanti al Giudice Ordinario, ed un’eventuale azione civile di risarcimento del danno provocato. Anche la società, responsabile oggettivamente del comportamento dei propri tesserati, potrebbe essere oggetto di un provvedimento sanzionatorio di natura economica particolarmente gravoso. Tutte situazioni che possono e devono essere evitate.

Pertanto, ribadisco, con forza, l’appello alle società, nell’interesse diretto delle stesse e dei propri tesserati, a reiterare costantemente, e con insistenza , al proprio interno, questo messaggio, soprattutto verso i più giovani, più propensi ad agire senza valutare, fino in fondo, le conseguenze delle proprie azioni. Se, come credo, tutti abbiamo a cuore il futuro del calcio, questo è un impegno tangibile per lasciare alle generazioni future un ambiente sportivo migliore di quello che abbiamo trovato. Confidando nella consueta collaborazione e nella piena condivisione della tematica che ho voluto sottolineare auspico che i campionati che vi vedono protagonisti, si svolgano nel rispetto di tutte le componenti.

Melchiorre Zarelli