Zarelli: “Cambiare i protocolli non dipende da noi. Il nostro piano B è pronto”

0
1536
Melchiorre Zarelli (presidente CR Lazio LND)

Pubblichiamo l’intervento del Presidente Zarelli in risposta ad alcune “sollecitazioni” pervenute in modo anomalo al numero uno del calcio laziale.

Leggo con un po’ di sorpresa di lettere a me indirizzate, con un tempismo davvero sorprendente nel momento di maggior dolore per il Comitato Regionale Lazio, ma che vengono veicolate a tutti meno che al diretto interessato. Evidentemente, l’indirizzo mail indicato nella lettera è stato digitato male o c’è stato un malfunzionamento che ha bloccato la mail in qualche server. Comunque, grazie al numero di copie della lettera offerte alla stampa, ho potuto leggere quanto un gruppo di allenatori di società di Eccellenza e Promozione, che risulta essere poco più del 25% (37 su 128) chiedono apertamente di voler tornare a giocare, avanzando una serie di richieste che, a loro dire, dovrebbero essere soddisfatte dal Comitato Regionale Lazio che presiedo.

Sulla voglia di giocare, siamo i primi a volerla coltivare e alimentare come abbiamo fatto non appena ce n’è stata data la possibilità, anche se alcuni presidenti di società, durante lo svolgimento dei campionati manifestavano, invece, l’intenzione di fermarsi per aspettare tempi migliori. Una discrasia che non fa che confermare lo stato di grande confusione che il proliferarsi di posizioni, pensieri e ipotesi, con l’aggiunta di qualche strumentalizzazione, sta creando in tantissimi addetti ai lavori.

Tornare a giocare, tuttavia, non è una decisione che è nelle prerogative del Comitato Regionale Lazio ma, in questo momento di emergenza sanitaria, esclusivamente del Governo; così com’è di pertinenza della Commissione Tecnico Scientifica (organismo che opera a stretto contatto con il Governo, indicando le linee guida da seguire), la modifica dei protocolli sanitari che, se pur redatti dalla Figc, devono essere da loro vagliati e approvati.

Tuttavia, come si avrà avuto occasione di leggere, il Consiglio Federale di ieri ha affrontato il tema dei tamponi in modo univoco per tutto il calcio, nel tentativo di trovare soluzioni (difficili per i professionisti, figuriamoci per noi dilettanti) che consentano di garantire sport e salute. Per quanto riguarda le azioni di tutela delle società da parte della Lega Dilettanti e del Comitato Regionale Lazio, queste sono state già messe in atto. Faremo ancora tutto il possibile per stare vicino alle società, dando fondo al massimo delle nostre risorse, derivanti esclusivamente dalle iscrizioni delle società, che non sono infinite e non godono di sussidi statali o di altre istituzioni.

Altre tutele possono e devono arrivare dallo Stato o dalle Regioni, che hanno accesso ai finanziamenti europei, così com’è avvenuto nei mesi di lock down, durante i quali numerosi operatori sportivi (tra i quali ci sono anche allenatori e calciatori) hanno avuto dal Governo gli aiuti richiesti, magari insufficienti secondo alcuni standard, ma comunque di ristoro in un difficilissimo momento.

Il nostro silenzio, che tale non è perché rispondo a chiunque mi contatti, in realtà è la voglia di essere concreti, di offrire soluzioni e non illusioni, in un momento in cui la situazione sanitaria è ancora in una fase di grande incertezza, con preoccupanti segnali di tendenza al peggioramento, come, purtroppo, abbiamo dovuto vivere direttamente all’interno del Comitato Regionale.

Chiudo sottolineando che sul concertamento per far emergere idee, proposte e magari soluzioni, noi siamo pronti a qualsiasi confronto con qualunque delle componenti del nostro movimento, così è stato sempre fatto durante la mia presidenza. Voglio infine assicurare che, sia pure nel momento di maggiore tristezza del Comitato, nessuno ha voglia di arrendersi, ma resta ferma la voglia di combattere con la forza che fa l’unione, non con il populismo o con i proclami, che non ci appartengono.

Infine, se a qualcuno potrà fare piacere, i cosiddetti Piani B o C sbandierati in altre regioni, sono pronti anche da noi. Ma che senso ha annunciarli ora, sapendo che magari saranno solo parole al vento?

Melchiorre Zarelli