Leonardo ha fatto tredici

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Leonardo Nanni, classe 1991, centrocampista del Fregene (foto MAURO TOPINI) RIPRODUZIONE RISERVATA
Leonardo Nanni, classe 1991, del Fregene (foto MAURO TOPINI) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Leonardo ha fatto tredici. E in premio ha ricevuto la ritrovata voglia di giocare a calcio. Leonardo di cognome fa Nanni, ventitrenne calciatore che il Fregene, e prima il Lariano, hanno restituito al mondo del calcio. Già, perché il centrocampista esterno che ama far gol (con la doppietta di domen ica è appunto arrivato a quota 13) con il pallone aveva praticamente chiuso. “Avevo ricevuto tante promesse per restare nei professionisti, dove ero arrivato grazie alle mie qualità tecniche, ma al momento di mettere nero su bianco sono tutti spariti, come purtroppo accade con determinati personaggi”, ricorda con molta amarezza Leonardo. La cui carriera è iniziata dalle parti di casa (lui che abita al Laurentino) nel centro sportivo del Torrino. “Poi sono stato notato dalla Roma, che mi ha portato a Trigoria. Ho giocato con gli Esordienti, dove c’era un certo Florenzi che già mostrava di avere grandi doti”.

Finita l’esperienza con la Roma, è arrivata quella con la Pro Roma. “Con Mutalipassi arrivai a segnare 42 reti in una stagione. Dopo sono andato al Tor de Cenci e da qui alla Berretti del Cesena, con Pino Lorenzo allenatore”. E’ da questo momento che per Nanni iniziano le speranze, trasformate da singolari personaggi in illusione. “Dopo l’esperienza in Romagna è arrivata la chiamata dell’Astrea per farmi giocare in serie D, che era allenata da Di Franco. A Roma sono rimasto poco, perché il Grosseto di Camilli ha voluto portami in Toscana. Facevo la spola tra la Primavera dell’ex romanista Statuto e la prima squadra, collezionando 14 panchine in serie B”.

Poi, però, al momento di trasformare la speranza in certezza (ossia di firmare il contratto da prof) la grande fuga. “Alla fine sono spariti tutti quelli che mi volevano portare di qua e di là. E’ stato un brutto momento per me, difficile da superare. La delusione è stata così forte che avevo smesso”.

Poi, per fortuna, i dirigenti del Lariano hanno creduto nelle doti e nel carattere di Leonardo (che è stato aiutato molto dalla famiglia a superare lo scoglio più grande della sua carriera di calciatore). “Grazie al Lariano mi sono ripreso e sono ripartito più forte di prima, cresciuto come sono nella mia esperienza di vita”.

La scorsa estate, il trasferimento a Fregene. “Qui ho ritrovato anche la voglia di divertirmi, l’entusiasmo e la forma dei giorni migliori. Fisicamente ora sto molto bene, ringrazio la società e i dirigenti per aver creduto ancora nelle mie doti”. Leonardo Nanni ha ripagato il Fregene a suon di gol, attraverso i quali sta portando i biancorossi sul lido della salvezza. “Il momento più bello? Bè, sicuramente quando ho segnato due reti alla Viterbese della famiglia Camilli, che ai tempi del Grosseto gestiva la società toscana. Non è stata una rivincita, ma la dimostrazione che loro e qualcun altro si erano sbagliati sul mio conto. Devo dire che anche quando battemmo la Roma, con la Primavera del Grosseto, quando eravamo terz’ultimo in classifica, fu un altro bel momento: segnai una doppietta che servì a fissare il 4-2 finale; fu un bella rivincita nei confronti dei giallorossi, che all’andata ci batteremo 8-0 e che nel post partita fecero commenti piuttosto acidi sul nostro successo”.

Il tredici raggiunto domenica scorsa, per Leonardo Nanni potrebbe significare anche il rilancio della posta sul tavolo della sua carriera calcistica. “Sperare non costa nulla e io ancora spero di poter avere un piccolo posto in un calcio più alto. Ma se non dovesse arrivare, ormai non ne farò più una malattia. L’Eccellenza mi piace e qui posso togliermi qualche bella soddisfazione”.