Catanzani: noi, giovani e vincenti

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Flavio Catanzani (foto sito Virtus Nettuno)
Flavio Catanzani (foto sito Virtus Nettuno)

Dieci punti di vantaggio sulla seconda in classifica come dote, a sole sei giornate dalla conclusione del campionato. Un bottino cospicuo, che dà sicuramente euforia e accende entusiasmo, ma che in Flavio Catanzani, il trentacinquenne allenatore del Nettuno capolista del girone A, ancora non basta per abbassare la guardia. “Nessun calo di tensione”, ammonisce l’ex attaccante di Novara, Brescia e Empoli. “Il Nettuno non è una squadra che molla, e i calciatori lo dimostrano ogni domenica. E’ vero, vogliamo chiudere il campionato prima possibile, ma l’esito non è stato ancora scritto”, avverte ancora l’allenatore, alla sua prima esperienza su una panchina di Promozione. “Ho iniziato quasi per caso, allenando una squadra juniores a Lido dei Pini. Avevo smesso di giocare a calcio, dopo che la mia carriera era stata flagellata da be tre infortuni ai legamenti, e avevo appena preso una laurea in management sportivo. Volevo essere un dirigente di calcio, avendo studiato insieme a Baldini e Pradè. Poi, lavorando con i giovani, e vedendo che i risultati arrivavano, ho scoperto che mi piaceva ancora stare su un campo di calcio”.

Risultati a dir poco lusinghieri, quelli ottenuti da Flavio, ex centravanti anche della Lodigiani ai tempi della serie C. “Con la Virtus Nettuno abbiamo vinto il campionato provinciale con gli juniores e salvato la prima squadra, un’impresa quest’ultima, che sembrava impossibile e che mi ha fatto diventare allenatore definitivo della prima squadra in Prima Categoria”. Un anno di “assestamento” (“la società non voleva fare il passo più lungo della gamba e ci siamo quindi accontentati di entrare in Coppa Lazio”) e poi la chiamata da Nettuno. “Dove c’era voglia di ricominciare, dopo qualche stagione difficile e un passaggio in Prima Categoria. Il nuovo gruppo di dirigenti, composto da 4 presidenti, ai quali oggi dico grazie per avermi permesso di lavorare bene, voleva impostare un programma triennale basato sui giovani e i giocatori del posto. Mi è subito piaciuto ed ho quindi accettato volentieri”. Nei programmi, però, il primo posto non era stato contemplato. “Neanche per sogno. Se me lo avessero detto, avrei risposto che erano fuori dal tempo. Però, durante il ritiro estivo ho capito che il gruppo c’era, che nei giocatori che erano tornati a giocare nella loro città era spuntato quel senso di appartenenza alla maglia che è la nostra arma vincente”.

Anche Flavio Catanzani ha tirato fuori questa qualità e l’ha messa nel suo lavoro, animato anche da una sana voglia di rivincita. “Avevo lasciato il Nettuno nell’anno della retrocessione in Promozione, nel 2007, ora voglio riprendermelo ridandogli quello che anch’io gli avevo tolto: l’Eccellenza”. Il Nettuno è una squadra giovane, con calciatori di classe 93, 94 e 95 che rappresentanto il presente ma anche il futuro, di questa squadra capace di perdere una sola volta in 28 gare. “Loria, Ranone, Laghigna e altri: il lavoro fato dal nostro direttore generale, Luigi Visalli, è stato ottimo. Ha saputo mettere a frutto le sue conoscenze in campo giovanile, portando a Nettuno ragazzi motivati e bravi. Ranone, per esempio, già giocatore del San Lorenzo, è venuto da noi perché doveva studiare all’Isef e dunque si poteva allenare soltanto la sera. Eppure, nel suo palmares ci sono ben ventisei gare in serie D giocate con l’Anziolavinio”.

A proposito di “fenomeni”, l’ultimo arrivato si chiama Erik Laghigna. “Dopo essere stati in testa alla classifica per tutto il girone d’andata ed esserci resi conto che potevamo dire la nostra fino in fondo abbiamo pensato di rinforzarci. Ma senza fare follie. Così sono arrivati Pestrin e Laghigna, che conoscevo e sapevo che avrebbero sposato il nostro progetto. Erik è una forza della natura, in Promozione fa la differenza e se farà un salto di qualità mentale e tattico, potrebbe fare moltissimo anche in categorie superiori”.

Quattordici gol in dodici presenze è un bottino che non è sfuggito a nessuno, anche se Laghigna ha sempre segnato tanto, avendo vinto due campionati Juniores conquistando il titolo di capocannoniere della categoria, e collezionato presenze sia in serie D che in C2. “Quando è venuto da noi non faceva la prima punta, come gli accadeva invece tra gli juniores. Parlandone insieme, però, abbiamo concordato che poteva tornare a farla e così è stata una vera esplosione”.

Come quella di Catanzani, tecnico enfant-prodige, forse il più giovane che vincerà il campionato tra quelli che hanno da poco preso il patentino Uefa B. “Vincere un campionato non sarà mai un punto d’arrivo per me, ma soltanto un nuovo obiettivo da raggiungere. Il mio futuro? Vediamo come va questo campionato, poi insieme alla società decideremo. Di certo, avrò bisogno di un po’ di riposo perché la tensione che mi sta dando questa stagione è davvero unica”. Una tensione paragonabile al gas che può sprigionare una bottiglia di spumante che viene agitata prima di essere stappata. Ecco, il Nettuno è un bottiglia piena di bollicine che stanno premendo sul tappo affinchè questo scoppi… “sì – ammonisce Catanzani – ma non è ancora l’ora. Tutto va fatto a tempo debito e questo è il tempo della concentrazione”.