L’intervista di fine anno a Zarelli

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Il presidente del Comitato Regionale Lazio, Melchiorre Zarelli
Il presidente del Comitato Regionale Lazio, Melchiorre Zarelli

Presidente Zarelli, il 2013 se ne va. Com’è stato?

“Sicuramente un ottimo anno per il nostro Comitato Regionale”

Per le vittorie ottenute al Torneo delle Regioni?

“Sul piano dei risultati ceertamente. Perché non era mai accaduto che vincessimo due titoli nella stessa edizione. Merito di Giannichedda e Rossi, bravi a portare al successo le rappresentative Juniores e Allievi. Ma bravo va detto anche a Corsaletti, che ha ottenuto il successo con la rappresentativa Allievi di calcio a 5”.

C’è poi la qualificazione all’Uefa Regions’ Cup…

“Un altro bel traguardo. Mai prima d’ora avevamo avuto l’occasione di disputare un torneo internazionale ufficiale dell’Uefa. Anche qui, c’è la mano di Maurizio Rossi”.

Un anno da mettere in cima agli annali, dunque?

“Direi di sì. Perché anche sul piano organizzativo il Comitato Regionale ha dimostrato di saperci fare”

Si riferisce alla prima edizione del Torneo delle Regioni di calcio a cinque organizzato a Fiuggi?

“A quella manifestazione in particolare, che abbiamo organizzato in collaborazione con la Divisione Nazionale di calcio a 5, ma anche a tutti gli altri eventi che si sono susseguiti: dalla consegna delle Benemerenze alla Festa dei Calendari, alle numerose riunioni tenute in provincia”.

Un tourbillon di incontri e confronti…

“Come piace a me, che credo nel dialogo e nel confronto. Sono disponibile ad ascoltare tutti e tutte le proposte che vengono fatte per aiutarci a far crescere il nostro movimento”.

Che però qualche sbavatura ce l’ha…

“E’ inevitabile. In ogni famiglia ci possono essere screzi e dissapori, spesso sulle cose più banali. Succede anche nella grande famiglia del calcio laziale, nella quale a volte i diversi caratteri e modi di vedere le cose vengono a contrasto”.

Anche gli arbitri fanno parte di questa grande famiglia?

“Certamente, ci mancherebbe. E’ un concetto che vado ripetendo da oltre dieci anni: dobbiamo camminare insieme, non pestarci i piedi l’uno con l’altro”.

La sua iperattività è rinomata…

“Mi piacciono le novità, andare sempre avanti, non adagiarmi sugli allori”

Che, lo ripetiamo, nel Lazio sono costanti.

“Quest’anno è venuto forse a mancare qualcosa sul piano dei titoli nazionali vinti dalle nostre società giovanili di calcio. Mentre con il calcio a 5 ci siamo confermati ai consueti livelli”.

Sul piano organizzativo, c’è qualche difficoltà a far stare le società al passo con le normative federali?

“Non direi così. Penserei piuttosto ad una crescita organizzativa che diventa sempre più complicata perché tante sono le direttive da seguire: dal registro Coni, che è fondamentale per l’attività dilettanti, alla certificazione per la fruibilità dei campi di gioco”.

Quest’ultimo aspetto è diventato un motivo di vita per il Comitato Regionale Lazio.

“Lavoriamo molto su questo aspetto. E non lo facciamo per creare difficoltà alle nostre società, ma per evitare loro di trovarsi a dover fare poi i conti con richiami di responsabilità anche sul piano penale”.

Il 2013 agonistico com’è stato?

“Buono, non c’è dubbio. Sul piano disciplinare le società e i loro tesserati sembrano più tranquilli. Non ci sono stati casi clamorosi, a parte qualche naturale “scivolone” da parte di qualcuno. Ma sono casi che rientrano nelle cosiddetta norma”.

Rieti, Viterbese e Civitavecchia in Eccellenza. Il calcio laziale sta cambiando pelle?

“Il calcio, come la vita d’altronde, va a cicli. Ora ci sono altre realtà che vivono momenti di gloria, mentre le squadre tradizionalmente più importanti del Nord del Lazio stanno vivendo una fase di rilancio. A me, lo confesso, non dispiace poi così tanto perché averle tutte e tre in Eccellenza significa dare maggiore interesse alla nostra attività”.

In campo giovanile è stato l’anno di alcune mini-riforme.

“Sì, anche qui ci è sembrato giusto rivitalizzare alcune categorie, come i campionati di Fascia B. La qualificazione continua dell’attività, d’altronde, significa creare nuovi interesse e nuove attenzioni”.

Con i media i rapporti come sono stati?

“Direi buoni, anche se a volte c’è qualcuno che non comprende bene quali sono i ruoli. Anche qui mi piacerebbe che si crescesse tutti insieme, dando minore spazio alle polemiche sterili e maggiore attenzione alle storie e alle situazioni che si vivono all’interno del mondo dilettantistico”.

Il 2014 come sarà?

“Spero buono come l’anno che ci sta lasciando. Anzi, speriamo migliore perché andare sempre avanti è nel dna del nostro Comitato Regionale”.

Allora, cosa si augura dal 2014?

“Chiedere di vincere ancora al Torneo delle Regioni è forse chiedere troppo. Non per il valore dei nostri tecnici e ragazzi, quanto per il fatto che in manifestazioni come queste, ripetersi è sempre difficile. Sarei comunque contento se riuscissimo a confermare la nostra immagine di movimento di grande valore. Ora, però, permettetemi di fare gli auguri a tutte le componenti del nostro calcio: dai dirigenti ai tecnici, dai calciatori agli arbitri, con le rispettive famiglie, affinché il 2014 sia soprattutto un anno sereno per tutti loro”.