Storia del Comitato Regionale Lazio – Capitolo XXVIII

[gn_heading style=”2″]1996-1998[/gn_heading]

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]L[/gn_dropcap]a stagione 1995-96 segna l’avvio di una aspra battaglia politica per la poltrona di presidente del Comitato Regionale Lazio. Antonio Sbardella non ha nessuna intenzione di farsi da parte, come un suo consigliere, Giuseppe Grispo, gli chiede di fare in base ad una disposizione del CONI che rende ineleggibili i dirigenti al disopra dei 70 anni, età già raggiunta dall’ex arbitro internazionale. Spinto da alcune società contrarie all’ex arbitro internazionale (poche per la verità), Grispo inizia ben presto una campagna elettorale che lo porterà in aperto contrasto con il suo presidente, che per un breve periodo è attratto dall’idea di andare a dirigere la Divisione Interregionale.

Sbardella chiede lumi al CONI sulla sua eleggibilità (la legge da poco entrata in vigore non è applicabile alla sua figura) e ottenuto il via libera inizia a sua volta una lunga e capillare campagna elettorale, che trova forza nella maggioranza delle società laziali, favorevoli ad una riconferma del presidente e di gran parte del consiglio direttivo in carica, che sceglie di seguire Sbardella. Prima di arrivare alla fase elettorale, il Comitato Regionale aveva introdotto la casella vocale, una linea telefonica per conoscere in presa diretta, il giovedì pomeriggio, le principali decisioni del giudice sportivo. Per venire incontro alle proprie società, il Comitato Regionale Lazio aveva anche stipulato un accordo con il Televideo Rai per la pubblicazione, sui televisori a partire dal giovedì pomeriggio, delle decisioni del giudice sportivo.

Il bilancio economico del primo quadriennio dell’Era Sbardella si chiude con un avanzo di gestione di oltre 54 milioni, testimonianza di una oculata amministrazione che le società riconoscono al Comitato Regionale. Dimostrando di apprezzare novità e cambiamenti le stesse società, nell’assemblea del 6 luglio all’Ergife Hotel di via Aurelia, rieleggono dunque il presidente Antonio Sbardella e gran parte del consiglio direittivo che l’ha sostenuto. I momenti di tensione, all’interno dell’assemblea però non mancano, soprattutto quando il consigliere Grispo presenta ufficialmente la sua lista di candidati che sono al suo fianco per comporre il nuovo direttivo. Grispo chiede l’invalidità dell’assemblea, perché la candidatura di Sbardella non risponderebbe ai requisiti di elegibillità. Il suo intervento è aspro e di denuncia del comportamento scorretto sia da parte dei dirigenti che della stampa, che a suo dire non gli ha concesso la giusta visilibità.

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]L[/gn_dropcap]a votazione si svolge comunque senza difficoltà e registra la partecipazione di oltre il 70% degli aventi diritti al voto. Lo spoglio però non concede chance a Giuseppe Grispo, che ottiene appena 23 voti, contro i 343 di Sbardella. Nel Consiglio direttivo vengono confermati Giuseppe Russo (249 voti), Francesco Cerro (248), Ruggiero Lopopolo (214, a cui viene affidata la vicepresidenza) e Antonino Catalfamo (164), mentre entrano per la prima volta Piero D’Innocenzo (184 voti per lui, già nel Comitato come delegato per il calcio a 5), Sergio Insogna (106) e Vincenzo Calzolari (151) che subentrano a Giuseppe Grispo, Piero Camilli ed Erminio Di Trocchio, dimissionato, ma non sostituito, un anno prima a causa di un comportamento antisportivo perpetutato con la propria società. Silvano Calabria e Gualtiero Marra sono i revisori dei conti, Melchiorre Zarelli viene confermato alla segretaria.

Ancora più aspra è la campagna elettorale per il rinnovo delle cariche all’interno del Consiglio Federale. Il confronto per la successione a Antonio Matarrese è così aspro che dopo il flop dell’assemblea del 6 agosto si arriva al Commissariamento di Raffaele Pagnozzi, che dura fino al dicembre del 1996, quando l’assemblea riesce a far eleggere l’avvocato Luciano Nizzola, che ha il pieno appoggio della Lega Nazionale Dilettanti del riconfermato Elio Giulivi. Giancarlo Abete, che aveva proposta il suo nome per la massima carica, viene eletto vice-presidente

La campagna elettorale non fa comunque passare in secondo piano il prestigioso successo che la Rappresentativa Regionale Juniores ottiene nel Torneo delle Regioni del 1996. In Abruzzo, il Lazio torna a vincere dopo vent’anni dall’ultimo successo, con alla conduzione tecnica la coppia Vincenzo Iannone e Giuseppe Urbani, che Sbardella aveva voluto dopo che i due avevano già firmato il successo della Rappresentativa provinciale nell’ultima edizione del Torneo delle Province d’Italia nel 1992 a Verona, dopo le due finali perse per un soffio nelle stagioni precedenti.

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]N[/gn_dropcap]ella stagione 1996-97 arriva una maggiore autonomia amministrativa per i Comitati Regionali e si apre la strada ad una pesante crisi della Lega Nazionale Dilettanti, che sfocerà nelle dimissioni del presidente Elio Giulivi e nel commissariamento dell’ente. A scatenare il putiferio è una partita dei play-off di fine stagione della Lega Nazionale Dilettanti, giocata a Rieti tra i padroni di casa e il Pomezia, seconde classificate nel campionato di Eccellenza laziale (gironi vinti da Ladispoli e Real Piedimonte). L’incontro è inserito nel concorso Totocalcio del CONI, ma alcuni incidenti a pochissimi minuti dalla fine spingono l’arbitro a considerare l’incontro concluso solo pro-forma. Condizione che però non viene indicata nel referto, così come accerteranno poi le indagini federali e della Procura di Rieti dopo una denuncia di alcuni giocatori del concorso Totocalcio. A pagare per lo scandalo è il presidente della Dilettanti, Elio Giulivi.

Nell’inverno del 1998 si va all’elezione del nuovo presidente della Dilettanti, che è poi l’attuale: il milanese Carlo Tavecchio. Il Lazio in questa circostanza si schierain favore di un altro candidato, Innocenzo Mazzini, l’attuale vicepresidente federale, che è presidente del Settore Giovanile e Scolastico e rappresenta il movimento centrista della Dilettanti.

Un’indicazione che emerge chiara nel gennaio del 1998, durante l’assemblea delle società laziali, che oltre ad indicare il nuovo presidente della Dilettanti approva anche il rendiconto amministrativo del Comitato Regionale, che stavolta porta un avanzo di gestione di quasi 20 milioni di lire, pur mancando nel capitolo costi di organizzazione delle spese arbitrali dei campionati di III categoria, Juniores regionale e provinciale, calcio a 5 e a 11 femminile, assorbite dalla FIGC. E’ il primo passo dello sgravio completo delle spese arbitrali per i campionati dilettanti (compresa Eccellenza e Promozione) che arriverà qualche tempo dopo.

Nella stagione dopo, quella del ‘97-98, il Comitato Regionale rivede la norma dei giovani calciatori da impiegare obbligatoriamente nei campionati di Eccellenza e Promozione. I nuovi limiti d’età dei giovani calciatori vengono fissati all’anno 1979; inizialmente, nella stagione 1999-2000 dovranno essere due i calciatori in campo per ogni società; si si salirà a tre fino ad arrivare a sette nella stagione 2001-02. A questa quota non si arriverà perché verrà a cadere il vincolo a vita per i dilettanti (liberi all’età di 25 anni). Ci vorranno dunque due stagioni (quella 98-99 e 99-00) anche per mandare in vigore la riforma del campionato Juniores regionale, che passerà da un organico di otto gironi ad uno di sei e successivamente a quattro.

[gn_heading style=”2″]1998-2000[/gn_heading]

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]L[/gn_dropcap]a stagione 1998-1999 viene ricordata anche come quella che ha portato alla chiusura dei Comitati Locali, decisione assunta dal Consiglio Federale perchè queste strutture sono considerate costose e una sovrapposizione ai Comitati Provinciali. Antonio Sbardella e Nuccio Caridi firmano congiuntamente una lettera che ad inizio agosto decreta lo sbarramento delle sedi dei comitati di Albano, Ostia, Civitavecchia, Cassino e Tivoli, che pure raccoglievano un numero di società di settore giovanile addirittura superiore a quello di qualche comitato provinciale, a cui l’attività da questo momento viene trasferita.

Nel 1999-2000 il Comitato Regionale ha un altro appuntamento elettorale di fine mandato; la stagione si apre con l’allargamento degli organici del campionato di Eccellenza. Il direttivo del Cr Lazio decide di portare, a partire dal campionato 2000-2001, i due gironi da 16 a 18 squadre. “Vogliamo preparare le nostre società al campionato nazionale di serie D, rendendo i due campionati simili”, è la motivazione con cui viene annunciata la novità, che comporterà un inizio di stagione leggermente anticipato e allo sdoppiamento dell’attività di Coppa Italia tra Eccellenza e Promozione.

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]L'[/gn_dropcap]assemblea per il rinnovo delle cariche arriva a fine stagione e, a differenza di quanto era accaduto quattro anni prima, stacolta si svolge senza particolari sussulti. Anzi, la candidatura di Antonio Sbardella è praticamente unica e ottiene il largo consenso delle società. In blocco viene confermato anche il Consiglio Direttivo del Comitato, con i nomi di Ruggiero Lopopolo, Antonino Catalfamo, Vincenzo Calzolari, Franco Cerro, Piero D’Innocenzo, Giuseppe Russo e Sergio Insogna ancora in sella. Conferma scontata anche per il segretario Melchiorre Zarelli.

Novità arrivano dalle nomine dei Comitati Provinciali: Franco Pascucci assume infatti la presidenza del Comitato Provinciale di Roma al posto di Giorgio Freddi, mentre la morte improvvisa del presidente del Comitato Provinciale di Rieti, Roberto Ciccaglioni (a cui sarà poi intitolato il rinato Torneo delle Province), porta Sbardella ad assumere la presidenza di questo comitato ad interim per qualche mese. Cambia anche il delegato regionale del calcio a cinque: Ugo Marini lascia il posto ad Antonio Dragonetti. Conferma, invece, per Dario Scalchi, che quattro anni prima aveva preso il posto di Sandro Silvestri come delegato per il calcio femminile.

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