Storia del Comitato Regionale Lazio – Capitolo XXIX

[gn_heading style=”2″]2000-2002[/gn_heading]

L’Era Sbardella si chiude due anni dopo l’inzio del suo terzo mandato. Un male incurabile porta via il presidente del Comitato Regionale nel novembre del 2001, quando la sua voglia di far crescere il calcio laziale è ancora fortissima. Ai funerali dell’ex arbitro internazionale, che si svolgono in un profondo clima di commozione sulla via Aurelia, accanto ai tantissimi amici di Antonio c’è tutto il calcio laziale e buona parte del calcio nazionale (Carraro, Abete, Mazzini e Tavecchio in prima fila).

All’interno del Comitato Regionale, la fase d’emergenza viene ufficialmente affidata al vicepresidente Ruggiero Lopopolo, ma è il segretario Melchiorre Zarelli, che Sbardella aveva già indicato come suo successore alla conclusione del terzo mandato, a svolgere le funzioni organizzative. La Lega Dilettanti non ritiene necessario insediare un commissario, essendo pienamente d’accordo sul nome del successore di Sbardella. Così, attesi i necessari tempi tecnici e registrato qualche timido tentativo di far allargare il consigliero direttivo in corso (bloccato sul nascere dalla stessa Lega), le votazioni per l’elezione del nuovo presidente si svolgono il 16 febbraio del 2002.

L’assemblea delle società laziali è plebiscitaria nell’indicare nel segretario Melchiorre Zarelli il nuovo presidente del calcio laziale, il ventesimo della storia della storia del Comitato Regionale. “Il calcio laziale ha bisogno di continuità, ecco perché ho raccolto le sollecitazioni dei club per guidarli. Non sarà un compito facile, ma con l’aiuto del Consiglio direttivo sono convinto che ce la faremo”, sono le sue prime parole rivolte all’assemblea, che lo applaude al momento del suo insediamento nel salone del Grand Hotel Duca D’Este di Bagni di Tivoli.

Il Consiglio Direttivo che aveva sostenuto Sbardella (Calzolari, Catalfamo, Cerro, D’Innocenzo, Insogna, Lopopolo e Russo) si compatta intorno all’ex segretario, dandogli subito tutto l’appoggio possibile. Dopo anni di segreteria politico-organizzativa, il nuovo presidente decide di modificare le mansioni della segreteria legandole strettamente alla parte amministrativa, chiamando nel ruolo la signora Laura Mattia, tornata a lavorare negli uffici amministrativi del comitato dopo quasi vent’anni di assenza.

[gn_heading style=”2″]2002-2004[/gn_heading]

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]N[/gn_dropcap]ei primi due anni del suo mandato, Zarelli porta infatti avanti quella che è la sua principale convinzione: la collegialità delle decisioni, la valorizzazione dell’attività di base e il consolidamento del prestigio del Comitato. Seguendo quella che era un’idea sviluppata insieme a Sbardella, l’attuale presidente del Comitato Regionale nell’estate del 2002 sposta la sede federale da via Pollenza in via Tiburtina 1072, nel restaurato palazzo che è stato sede dell’industria Romanazzi. I nuovi uffici sono più funzionali, più ampi e offrono quelle garanzie di sicurezza che erano venute a mancare nella vecchia sede.

L’avvento di Zarelli alla presidenza del Comitato segna lo sviluppo del sito Internet, che diventa mezzo di comunicazione sia con le società che con i mezzi di comunicazione vicini al calcio laziale. La pubblicazione sul sito Internet dei Comunicati ufficiali comporta oltretutto un abbattimento dei costi, a carico delle società, per l’invio dei comunicati. Nella sua relazione esposta all’assemblea che si tiene a Bagni di Tivoli il 30 novembre del 2002, Zarelli sottolinea con soddisfazione come da “dieci anni il Comunicato Ufficiale ha riportato settimanalmente tutti i risultati dei campionati regionali, con le relative sanzioni disciplinari. Segno di una grande regolarità dei campionati”.

Tra le novità portate da Zarelli nel suo bienno di presidenza, oltre ad una ottima organizzazione del Torneo delle Regioni nella città di Fiuggi (tornato nel Lazio dopo più di vent’anni) ci sono alcuni cambiamenti nei Comitati Provinciali. Francesco Di Leginio, Gianni Pini e Umberto Paradisi (che era subentrato all’interim di Sbardella) vengono avvicendati da Renato Iorio, Renzo Lucarini e Umberto Fusacchia, mentre Pietrino Tagliaferri a Frosinone e Franco Pascucci a Roma ottengono la riconferma. Per onorare la memoria storica del Comitato, il presidente Zarelli, dopo aver fatto giocare un “Memorial Sbardella” a Fiumicino con la partecipazione della nazionale giovanile slovena, per la prima volta istituisce una borsa di studio del Comitato Regionale, intitolata all’ex presidente e arbitro internazionale e assegnata a tre ragazzi della squadra campione juniores regionale che hanno ottenuto la migliore votazione negli esami di maturità.

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]S[/gn_dropcap]ul piano tecnico, Zarelli rivitalizza il Memorial Roberto Ciccaglioni, istituisce di nuovo la finale regionale per il principale campionato (l’Eccellenza), che assegna un titolo laziale che mancava dagli almanacchi regionali da più di quarant’anni. La finale si svolge allo stadio Flaminio di Roma, che nell’occasione diventa anche teatro per le premiazioni delle società vincitrici i campionati della stagione appena conclusa. L’avvenimento, nel mese di maggio diventa dunque una grande kermesse alla quale prendono parte decine e decine di società e centinaia di dirigenti, premiati da una valanga di coppe e trofei.

Che i dirigenti siano il vero punto focale di tutta la politica presidenziale di Melchiorre Zarelli lo dimostrano poi i corsi informativi e formativi che il presidente del Comitato indice sia a Roma che nelle altre province laziali. Corsi per dirigenti accompagnatori, per segretari, per dirigenti addetti all’arbitro, con quest’ultimi che ad inizio stagione vengono “convocati” nelle sedi dove si svolgono i raduni arbitrali per un confronto conoscitivo con i direttori di gara che poi dirigeranno le partite dei campionati.

Il primo mandato di Melchiorre Zarelli si chiude con tre innovazioni: la prima è l’istituzione delle benemerenze regionali, assegnate a 40 dirigenti del calcio laziale che per tantissimi anni hanno operato in favore delle rispettive società dilettantistiche; la seconda è l’istituzione del nuovo campionato d’elite per gli Juniores Regionali (ulteriore qualificazione della categoria) e del campionato sperimentale Primavera per gli juniores, che consente alle società di far giocare squadre formate da calciatori sotto età per questa categoria; l’ultima novità è il cambiamento della formula per lo svolgimento della Coppa Italia di Promozione, che dalla stagione 2004-2005 adotta la formula titpica della Champions League, ovvero i gironi a quattro squadre con gare di andata e ritorno e un calendario invertito tra andata e ritorno.

La stagione 2003-2004 coincide con i 95 anni di vita del Comitato Regionale Lazio , si rivela la più intensa di tutta la storia del calcio laziale, dall’alto delle 16.415 gare disputate nell’arco di nove mesi, tra campionati, play-off, coppe e tornei post-campionati. Un incremento di 845 incontri rispetto alla stagione precedente, che pure era da record, e un +97 nel numero di squadre (1.183) messe in campo.

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