Ha il vizio del gol a dispetto dei suoi 40 anni compiuti qualche mese fa. E nella goleada che il Monterotondo Lupa ha rifilato all’Anitrella (12-0 record stagionale e assoluto per l’Eccellenza, come aveva fatto il Morolo) lo ha dimostrato, segnando una quaterna di reti. Ma nel calcio quando hai la classe cristallina e il senso innato della rete l’anagrafe conta poco. Stefano Antonelli professione bomber ha collezionato 329 reti nella sua prestigiosa carriera di calciatore e oggi al Monterotondo Lupa continua ad offrire il suo importante contributo. Arrivato a dicembre dal Grifone Monteverde, con 11 reti all’attivo, ne messe a segno 9 con la casacca gialloblu, confermandosi attaccante con la doppia cifre facile. Nella sua lunga e importante carriera ha già vinto 4 campionati, di cui ben 3 ad Anzio dove sicuramente ha lasciato il cuore….
“E’ la società alla quale mi sento più legato – ammette Antonelli- e che mi ha dato di più in termini di affetto e calore. Mi sento ancora con il presidente Rizzaro, con alcuni calciatori, e con la gente di Anzio che mi ricorda con grande stima ed affetto. Poi vincere tre campionati con quella maglia, ti restano dentro non c’è dubbio“.
A proposito di ricordi, tu ha realizzato tante reti, tutte belle, importanti, ma c’è n’è una che ti è rimasta nel cuore e nella mente?
“E’ chiaro che per un attaccante fare gol è fondamentale, è il pane quotidiano, e tutte le reti che metti a segno sono belle e importanti. Però se devo essere onesto, c’è n’è una che non riesco a dimenticare, per gesto tecnico ed importanza. Ci giocavamo il campionato in un Anzio – Pomezia, partita chiave delal stagione. Un lancio in profondità da circa 30 metri, non lascio cadere a terra la palla, e al volo concludo sotto il sette firmando il gol partita. Questa è sicuramente la più bella e la più pesante”.
Tante esperienze positive vissute vestendo diverse casacche, eppure ricordi una stagione tutta da cancellare, da dimenticare?
“Momenti difficili e brutti ci sono sempre nella vita sportiva di un calciatore. Anche io l’ho vissuta quando ero a Cassino. Una stagione maledetta. Un brutto infortunio alla spalla ed un recupero lento che non mi consenti poi, di esprimermi come ho sempre fatto. E’ stata decisamente la mia stagione più sofferta.”
A dicembre sei arrivato al Monterotondo Lupa con la convinzione di offrire il contributo e subito ti sei ritagliato il tuo spazio a suon di gol. Tutto scontato?
“Diciamo che ho accettato di venire al Monterotondo Lupa sapendo che c’erano calciatori importanti, inseriti in un meccanismo già collaudato. Ero convinto di poter offrire il mio personale contributo qualora il tecnico Paris mi avrebbe chiamato a giocare. Poi invece, con l’infortunio di Zarineh, che saluto caramente, mi si è offerao l’opportunità di conquistarmi un mio spazio e ovviamente non mi sono lasciato sfuggire quest’occasione. Con la maglia gialloblu ho realizzato 9 reti, ma non voglio fermarmi. “
Siete l’unica formazione nell’intero panorama calcistico nazionale, ancora imbattuta dopo 28 turni di campionato. Il Terracina è la davanti a voi di due lunghezze e tra tre settimane ci sarà la sfida decisiva. Un vero e proprio spareggio?
“E’ evidente che a sei domeniche dal termine, ogni partita è importante e non bisogna assolutamente perdere terreno. Noi ci siamo, sappiamo che la sfida con il Terracina sarà quella decisiva, ma abbiamo dimostrato di essere una grande squadra. Non era facile vincere a Morolo e lo abbiamo fatto; non è facile collezionare 28 risultati utili consecutivi e noi abbiamo raggiunto anche questo obiettivo. Siamo l’unica squadra nel calcio nazionale a vantare un simile record. Andremo a Terracina a giocarci la partita, poi se loro dimostreranno sul campo di essere più bravi sarà giusto che vadano avanti. “
Nonostante l’età che avanza tu hai ancora l’entusiasmo e la voglia di un diciottenne. Ma cosa vuole fare da grande Stefano Antonelli? Hai deciso?
“Ancora non ho preso alcuna decisione sul mio futuro. Vediamo come va questo campionato, poi non escludo che possa appendere le scarpette chiodate al fatidico chiodo del tempo. Certo mi piacerebbe restare nel mondo del calcio come dirigente, o come allenatore, però ancora non ci voglio pensare. Ora ho soltanto un pensiero, raggiungere un determinato traguardo, che per scarmanazia non posso svelare. Poi vedremo….”
Perché nel calcio la scaramanzia conta vero?
“Certo che conta e neanche poco….”