Simone Sandroni, classe ’95, è una delle colonne della Rappresentativa Regionale Juniores. Difensore dell’Abalonga, club in cui milita dall’età di undici anni, sta vivendo la sua prima esperienza nella “nazionale” del Lazio. “Un’esperienza bellissima, che mi sta dando molto sul piano personale. Spero di essere convocato per il Torneo delle Regioni, che non ho mai avuto la fortuna di giocare e che mi piacerebbe vivere in presa diretta. E’ una manifestazione impontante, un palcoscenico di primo piano”.
Le convocazioni verranno diramate soltanto a metà marzo, ma nei test preliminari il nome di Sandroni c’è quasi sempre. “Lo ripeto, speriamo ci sia anche a fine marzo…”. Dopo l’esperienza internazionale fatta con il Roma Caput Mundi, ci sarebbe l’esperienza con le altre realtà calcistiche della categoria juniores italiane. “Sarebbe un’altra ottima esperienza perché so che il livello delle altre squadre rappresentative regionali è molto elevato. Noi possiamo comunque comptere con tutti, come abbiamo dimostrato al torneo Caput Mundi”.
La guida tecnica affidata a Giualiano Giannichedda, per molti giovani, è una grande garanzia, come sottolinea lo stesso Sandroni: “Il nostro tecnico della Rappresentativa ha grandi capacità come allenatore e anche come persona è uno che dà tanto fiducia. Ha grandi valori tecnici e ha una grande esperienza”. Oltretutto, avere un ex nazionale come allenatore, non è da tutti giorni. “Sinceramnete non pensavo di avere questa fortuna. Fino allo scorso anno facevo gli allievi ed è stata una grande emozione averlo come tecnico”.
La Juniores prende pochissimi gol (al Caput Mundi è rimasta imbattuta) ma segna anche pochi gol. Come mai? “Non esiste un problema. Le occasioni le abbiamo sempre create, è mancata solo la fortuna. Non c’è nessun problema in attacco. In difesa siamo bravi, abbiamo fatto subito blocco tra noi creando un bel legame”.
Come calciatore come ti consideri? “Difensore centrale o laterale. Mi sento adatto in tutti e due i ruoli, anche se sono più marcatore. Prediligo comunque la fase difensiva in genere”. Nell’Albalonga ti alterni tra prima squadra e juniores, quali sono le differenze? “Direi tante. L’avversario in Eccellenza è scaltro e furbo, divero è anche il ritmo. C’è un enorme differenza. L’esperienza dei vecchi in prima squadra, poi, è importante”. La stagione della tua squadra non ha ancora avuto l’acuto sperato. “Ma noi ancora puntiamo a vincere il campionato. Il distacco che abbiamo dalla vetta del girone A è ancora colmabile”. E sul piano personale, dove vuoi arrivare? “Ovviamente più in alto possibile, ma so benissimo che devo mantenere i piedi in terra perché per ora non ci sono state chiamate di nessun genere”.
Simone è al quarto anno del Liceo Scientifico di Genzano. Non è ancora fidanzato (“anche se qualcosa sta uscendo fuori…”, ammette) e con il calcio al momento “voglio divertirmi, perché senza divertimento può diventare un peso. Nella vita di tutti i giorni, invece, mi aspetto serenità, tranquillità, un lavoro e una famiglia”.