Corsaletti: «Il motto dei miei ragazzi è: Annamo a vince!»

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Il tecnico della Juniores, Salvatore Corsaletti
Il tecnico della Juniores, Salvatore Corsaletti

Sono passati più di due lustri da quando la Selezione del Lazio ha conquistato il gradino più alto nella massima competizione nazionale di categoria, il Torneo delle Regioni che, in questa edizione sarà ospitato il Valle d’Aosta a partire da domani e fino a sabato.

Le speranze di riportare la coppa a via Tiburtina sono affidate al tecnico che, sulla panchina della Rappresentativa Regionale, nella categoria Allievi, ha già alzato al cielo il trofeo e che, in questa edizione, tenterà di ripetere l’esperienza nella categoria Juniores.

Mister, come stanno i ragazzi?

«Carichi e determinati. Mercoledì ho sintetizzato lo spirito di questa trasferta con il più romano degli “Annamo a vince!”. Dopo undici anni, sono certo che daremo tutti il massimo per fare la migliore figura possibile. Questa squadra rappresenta la sintesi di un lavoro di mesi da parte mia e del mio staff. Oltre ai raduni, ho visionato uno per uno i ragazzi durante le gare di campionato, valutandone a fondo gli aspetti tecnici, tattici e, soprattutto caratteriali. Nei raduni abbiamo approfondito e messo in pratica le soluzioni tattiche essenziali per creare la necessaria amalgama. Non abbiamo fisicamente il tempo a disposizione che ha una squadra di club, quindi dobbiamo puntare su poche soluzioni, chiare e semplici da applicare. Abbiamo inoltre scelto di adottare la filosofia della massima rappresentatività del gruppo, cercando di coinvolgere non più di due giocatori per società, a differenza di altre selezioni che puntano sul blocco di un unico club. Tutti questi sono elementi che, a mio giudizio, possono dare quel valore aggiunto di cui abbiamo bisogno per puntare al bersaglio grosso. Speriamo bene».

Tornano in squadra gli stranieri?

«Il mio pensiero è che il selezionatore deve costruire la squadra prendendo in considerazione che il suo dovere è quello di chiamare i migliori giocatori che nel 2016 hanno giocato nel Lazio, indipendentemente dal loro passaporto. Negli Allievi portai almeno due giocatori di provenienti dall’Europa dell’Est e quest’anno la scelta è caduta su due ragazzi di origine brasiliana, due ’98. Per il Lazio è una novità, mentre le altre Rappresentative regionali ne hanno fatto largo uso già da tempo».

E’ difficile essere il CT del Lazio?

«Come ho già detto ai ragazzi, noi siamo quelli che hanno inventato il calcio a cinque e, per tutti, siamo la squadra da battere. In più, c’è da dire che, mentre nelle edizioni degli anni passati le regioni favorite si contavano sulle dita di una mano, oggi il livello si è mediamente alzato e non esistono più squadre materasso. Ogni gara sarà una battaglia da combattere con determinazione, concentrazione ma, soprattutto, grande correttezza in campo e fuori».

La correttezza, o per dirla in termini calcistici il fair play, è alla base delle scelte di mister Corsaletti?

«Un selezionatore basa le sue scelte su due parametri fondamentali: l’aspetto tecnico e quello caratteriale. Il TDR è una eccezionale vetrina per giocatori che, alla loro età, possono definirsi ormai completi sotto molti aspetti. In più si deve sentire l’onore di indossare una maglia importante che rappresenta una intera regione. Per questo in campo si deve dare tutto, ma se si trovano avversari più bravi, gli si stringe la mano e gli si fanno i complimenti. Questo è lo sport, secondo il mio credo».

Dove può puntare questa squadra?

«Tutte le mie squadre partono per vincere. Accontentarsi non è certo nel mio dna. Certamente questa è una categoria difficile, anzi, è la più difficile. Ho scelto per questo ragazzi che ogni settimana scendono in campo in categorie importanti, come in C1 e in C2. Giocatori abituati a vincere e sui quali posso fare affidamento anche a livello caratteriale. Il TDR è una manifestazione anomala, con gare ogni giorno e dove la testa conta più del fisico. Una ammonizione di troppo rischia di compromettere il lavoro di tutti. Sono sicuro di aver effettuato la sintesi migliore e di avere con me non solo i giocatori, ma il miglior gruppo che il Lazio potesse offrire in questo momento. Ci auguriamo quindi che tutti i tasselli vadano al posto giusto e di tornare a Roma coscienti di non aver lasciato nulla di intentato per far felici tutti gli appassionati di futsal della nostra regione».