Storia del Comitato Regionale Lazio – Capitolo XXI

[gn_heading style=”2″]1969-1972[/gn_heading]

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]N[/gn_dropcap]el corso del 1969-70, la Presidenza Federale vara il regolamento sanitario, che va subito in vigore su tutto il territorio nazionale. Il regolamento impone che chiunque svolga attività agonistica sotto l’egida della FIGC sia sottoposto a visita medica preventiva per accertarne l’idoneità fisica. In precedenza, l’obbligo era limitato soltanto ai calciatori al di sopra dei 32 anni. La Lega Dilettanti dispone pertanto la nomina di un Fiduciario Medico in ogni Comitato Regionale. Nel Lazio l’incarico viene affidato al dottor Ignazio Caruso, che sarà affiancato dal dottor Florindo Stocchi.

In seguito a questa disposizione federale, vengono emanate le disposizioni per lo svolgimento delle visite mediche, che potranno essere effettuate da un medico sociali, da un medico condotto o da un medico della Federazione medici sportivi. Il costo della visita è fissato in 1.000 lire per i calciatori dilettanti e in 500 lire per i giovani calciatori, dagli juniores in giù. Nel Lazio le società incontrano subito delle difficoltà logistiche-organizzative per mettersi in regola. Il Comitato Regionale crea quindi un proprio centro medico regionale nella sede di via Antonio Musa 9. Insieme al dottor Caruso lavora nella sede del Comitato anche un’equipe medica che il martedì dopo le 19 e il sabato dopo le 18 è a disposizione delle società e dei calciatori per l’effettuazione delle visite mediche. Il centro medico diventa in brevissimo tempo il punto di riferimento per espletare l’obbligatorietà della visita medica preventiva, i cui esiti dovranno essere poi riportati in una scheda fornita dalla Federazione e che dovrà essere conservata presso il medico sociale delle società.

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]N[/gn_dropcap]ella stagione 69-70 la sostituzione del 13.mo giocatore viene estesa anche ai campionati di II/a e III/a Categoria e nasce l’attività agonistica che abbraccia la fascia d’età tra i 10 e 14 anni, giovani che possono essere tesserati annualmente nelle categorie Pulcini e Giovanissimi. Le assemblea delle società laziali si tengono ancora in via degli Astalli, che è la sede dell’Aia. Armando Pipparelli è confermato giudice sportivo, ma al suo fianco compare per la prima volta Raffaele Cipollone (che rappresentava il Settore Giovanile) in qualità di sostituto. Completano i quadri della giustizia sportiva di primo grado Massimo De Paolis e Roberto Perroccini.

Anche la Commissione Disciplinare vede la conferma di Cesare Mazza alla presidenza, con Tullio Capezzuoli (rimasto nel Comitato fino all’Era Sbardella), Arnaldo Del Pesce, Armando Guardabascio e Damiano Ricevuto in qualità di componenti. Vittorio Cariani è il nuovo presidente del CAR. Sergio Esposto (con Aldo De Julis presidente aggiuntivo), Antonio De Bernardis, Domenico Francioni, Angelo Marchetti e Enrico Marzi sono i presidenti dei Comitati Provinciali di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo. Esposto è anche consigliere regionale.

Gli anni Settanta portano l’attività dilettantistica a toccare quota 6.500 società con oltre 350 mila tesserati, molti dei quali sono dei giovani calciatori. Si rende quindi necessario esaminare a fondo la situazione, formando una Commissione di studio sull’ordinamento delle strutture federali, dei campionati giovanili e sui limiti d’età per i giocatori partecipanti ai campionati della Lega Dilettanti. Ne fa parte anche il presidente del CR Laziale, Filippo Jacinto, che è anche componente della commissione tecnica per la squadra Nazionale Dilettanti affidata Romolo Alzani. A presiedere la Commissione di studio, che inizierà a lavorare nel mese di ottobre, è il cavalier Cesare Camilletti, consigliere federale.

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]I[/gn_dropcap] lavori della commissione, iniziati nel mese di ottobre 1970, si concludono con la proposta di ridurre i limiti d’età per la partecipazione ai campionati dell’attività giovanile. I nuovi limiti proposti sono: 9-12 anni per i nuclei di addestramento; 13-15 anni per l’attività allievi; 15-17 anni per l’attività juniores. A 15 anni viene invece fissata l’età minima per poter partecipare ai campionati federali. “Ridotta entro tali limiti di età l’attività giovanile, la Commissione ha ritenuto di proporre che, nell’ambito del campionato di 3^ Categoria, si costituiscano, nei Comitati dove ciò è possibile, dei gironi Under 21”, è la proposta che emerge dalla relazione finale.

La Commissione giunge anche a delle importanti conclusione sul piano della riorganizzazione dei Comitati Provinciali e dei rapporti tra la Lega Dilettanti e il Settore Giovanile. Per quanto concerne i primi, viene proposte di rendere elettiva la carica di presidente provinciale e dei componenti (numero da stabilire a seconda dei comitati), con elezioni ogni due anni, contro i quattro anni per la duranta dei mandati dei Comitati Regionali (consiglio direttivo di cinque membri in rappresentanza delle società di Promozione, I/a e II/a Categoria).

Per quanto concerne i rapporti tra Lega Giovanile e Lega Dilettanti, viene avanzata una proposta per la creazione di Comitati Provinciali unitari, che “discende dalla necessità di addivenire, nell’esclusivo interesse di tutte le società, ad una strutturazione dell’attuale Comitato Regionale del Settore Giovanile che possa portare ad una maggiore correttezza di rapporti”, spiega la Commissione nella sua relazione. “La proposta – viene aggiunto – non si esprime in termini di assorbimento del Settore Giovanile nella Lega Dilettanti, tanto più che il Settore Giovanile, per disposizione statutarie, è organismo a sè stante con finalità che dovrebbero essere del tutto diverse da quelle della Lega Dilettanti. La proposta tende soltanto a dare agli attuali Comitati Regionale una struttura più congeniale alle finalità istituzionali e più snelle correnti”.

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]L[/gn_dropcap]a sostanza della proposta si esplica nella creazione di un Comitato Regionale unico, che abbia inserito il “Settore Giovanile regionale”, il cui presidente faccia parte del Consiglio Direttivo del Comitato stesso. Da questa organizzazione deriverebbe una struttura amministrativa e organizzativa unica, che diventerà motivo di “battaglia”, molti anni più tardi. Soltanto nella stagione 1993-94, infatti, lo sportello di riferimento delle società diventerà unico, sia per l’attività dilettantistica che per quella giovanile.

Le proposte della Commissione vengono considerate “fondate e valide” dal Consiglio Direttivo della Lega che le presenta alle società nell’assemblea del 28 febbraio del ‘71, accompagnandole dal proposito di attuarle quanto prima. Le società laziali sono chiamate ad esprimere un parere sulla riforma strutturale del calcio dilettantistico in cinque distinte riunioni che il presidente Jacinto convoca in ambito provinciale. A bloccare tutto, però, nel novembre del 1971 arriva la morte del presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Ottorino Barassi, che piomba come un fulmine a ciel sereno su tutto il movimento. Barrassi è colpito da infarto e a nulla serve il pronto ricovero in ospedale.

Per sostituirlo, la FIGC manda un commissario straordinario, il consigliere federale Carlo Grassi, mentre Marcello Folena, già segretario del settore giovanile, dal 1 gennaio ‘72 diventa segretario della LND. Nello stesso anno morirà anche Giuseppe Garuti, dirigente di società laziale, presidente della Commissione Impianti sportivi della Lega e presidente della Commissione tecnica della Nazionale Dilettanti.

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]N[/gn_dropcap]el 1970 Ruggiero Lopopolo viene nominato, per la prima volta, presidente del Comitato Provinciale di Roma al posto di Sergio Esposto, che due anni dopo lascerà anche il direttivo del Comitato Regionale. Lopopolo, primo presidente provinciale scelto non tra i consiglieri regionali,  inizia così il lungo cammino federale che lo porterà a ricoprire per venticinque anni proprio la carica di consigliere regionale.

Nell’organizzazione interna al Comitato del 71-72, viene sostituito un componente della giustizia sportiva di prima grado: entra Renato Nicola, mentre Nicola Macchiarella diventa commissario della Commissione Arbitri Regionale. Il Virtus Castelgiorgio (Terni) viene autorizzato a prendere parte al campionato di III/a Categoria laziale, mentre il Bomarzo ottiene l’autorizzazione inversa, cioè quella di partecipare ai campionati regionali umbri.

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