Storia del Comitato Regionale Lazio – Capitolo VI

[gn_heading style=”1″]1922-1923[/gn_heading]

[gn_dropcap style=”1″ size=”3″]L'[/gn_dropcap]attività della stagione 1922-23 è particolarmente intensa per il Lazio, che dà vita a tutti i campionati previsti dall’ordinamento federale. La Lazio vince il campionato di I Divisione, perdendo soltanto la finale scudetto con il Genoa, mentre la Tivoli vince la II Divisione facendo proprie tutte le gare del campionato. Nell’aprile del 1923 parte anche la III Divisione, che registra l’iscrizione di tredici società, ridotte poi a 12 per il ritiro dell’Aurora. Nei due gironi spiccano i nomi dell’Andrea Doria di Tivoli e della Romulea, che vince il girone finale (a cui accedono le prime due classificate di ogni gironi) ed è così promossa. In IV Divisione compare per la prima volta nei ranghi federali l’U.S. Frusinate, ma non c’è il Sora, la cui organizzazione calcistica, dopo il tremendo terremoto che ha colpito la cittadina nel 1915, si sviluppa esclusivamente in tornei rionali e amichevoli con squadre del napoletano, del casertano e di Roma. A vincere il campionato è la Società Sportiva Audace Genazzano, fondata nel 1920.

Il Comtato Regionale Lazio cambia ancora guida nel settembre del 1923, in seguito alla dimissioni di don Guido Troncker. Alla presidenza subentra Vittorio Scialoja, già presidente della Lega Sud e del Roman, società che il 5 novembre del 1922, una settimana dopo la “Marcia su Roma”, aveva inaugurato la prima tribuna coperta della città al campo Roma ai Due Pini. Una struttura realizzata grazie ad una sottoscrizione dei soci, che si tassano con un’obbligazione di venticinque lire ciascuno. Negli uffici del Comitato Regionale Laziale, ancora allocati in via Tor de’ Specchi 24, approda anche Danilo Baldoni che assume l’incarico di segretario. Il direttivo, insediato qualche mese dopo la nomina di Scialoja, è invece composto da Armando Rossini, Righetti, Tommaso Panatta, Cerutti e Raveggi.

[gn_dropcap style=”1″ size=”3″]L[/gn_dropcap]a Federazione cambia ancora la struttura dei campionati nella stagione 1923-24. I tre gironi della Lega Nord diventano due e formano la I Divisione, che dunque è di stampo esclusivamente nordista. La Lega Sud, invece, continua ad avere una struttura regionale e si occupa dei campionati di II Divisione. La III Divisione, il campionato Riserve e gli altri campionati minori restano in gestione ai Comitati Regionali. Tra quest’ultimi c’è anche una V Divisione, riservata alle terze squadre dei club partecipanti ai campionati di I e alle seconde squadre di II, III e IV Divisione, e una VI Divisione, che raccoglie i boys, ovvero i ragazzi di 17 anni.

Al girone laziale di II Divisione della Lega Sud partecipano Alba, Lazio, Fortitudo, Juventus, Romana e la Tivoli, appena promossa dalla III Divisione. L’Alba vince il campionato con un solo punto di vantaggio su Lazio e Fortitudo, che disputano una gara di spareggio per decidere chi delle due deve andare alle finali interregionali: la spunta la Lazio 2-0. Il successo dell’Alba, che sarà vittima della burocrazia federale nella doppia finale con il Savoia per l’assegnazione del titolo, coincide con l’avvento del semiprofessionismo a Roma, portato proprio dal presidente dell’Alba Umberto Farneti, che paga un indennizzo per ingaggiare i giocatori strappandoli alla Fortitudo, che preferisce dedicarsi all’ampliamento del proprio settore giovanile. Sono sette le squadre che formano la III Divisione, principale campionato regionale: Andrea Doria Tivoli, Civitavecchia (vincitrice della finale), Balilla, Centro Sportivo Romano, Juventus e Oriani. Il 1924 segna anche la nascita del calcio a Cassino, dove alcuni ragazzi fondano una società dal nome latino “Quis contra nos?, che a partire dagli anni Trenta diventerà una delle società più in vista del calcio laziale, che si allarga così al Basso Lazio, ai confini della Regione.

[gn_heading style=”2″]1924-1925[/gn_heading]

[gn_dropcap style=”1″ size=”3″]D[/gn_dropcap]opo un solo anno di presidenza, a metà settembre del 1924 Vittorio Scialoja lascia l’incarico e il Comitato Regionale Laziale passa nelle mani del dottor Armando Rossini, dirigente della Virtus Roma; segretario viene nominato Gioacchino Montanari del Roman, cassiere Giorgio Bonino dell’Alba. Consiglieri sono invece Fiorentini, Raveggi, Santorelli, Pellizzari, Mazzarini, Cecchetti, Tagliaferro e Pizzangeli. Il 28 dello stesso mese di settembre, in via Velletri a Roma, si tiene l’assemblea della Lega Sud e il gruppo dei dirigenti laziali a sorpresa finisce in minoranza a vantaggio del movimento portato avanti dalla Campania. Al Lazio rimane un solo consigliere, il capitano dell’esercito e arbitro benemerito Eduardo Caroncini, e la sede della Lega viene spostata da Roma a Napoli.

Al campionato di I Divisione laziale del 1924-25 vengono ammesse solamente cinque squadre: Alba, Lazio, Fortitudo, Audace e Pro Roma (che ha assorbito l’US Romana), la “base storica” del calcio romano e laziale; la bella favola della Tivoli finisce subito, in quanto il club tiburtino viene escluso dalla I Divisione per non aver pagato in tempo le tasse federali. La Tivoli scende in II Divisione, campionato che si svolge dall’8 febbraio al 3 maggio 1925 ed è vinto dal Roman. L’Alba si conferma la squadra migliore e vince il girone regionale di I Divisione accedendo, ancora insieme alla Lazio, alle semifinali. I romani arriveranno poi a giocare la finale-scudetto con il Bologna che vincerà sia all’andata che al ritorno.
In III Divisione, che continua ad essere il campionato di punta dell’attività regionale, ottengono la promozione l’Ardita Roma e l’Andrea Doria, con quest’ultima che prima opera una fusione con il Carlo Oriani e poi cessa l’attività, seguendo la sorte del Bracciano, che aveva iniziato a svolgere attività nel 1910. Il 21 dicembre del 1924, durante la pausa del campionato per le feste natalizie, la Rappresentativa Laziale gioca un’amichevole con la Campania. Nella squadra ci sono Fulvio Bernardini, stella emergente della Lazio, capace di segnare dodici reti durante il campionato, e primo giocatore romano a vestire la maglia della Nazionale, Attilio Ferraris, Degni, Rovida e Vonanu in attacco: la partita finisce 1-1 e ad arbitrarla è il commissario tecnico della Nazionale Augusto Rangone.

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