Monterotondo, le voci del successo

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Quando era iniziata l’avventura del Monterotondo Lupa, il 17 agosto del 2012, i pensieri erano tanti e non certo felici. C’era da ricostruire un nuovo ciclo per la società, appena retrocessione dalla serie D dopo 10 anni di assenza dall’Eccellenza. La rabbia e la delusione da smaltire erano forti, ritrovare subito l’entusiasmo e la voglia di ripartire non era facile. Ora, dieci mesi dopo, il presidente del club gialloblù, Della Longa, può ripensare a quei momenti con maggiore serenità. Grazie al successo nel girone B dell’Eccellenza, che ha dato al Monterotondo Lupa il passaporto per il ritorno immediato in quarta serie.

Insieme al presidente, artefrici di questo piccolo miracolo calcistico, sono stati tre dirigenti di grande esperienza e spessore, che rispondono ai nomi di Pierluigi Di Santo, Direttore Generale, Ettore Placidi, Direttore Sportivo, e Alfredo Cocco, Direttore Organizzativo e della Comunicazione. La società sono loro e loro hanno supportato il tecnico Fabrizio Paris, arrivato am Monterotondo Lupa dopo aver vinto la Coppa Italia Regionale con il Rieti.

“Devo ammettere che se non avessi trovato tre dirigenti seri capaci ed onesti forse non avrei avuto la forza di proseguire dopo una retrocessione amara, deludente, per come era maturata”, ammette il presidente Della Longa. “Confesso che avevo voglia di smettere, perché d’improvviso il calcio mi aveva tolto quello che, in tanti anni, mi aveva regalato come soddisfazioni e vittorie. Insieme a queste persone, ho però deciso di ripartire, di ricominciare in una nuova avventura con l’unica volontà di vivere una stagione migliore di quella che avevo appena vissuto”.

E se il buongiorno si vede dal mattino, Della Longa capì subito di aver fatto le scelte giuste: “Mi sono subito conto, vedendo la serietà e la professionalità dei calciatori che avevano accettato il nostro progetto, che stava nascendo forse qualcosa di importante. Devo dire grazie a tutti , per avermi fatto rivivere una gioia che credevo ormai svanita per sempre, per avermi risvegliato delle emozioni che pensavo ormai smarrite”.

Le buone intenzioni, poi, hanno portato il Monterotondo Lupa addirittura a vincere il campionato. “Sinceramente, non credevo di potercela fare”, ammette ancora il presidente. “Ero comunque certo che questi ragazzi potessero recitare un ruolo importante, come le loro carriere professionali dimostravano. A loro, poi sono stati aggiunti dei giovani bravi e capaci, che avevano voglia di crescere ed hanno saputo ascoltare i consigli dei più esperti, formando un gruppo eccezionale, fondato sulla coesione, sull’amicizia, sulla voglia di fare e aiutarsi l’uno con l’altro. Questo è stato il nostro segreto vincente. Anche quando avevamo sette punti di svantaggio dalla prima in classifica, non ci siamo mai arresi, convinti che potessimo prenderci quelle soddisfazioni che il 12 maggio abbiamo poi finalmente ottenuto, contro tutto e tutti.”

La vittoria è dunque figlia del gruppo, dell’unione, della grande capacità di superare innumerevoli difficoltà. “Io la definirei la vittoria dell’organizzazione”, spiega il direttore generale Di Santo. “Non era semplice ripartire dopo una retrocessione e con innumerevoli difficoltà da affrontare, a cominciare da un impianto sportivo per gli allenamenti che non c’era e una squadra da costruire totalmente, visto che erano stati svincolati tutti i calciatori della precedente gestione. Non ci siamo persi d’animo e con il lavoro, la serietà e, ribadisco, l’organizzazione, siamo riusciti a superare tante difficoltà cementando tra società e squadra un rapporto fatto di rispetto, lavoro, volontà e voglia di riuscire in un impresa che nessuno alla vigilia aveva minimamente immaginato potesse realizzarsi. Ricordo ancora quanti dicevano che con questa squadra e questi giocatori si rischiava la retrocessione. Invece, non soltanto abbiamo vinto il campionato, siamo stati la miglior difesa in assoluto di tutti i campionati e abbiamo centrato l’obiettivo di inanellare 30 risultati utili consecutivi. D’altronde, a me piacciono le sfide impossibili e questa lo era…”

La cavalcata trionfale è passata anche tra momenti di grande difficoltà, ma il lavoro del tecnico Fabrizio Paris ha dato i risultati voluti. “Nello spogliatoio ci siamo sempre detti che dovevamo vivere alla giornata, domenica dopo domenica, cercando di incanerare il maggior numero di punti possibili”, rivela Paris. “Certamente, la gara vinta a Formia ha determinato la svolta del nostro campionato. Era una gara difficile, che veniva dopo la rinuncia dei calciatori formiani, per problemi con la società, a scendere in campo la settimana prima contro il Terracina. In campo, però,dopo novanta minuti tirati prima Placidi para il rigore al Formia ad un minuto dalla fine, poi Attili firma il gol partita al novantesimo. Come non dire che quella è stata la vera svolta che ci ha fatto capire che potevamo osare”.

La soddisfazione di Paris è evidente, i ringraziamenti doverosi. “Alla fine abbiamo raccolto i meritati frutti del nostro lavoro e della nostra serietà. E’ la vittoria del gruppo, la vittoria di un gruppo di ragazzi giovani e meno giovani davvero encomiabili che hanno meritato di passare agli annali del calcio dilettantistico per aver compiuto un’impresa titanica, al cospetto di super corazzate che all’inizio del campionato si erano attrezzate per uccidere il torneo. Non è stato cosi perché poi alla fine la professionalità, la capacità e la serietà pagano sempre.”