Tre reti per presentarsi anche nel campionato di Eccellenza, dopo essere stato attaccante in Lega Pro e non solo. Già , perché Valerio Mastrelli, 25 anni compiuti giusto un mese fa, ha alle spalle oltre dieci anni di carriera da prof, anche se nel Lazio, a dire il vero, in pochi lo conoscevano. Almeno fino alla scorsa stagione, quando, dopo un lungo girovagare tra Italia e estero, aveva deciso di riavvicinarsi a casa, ovvero alla sua città Natale, Roma. Per farlo, aveva scelto la Seconda Divisione del Fondi, che aveva accolto l’attaccante proveniente dalla Svizzera con grande entusiasmo e speranze.
Dallo scorso mese di dicembre, Mastrelli è sceso tra i dilettanti, vestendo la maglia del Montefiascone, che era alla ricerca di un attaccante che potesse offrire un importante contributo nella corsa alla salvezza del club viterbese. Cosa che l’attaccante-centrocampista (può ricoprire entrambi i ruoli) sta facendo nel migliore dei mondi, avendo segnato sei reti in una decina di partite.
“Sono arrivato da soli tre mesi in questa società , e devo dire che ho trovato un ottimo ambiente in cui mi sono subito inserito. E’ ovvio che, essendo ancora giovane, spero di poter tornare quanto prima a giocare nei campionati professionistici”, spiega Mastrelli. Cresciuto nella Lodigiani (“dove ho avuto Rivetta, Moltoni e Delfini come tecnici”, tiene a far sapere) la prima uscita extra-regione è stata ad Arezzo. “Con il club toscano iniziai a giocare nel campionato Allievi Nazionali e, subito fui notato dall’Inter che nel 2004 mi portò a Milano in prestito”, racconta Valerio, che in quella squadra aveva come compagni gli attuali campioni di oggi del calcio milanese che rispondono ai nomi div Ranocchia e Balotelli. “Con Mario fu subito amicizia, era molto simpatico anche quando era un ragazzino ed era una vera forza della natura già allora. Ranocchia, invece, già allora dava l’idea del bravo ragazzo, quasi un collegiale nei suoi comportamenti”.
E se Ranocchia e Balotelli, di strada ne hanno poi fatta tanta, la carriera di Mastrelli subì un brusco stop. “Mi infortunai seriamente in una gara contro la Reggiana, riportando la rottura del ginocchio e la frattura del naso. La mia stagione in nerazzurro finì dunque in quella partita”. Ripartito da Arezzo e dalla squadra Primavera, Mastrelli continua però a mettere in mostra le proprie doti, che stavolta vengono notate dal Siena. “Anche lì, giocavo nella squadra Primavera ma Di Canio più di una volta mi ha aggregato alla prima squadra, anche se non ho mai debuttato”.
Terminata anche qeust’altra avventura, Valerio torna a casa. Gioca prima in serie D con il Guidonia, poi riceve una proposta da una squadra di serie A australiana, il Jets New Castle, e finisce invece per giocare in Svizzera. “Sono andato a Locarno, nella serie B elvetica, un’esperienza davvero interessante”, sottolinea Mastrelli. Che dopo una sola stagione torna in Italia per vestire la maglia del Campobasso in serie C2 e sottoscrivere un contratto da professionistica con il Parma, che gli concede di nuovo la possibilità di tornare oltr’Alpe, per giocare ancora nella serie B svizzera, con la maglia del Biaschesi, in cui i calciatori italiani non mancano davvero.
“Scaduto il contratto con quel club, sono tornato di nuovo vicino casa, prima a Fondi, in Seconda Divisione, ed oggi a Montefiascone. Club a cui domenica scorsa ha regalato una tripletta, decisiva nella vittoria ottenuta sul campo di una sua ex squadra, il Guidonia. “Non è stata la mia prima tripletta – rivela Valerio – Ne avevo già segnate altre, sia in Svizzera che qui in Italia, soprattutto a livello giovanile. Le mie caratteristiche? Mi piace segnare ed ogni stagione garantisco una decina di gol”. Un limite che è vicino a toccare anche quest’anno calcistico. “Il mio record di gol segnati è di quindici in una stagione, lo raggiunto quando vestivo la maglia del Biaschesi”.
Simpatizzante della Roma, stravede per il Barcellona (“quando gioca mi incanto a vederlo”, rivela), confessa di essere trovato molto bene nel calcio svizzero. “Devo dire che c’è un clima completamente diverso rispeto a noi. Si gioca per divertirsi e divertire più che per raggiungere il risultato a tutti i costi. Il passaggio dai professionisti ai dilettanti? Non è stato facile, ma devo dire che ho trovato una società ben strutturata e questo mi ha sicuramente dato tranquillità ”. Fidanzato con Beatrice, una volta smesso di giocare darà pieno sfogo alla sua altra passione, la cucina. “Restare nel calcio? Chissà … magari sarà più facile diventare un cuoco, mi garantirebbe forse un futuro più stabile”.
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