Castrense, il fenomeno è tornato

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Andrea Pacenza, attaccante della Castrense - riproduzione riservata
Andrea Pacenza, attaccante della Castrense – © riproduzione riservata

Era l’estate del 2001 quando il “fenomeno” Castrense pose fine alla sua storia. La società gialloblù, espressione del piccolo centro ai confini tra Lazio e Toscana, che aveva prepotentemente scalato i vertici del calcio dilettantistico (quattro campionati di fila vinti) chiuse i battenti, cedendo il proprio titolo sportivo al Tarquinia. L’allora presidente, Pietro Camilli, aveva deciso di provare nuove emozioni in campo professionistico e ancora oggi, il Presidente è alla guida del Grosseto, squadra portata dalla serie C2 alla serie B. A Grotte di Castro, da allora, il calcio è sempre stato di secondo piano, collocato in Seconda Categoria. Fino al ritorno della famiglia Camilli, stavolta per mano del figlio Vincenzo, che ha deciso di ripercorrere le gesta del padre, riportando la Castrense in alto.

Un progetto ambizioso, che sta perfettamente riuscendo. Lo dicono i risultati (campionato di Prima vinto a spasso, come si dice), lo dicono i numeri che sono spietati nei confronti degli avversari. Basta pensare ai 90 punti collezionati dalla Castrense nel 2012, che ne fanno in assoluto la squadra più prolifica di tutti i campionati, nazionali o regionali che siano. Novanta punti, che si accompagnano ad un altro record, quello dell’imbattibilità, che nel 2012 ha resistito nelle trentaquattro gare di campionato giocate, ma che dura ormai da due stagioni, ossia dall’ottobre del 2011, quando ha preso il via il campionato di Prima Categoria, poi vinto alla grande dalla Castrense.

Da quella prima giornata, la squadra gialloblù non ha mai perso una partita, regalando pochi punti alle squadre avversarie: 39 le vittorie ottenute, soltanto sette le gare in cui la Castrense ha diviso la posta in palio. E poi, ben 117 reti segnate, a fronte delle sole 24 subite. Numeri da capogiro, indubbiamente, che oggi si identificano in alcuni giocatori di spicco, come lo sono Mirko De Francesco, andato a segno quattordici volte in questa prima parte del campionato di Promozione e già ribattezzato “mister doppietta”, o Andrea Pacenza, un simbolo del calcio a Grotte di Castro, un bomber che ha vissuto la suon di gol le promozioni della Castrense, che nella stagione scorsa ha stabilito anche un altro piccolo record, inanellando undici vittorie di fila nelle prime undici giornate di campionato. Di Francesco, invece, è arrivato quest’anno a Grotte di Castro, ed è stata una chicca della famiglia Camilli. L’attaccante romano, che ha già vinto un campionato di Promozione con il Valmontone, è sceso dalla Lega Pro, Seconda Divisione, lasciando la Vibonese per giocare con la maglia gialloblù.

Il titolo d’invero, per la Castrense, è arrivato in anticipo di un turno, segnale di una voglia di scalare ancora i vertici del calcio, conquistando quell’Eccellenza che nell’unica volta in cui l’ha vista protagonista regalò subito l’accesso ai play-off, attraverso i quali la Castrense conquistò la serie D, il topo della sua storia calcistica.