L’evoluzione del C.R. Lazio

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Pubblichiamo uno stralcio della relazione del presidente del Comitato Regionale Lazio, Melchiorre Zarelli, esposta nell’assemblea elettiva del 20 novembre scorso.

Il tavolo della presidenza dell’Assemblea Ordinaria Elettiva tenuta a Tivoli Terme il 20 novembre

 “Dieci anni fa, quando mi sono insediato per la prima volta alla presidenza, il Comitato Regionale aveva altre connotazioni. Il processo di modernizzazione, di distacco dai clichè che lo avevano caratterizzato fin dagli inizi degli anni Novanta, allora era appena iniziato. Da poco  erano state gettate le basi per la costruzione di un nuovo modello di Comitato, più moderno, efficace e capace di tenere il passo con l’evoluzione della società. Oggi, posso tranquillamente affermare che quel processo è in via di completamento: c’è stata quell’evoluzione della specie che a tanti sembrava difficile, se non impossibile, da raggiungere, con uffici funzionali, con strumenti di comunicazione e lavoro moderni e diretti. C’è, insomma, un Comitato che sa stare in campo e giocare la sua partita da protagonista. Sia in casa, quando c’è da raffrontarsi con voi società e voi dirigenti; sia in trasferta, andando ad essere un modello di riferimento a livello nazionale, sia nell’organizzazione di grandi eventi e manifestazioni, ma soprattutto, nel proporre novità e modifiche regolamentari”.

“Dico questo non per spirito di parte o interesse personale, consentitemelo, ma dopo aver analizzato i fatti, aver ripercorso mentalmente, il cammino che dal 2002 ci ha portati fino ad oggi. Non temete. Non partirò da così lontano per relazionarvi sulle cose fatte da questo Comitato. Però, un punto di partenza va sicuramente dato a questo nostro lavoro, portato avanti dopo che erano state gettate basi solide, e ripeto questo concetto, per sottolineare come il passato da noi non viene dimenticato, ma resta vivo e costituisce un arricchimento per il nostro presente”.

 LA SVOLTA 

La svolta epocale, se così possiamo chiamarla, di questi miei anni da presidente, c’è stata con l’accorpamento del settore giovanile alla Lega Dilettanti, un passaggio in cui il mio contributo personale è stato davvero rilevante, perché, da sempre, ne sono stato fedele assertore. Nel 2007 si è dato un input importantissimo a tutto il movimento, creando il cosiddetto sportello unico, che è sicuramente più funzionale alle esigenze e necessità di voi società. E che consente un risparmio, oltre che di energie, alla fine anche di costi.

Con le difficoltà economiche che ci attanagliano in questo delicato momento dell’Italia, il calcio dei dilettanti, settore giovanile compreso, ha saputo essere lungimirante, restando ben saldo in piedi, reggendo l’urto di una crisi che colpisce tutti, indistintamente. Il calcio laziale, in particolare, ha saputo farlo con intelligenza, con la perspicacia che lo contraddistingue e che lo fa essere all’avanguardia in Italia.

L’impiego dei giovani calciatori nei nostri campionati, a partire da Eccellenza e Promozione, dai più sempre sollecitato e da noi immediatamente recepito, è il segnale più forte della volontà comune che c’è tra noi e voi di offrire un futuro calcistico ai nostri giovani e, al tempo stesso, di contenere, se non ridurre i costi di gestione delle società che, con tanto impegno e sacrificio, mandate avanti.

Siamo andati oltre quelle che sono le indicazioni della Lega Dilettanti: in Eccellenza, da alcune stagioni abbiamo elevato a quattro i giovani da schierare obbligatoriamente, ivi compreso un ’95, ma non fidelizzato, cosa questa che avrebbe comportato grosse difficoltà nella sua attuazione. In Promozione, per venire incontro alle necessità rappresentateci da voi società, abbiamo chiesto ed ottenuto dalla L.N.D. una deroga, ed abbiamo così mantenuto l’obbligo di 3 giovani, con gli stessi limiti della scorsa stagione.

 

 PIONIERI DELL’ON-LINE 

Nello sforzo di migliorare la nostra organizzazione amministrativa, mi piace evidenziare che il Lazio, assieme alla Lombardia, sono i due Comitati che più degli altri stanno spingendo sull’acceleratore per una sempre maggiore informatizzazione di tutte le procedure: dai tesseramenti on-line del settore giovanile, al tesseramento on-line dei calciatori di Lega Dilettanti; fino alle procedure on-line per le iscrizioni ai campionati.

Gli inizi hanno comportato qualche naturale difficoltà, stante la novità delle procedure, ma già si stanno constatando sensibili miglioramenti, che alla fine determineranno anche qui, risparmi in termini di tempo, ma alla lunga anche in termini economici.

Basti pensare che fino a questo momento, non abbiano riscontrato alcune anomalia nei tesseramenti dei calciatori, cosa, questa, che fino alla scorsa stagione, aveva determinato numerosi deferimenti, con conseguenti sanzioni in termini di punti di penalizzazione, accompagnati da squalifiche e pesanti sanzioni pecuniarie.

Segnalo, inoltre, che in tutte le Delegazioni Provinciali, tra breve, si avrà la presenza di un impiegato, che consentirà l’apertura dello sportello in orari più congeniali alle vostre esigenze. Il merito di questa importante innovazione va dato alla Lega, e in primis al presidente Carlo Tavecchio, che grazie agli introiti derivanti dai diritti televisivi, ha voluto sviluppare ancor di più la politica dei servizi.

 

 LA CRESCITA COSTANTE 

Anche questi passaggi fanno parte di quell’evoluzione del Comitato Regionale che, ancora una volta, è testimoniata dai numeri. Aridi, è vero. Ma significativi, per disegnare la nostra crescita. Ricordo che nel 2002, le società affiliate al nostro Comitato Regionale erano circa 600 con poco più di 1.000 squadre, che hanno dato corso a 15.570 partite in una sola stagione. Oggi, quei numeri sono aumentati  notevolmente, con un trend che ha avuto sempre un segno positivo fino alla stagione 2010/2011, per diminuire nella stagione testé decorsa e in quella attuale, di un modesto 1,2%. D’altronde, la crisi economica che investe tutto il Paese, non poteva non intaccare, sia pure in misura marginale, anche il nostro movimento che, e di questo devo darvene merito, ha saputo reggere molto bene l’urto. Lo dicono i numeri, che restano assolutamente importanti, perché oggi le società di Lega Dilettanti sono 901, oltre alle 230 società di Puro Settore Giovanile, che comunque attestano il movimento laziale ben oltre quota mille. A questo proposito, mi preme ricordare che le squadre sono oltre 2.600 e le gare disputate nell’ultima stagione sportiva sono state oltre 33.000.

 

 IL QUARTO COMUNICATO IN ITALIA 

Quelli che ho appena enunciato sono numeri importanti, che fanno del CR Lazio il quarto Comitato Regionale in Italia, secondo soltanto a quelli della Lombardia, del Veneto e della Campania. Come quarto Comitato Regionale in Italia, primo nel Centro Italia, ritengo che siamo meritevoli, pertanto, di stare al tavolo delle decisioni federali con un nostro rappresentante. Una considerazione che non è solo mia, ma che trova riscontri anche in ambito federale, come testimonia la candidatura che avanzo qui, oggi, e con il supporto di altre componenti della Lega Dilettanti, di un nostro rappresentante a Consigliere Federale della Figc.

Con soddisfazione, vi annuncio che  il candidato che propongo, e che sono certo troverà il vostro apprezzamento, è Giuseppe Caridi, Nuccio per gli amici e il mondo del calcio dilettanti, il cui curriculum è ben conosciuto da moltissimi di voi, visti i suoi trascorsi come presidente regionale del Settore Giovanile e Scolastico prima e come consigliere regionale poi, oltre al suo passato da calciatore.

Erano anni, forse oltre un ventennio, che un nostro rappresentante non era candidato a entrare nel Consiglio Federale della Figc. Ed è una candidatura che ha trovato il sostegno di altri Comitati, quegli stessi che in passato avevano guardato ad altre figure. A questo proposito, vi comunico che sabato scorso, in occasione dell’Assemblea del Comitato Regionale della Sardegna, Nuccio Caridi ha già avuto una prima indicazione alla sua candidatura

Anche questo è un segnale forte dell’importanza che abbiamo acquisito e che ci rende interlocutori seri e affidabili nell’ambito federale, ma anche nei confronti delle Istituzioni comunali, provinciali e regionali. Che, se non avessero riscontrato in noi un interlocutore di spessore, non avrebbero certamente deciso di affiancarci nell’organizzazione di grandi eventi sportivi. Basti ricordare uno degli eventi più importanti della Lega Dilettanti, ovvero la 50.ma edizione del Torneo delle Regioni, che il presidente Tavecchio ha voluto far organizzare a noi e che, grazie all’impegno di tutte le nostre componenti, voi società comprese, abbiamo reso un evento memorabile, di cui ancora oggi i miei colleghi presidenti degli altri Comitati, parlano con grande rilevanza delle nostre capacità organizzative.

 

 CAPUT MUNDI. BALCONE SUL MONDO 

C’è poi il torneo Roma Caput Mundi, che è il nostro balcone sul calcio internazionale e che da sette anni a questa parte ha sempre avuto  il pieno appoggio dell’Amministrazione di Roma Capitale. Ed ancora, il Torneo della Memoria, allargato da qualche stagione anche alle squadre di Calcio Femminile, che la Regione Lazio organizza, anche qui da sette stagioni ormai, insieme al nostro Comitato, premiando le squadre che vincono il torneo con un viaggio nei luoghi più significativi della Shoah. Con la Provincia di Roma, che di recente ha riconosciuto il valore morale e sociale del nostro lavoro conferendo a due società del Lazio (La Susta e la Città dei Ragazzi) un particolare attestato per essersi distinte, negli anni, nell’assegnazione del Premio Disciplina, inoltre, collaboriamo nell’organizzazione del Torneo Woytjla, giunto ormai all’ottava edizione.

Come non sottolineare, poi, l’onore concessoci da Roma Capitale di portare il proprio logo sulle maglie delle nostre Rappresentative all’ultimo Torneo delle Regioni. O il sostegno che la stessa Roma Capitale ha voluto offrirci nella manifestazione Stradacalciando, la grande kermesse delle scuola calcio che ha animato, con 3.000 bambini e per un’intera mattinata alla fine di maggio, via dei Fori Imperiali a Roma; manifestazione che ha avuto come spettatori d’eccezione le massime autorità politiche e federali, dalla presidente della Regione al sindaco di Roma Capitale al nostro presidente federale, Giancarlo Abete.

Stradacalciando non è rimasto un episodio isolato, ma è stato replicato in quasi tutti i singoli Municipi di Roma perché abbiamo voluto portare l’entusiasmo e i sorrisi del calcio a casa delle nostre società e della gente, per far capire loro che le deviazioni della società di oggi, possono essere combattute con il gioco più bello del mondo. Vogliamo lanciare anche un messaggio di aggregazione, dialogo e partecipazione, superando quelle divisioni sociali che, purtroppo, i nostri giovani vivono nell’era dei Social Network e di Internet in generale.

 

 IL DIALOGO CON LE ISTITUZIONI 

Dialogo e confronto ci accompagnano sempre nei nostri comportamenti. Più di due mesi fa, nell’Università Luiss di Roma, una location davvero singolare e molto bella, abbiamo parlato di Juniores, fascia d’età dei nostri giovani particolarmente soggetta alle deviazioni sociali, con esponenti e esperti autorevoli. Anche qui, il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, presenziando al convegno,ha voluto testimoniarci il suo apprezzamento per il percorso di formazione ed educazione disegnato all’interno e all’esterno del Cr Lazio.

Questo percorso, ci ha portato, negli anni, a dare attenzione, di volta in volta, alle diverse componenti di una società: dirigenti, segretari e tecnici. Per i primi, sono stati organizzati dei corsi di formazione, l’ultimo dei quali è stato effettuato dal 12 al 29 ottobre scorso, grazie alla collaborazione  con il Settore Tecnico della Figc e dell’ADISE (l’Associazione dei Direttori Sportivi); per quanto concerne gli allenatori, invece, dopo l’intensa attività svolta fino a due stagioni orsono, c’è stato un rallentamento dovuto alle incomprensioni sorte con il presidente dell’Assoallenatori, Renzo Ulivieri, che speriamo di aver superato per ridare slancio a quei corsi che in tanti attendono.

Attualmente ne stiamo svolgendo uno qui a Roma, ed altri due ci sono già stati assegnati per i primi mesi del 2013: uno a Rieti per i residenti di Rieti e Viterbo, e un altro a Frosinone, per i residenti di Frosinone e Latina. Ma non solo, perché a breve partiranno anche i corsi per qualificare gli allenatori regionali.

 

 L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE 

In tutto questo, lo sapete benissimo, non abbiamo messo in secondo piano l’aspetto agonistico. Che ha viaggiato parallelo a quello formativo e informativo. Lo dicono i risultati conseguiti, sia a livello di club che con le nostre Rappresentative. Mi piace ricordare che la genesi dei sei scudetti vinti nelle ultime otto stagioni dalle nostre squadre Juniores sia dovuta alla riforma attuata nel 2004 per il campionato degli under 18, che ha sicuramente portato una maggiore qualificazione di tutta l’attività. Dico che l’evoluzione della specie l’abbiamo avuta, e speriamo che non si sia ancora conclusa, con i successi ottenuti dalle nostre Rappresentative giovanili di calcio, che hanno portato a casa un titolo italiano sia nella categoria Giovanissimi, con la guida tecnica di Maurizio Rossi, che in quella Allievi, con Giuliano Giannichedda. A questi due titoli, vanno aggiunti due semifinali perse ai calci di rigore (entrambe con lo sfortunato Roberto Dagianti in panchina), due titoli italiani e una finale raggiunta dalla Rappresentativa Femminile, prima guidata da Maurizio Rossi ed oggi da Antonio Macidonio.

Ecco, il calcio in rosa, al di là degli eccellenti risultati conseguiti dalla Rappresentativa, purtroppo rappresenta un movimento difficile da far crescere. I motivi sono noti a tutti e sono, oltre che di natura ideologica per tante famiglie restie a vedere giocare a calcio le proprie ragazze o per dirigenti la cui mentalità è a volte troppo chiusa a riccio sul settore maschile, anche di natura logistica, perché le nostre ragazze devono sobbarcarsi, in alcuni casi, diversi chilometri soltanto per potersi allenare. In questo settore, registriamo comunque con piacere importanti segnali di risveglio.

 

 CHIAREZZA E TRASPARENZA 

L’aver inserito l’attività femminile per l’acquisizione di punteggi nella formazione delle graduatorie per l’ammissione alla categoria superiore, è stato il nostro ultimo contributo affinché questa chiusura venga in qualche modo scardinata e le porte delle società siano finalmente aperte anche all’attività femminile, che costituisce comunque un’attività sociale di grande merito.

Il calcio a cinque, invece, di stimoli per crescere non ne ha davvero bisogno. Il numero di squadre che ogni stagione compongono i nostri campionati va crescendo esponenzialmente, sia in campo maschile che in quello femminile. Tutte hanno bisogno di una solida base su cui poggiarsi e anche qui questa è costituita dai giovani, che sono l’anima del Comitato Regionale.

Primi, e forse unici, in Italia, abbiamo imposto alle società di serie C1 di inserire in lista 4 calciatori under 21 e di schierarne obbligatoriamente uno in campo per tutta la durata degli incontri, in modo da dare, anche qui, supporto adeguato a quel processo di valorizzazione dei vivai che è la vera arma per combattere la crisi e dare spessore e autonomia al movimento. Oltre che con gli Under 21, l’attività giovanile del calcio a cinque si è notevolmente sviluppata anche con le altre categorie, dalla Juniores fino all’obbligo di due Under 23 per la serie C2. Inoltre il Lazio, nel futsal, è stato anche tra i primi, se non il primo, a dare ampio spazio alle categorie giovanili di base, ovvero Giovanissimi e Allievi, allestendo le rispettive Rappresentative, che da questa stagione avranno il momento massimo di espressione nel Torneo delle Regioni, appositamente dedicato, che in via sperimentale il Presidente Tavecchio ha deciso di effettuare, per la prima volta, nel prossimo mese di giugno e la cui organizzazione ha demandato al nostro Comitato.

 

 UN COMITATO SEMPRE GIOVANE 

La vocazione giovanile del nostro Comitato, pertanto, è evidente in ogni sua attività agonistica, che negli anni è stata qualificata attraverso non soltanto alcune riforme strutturali, e mi riferisco ai format attualmente in vigore nei campionati Juniores, Allievi e giovanissimi, ma anche con una regolamentazione diversa dei criteri di ammissione alle fasi finali dei diversi campionati.

L’introduzione dei play off per il titolo regionale, di tutte le categorie giovanili, con identica modalità, ha sicuramente dato ai campionati un interesse maggiore rispetto al passato. Lo dimostrano le attenzioni che i mass media dedicano alle nostre attività, e il crescente numero di spettatori che assistono alle gare dei nostri campionati, siano esse di calcio a undici che di calcio a cinque. Questo crescente numero di spettatori trova nei nostri format quell’interesse che andava cercando, con criteri trasparenti e facilmente interpretabili da tutti.

Così come sono trasparenti i criteri che ci portano a formare le graduatorie per le ammissioni ai campionati in caso di disponibilità di posti nella categoria superiore. Criteri che di anno in anno hanno assunto connotati sempre più specifici e che tendono a premiare non soltanto chi sul campo acquisisce meriti, ma anche chi dietro alla prima squadra ha un’attività giovanile solida e duratura nel tempo. Noi siamo disposti ad accogliere a braccia aperte le nuove realtà, o società che hanno ambizioni di crescita sportiva; ma siamo anche convinti che ci sia la necessità, per poter arrivare a determinati traguardi, di avere le spalle ben larghe e capaci di affrontare le più diverse situazioni, logistiche ed economiche.

 

 IMPIANTI E SICUREZZA, BINOMIO INDISSOLUBILE 

In questo ambito, un posto di rilievo ce l’ha l’impiantistica sportiva, a cui diamo notevole importanza e peso. La sicurezza sui campi e dei campi, per il sottoscritto, è uno dei punti cardine del mandato che mi avete affidato. Lo dimostra l’impegno da me profuso, in modo proficuo, per far approvare l’emanazione di un nuovo regolamento che consente, talvolta, di avere una tolleranza massima del 4% per le dimensioni dei campi in tutte le categorie. Una novità assoluta per quanto concerne i campionati di Eccellenza e Promozione, ma anche per la Prima e Seconda Categoria. Il tutto per aumentare la fascia di sicurezza laterale, portandola a 2,50 metri, e quella di fondo, portata a 3,50 metri.

A proposito di campi sportivi, vi annuncio qui con enorme piacere che tra breve, spero entro l’inizio del prossimo anno, daremo il via alla realizzazione del nostro impianto sportivo, che sorgerà a fianco di dove verrà costruita la nostra nuova sede. Si tratta di una importante struttura  in un’area di oltre 22.262 mq che ci è stata assegnata da Roma Capitale e per la quale dobbiamo rivolgere un sentito ringraziamento al Delegato allo Sport di Roma Capitale, l’onorevole Alessandro Cochi, per il suo costante impegno nei nostri confronti. La concessione è stata deliberata dalla Giunta Capitolina in data 1 agosto 2012, con il parere favorevole della Commissione Sport di Roma Capitale. Ora è all’ordine del giorno di una delle prossime sedute del Consiglio Comunale, per l’approvazione definitiva.

L’impianto sportivo che andremo a realizzare, ospiterà, per gli allenamenti, le nostre rappresentative, che tra calcio a 11 e calcio a 5 sono dieci, oltre alla Nazionale Dilettanti e la Rappresentativa di serie D, e fungerà anche da polo di allenamento per gli arbitri. La sua realizzazione, precederà di poco la posa della prima pietra dell’edificio che ospiterà i nostri nuovi uffici, che saranno molto più funzionali e ospitali degli attuali, e che saranno a disposizione anche di altre componenti del calcio laziale, e mi riferisco ad arbitri e allenatori in particolare, ma anche, naturalmente, all’Ufficio del Coordinatore regionale del Settore Giovanile.

La realizzazione dell’impianto sportivo sarà possibile grazie ai fondi che la Lega Nazionale Dilettanti ha ottenuto come quota percentuale dei diritti televisivi e che stornerà a favore dei Comitati Regionali proprio per la realizzazione di un Centro Tecnico Federale per ciascuna regione.

La nascita della nuova sede, cui tengo in modo particolare, rappresenta per me il compendio della mia gestione del Comitato Regionale Lazio. Arriviamo a compiere questo passo dopo altri Comitati Regionali, ma le difficoltà burocratiche che s’incontrano qui da noi sono di gran lunga superiori a quelle riscontrabili in ogni altra Regione. Mi auguro che i passaggi burocratici si esauriscano con tempestività, in modo da consentire, tra breve, l’inizio dei lavori per entrambe le realizzazioni. Forse arriviamo con un po’ di ritardo, ma l’importante è arrivarci bene, facendo i passi dovuti nel pieno rispetto della legge e dei regolamenti esistenti. La soddisfazione, alla fine, vi assicuro, sarà enorme per tutti, per noi che andremo a lavorarci e per voi che verrete ad usufruire dei servizi a vostra disposizione.

 

 LA QUESTIONE ARBITRALE 

Mi preme ora sottolineare altri due aspetti. Il primo riguarda la questione arbitrale, che non può non essere trattata, sia pure brevemente. Il secondo è quello dell’informazione sportiva e della visibilità che il Comitato offre all’esterno. Per quanto concerne gli arbitri, dico con immenso piacere che sono stati compiuti degli importanti passi in avanti verso una maggiore tolleranza tra voi società e la benemerita categoria. Dico tolleranza perché, purtroppo, le due componenti, arbitri e società,  continuano ad essere messe in contrapposizione, anziché essere viste come due realtà dello stesso mondo, che dovrebbero viaggiare in parallelo.

Tuttavia, l’opera di confronto continuo e di dialogo che si è instaurata tra me e il presidente del Cra del Lazio, Nazzareno Ceccarelli, ma prima anche con i suoi predecessori, Alessandro Cavanna e Carlo Pacifici, ha sicuramente portato dei benefici. Gli incontri che abbiamo avuto tra voi società e i direttori di gara sono stati non solo apprezzati da tutti, ma hanno indubbiamente abbattuto una barriera di diffidenza. Anche sul campo, da quanto ho potuto apprendere, mi sembra che le cose vadano un po’ meglio. Restano, purtroppo, le difficoltà derivanti da una classe arbitrale troppo giovane, e che in quanto tale paga qualcosa in termini di esperienza e di comportamenti, pur avendo aumentato la propria consistenza numerica e il suo tasso tecnico. Ritengo che una più lunga permanenza, non molto, un paio di anni in più, dei giovani arbitri nei ranghi regionali potrebbe rappresentare un utile, e forse indispensabile, passaggio per la loro ulteriore crescita e formazione caratteriale. Talvolta, lo ripeto, una classe arbitrale troppo giovane deve fare i conti con aspetti comportamentali e caratteriali che sono tipici della sua età e rappresenta il mancato completamento della loro formazione come uomini, ancor prima che come direttori di gara in mezzo al campo.

E questo non lo affermo solo io, ma è un dato su cui si stanno interrogando anche alcune strutture tecniche nazionali della stessa AIA.

A questo proposito, mi preme chiedere al presidente Nazzareno Ceccarelli, al quale riconosco una particolare attenzione al problema, di essere ancor più incisivo di quanto lo sia stato finora. E non soltanto nei confronti degli arbitri, ai quali va portato rispetto e ai quali si chiede di portare ugualmente rispetto sia ai dirigenti che alle società, che sono il cuore della nostra attività, perché senza di loro nessuno di noi sarebbe qui a svolgere la propria funzione. Chiediamo di avere maggiore attenzione anche ai comportamenti che altri soggetti, della componente arbitrale chiamata a scendere in campo, osservano in occasione delle partite di calcio, prima, durante e dopo la gara, affinché non si verifichino spiacevoli frizioni con le società e si possa continuare ad avere un rapporto improntato alla cordialità e al dialogo, pur nel rispetto dei rispettivi compiti. Identici comportamenti li chiedo, ovviamente, a voi dirigenti, anche se devo riconoscere che dai più vengono osservati comportamenti irreprensibili e sempre tesi ad una più che cordiale collaborazione.

 

 L’INFORMAZIONE E LA COMUNICAZIONE 

Il secondo aspetto è quello dell’informazione, alla quale dò notevole importanza. La crisi di alcuni organi d’informazione a carattere nazionale, che  hanno ridotto la visibilità offerta in passato al nostro mondo, ci ha spinto ad accelerare alcuni processi che portano a dare il giusto risalto a quella che è la vostra attività. Da un anno, ormai, sulle scrivanie delle vostre sedi arrivano alcune copie della rivista Calcio Illustrato, organo ufficiale della Lega Nazionale Dilettanti, che ha una sezione di 16 pagine interamente dedicata al Lazio. Su quelle pagine trovate quegli approfondimenti necessari per evidenziare quanto fatto dal Comitato e quanto voi società fate in questo mondo. Colgo l’occasione per invitarvi a inviarci notizie, fotografie e tutto quello che ritenete necessario per mettere in risalto quelle che sono le iniziative, sociali e sportive, delle vostre società.

Sarà nostra cura divulgarle soprattutto attraverso il sito Internet del Comitato Regionale Lazio, che sta crescendo sempre di più, rimodellandosi alle vostre esigenze e alle esigenze dell’informazione. Attraverso l’applicazione Iphone del sito Lnd Lazio, poi, stiamo portando nelle vostre mani sia i Comunicati Ufficiali, sia le news di servizio, oltre che ai risultati dei campionati di Eccellenza, Promozione, Juniores Regionali d’elite e Calcio a cinque di serie C1 e C2 maschile e serie C femminile. Un grande sforzo organizzativo, quest’ultimo, che stiamo profondendo grazie alla collaborazione della classe arbitrale.

Sul piano della comunicazione, sottolineo i grandi appuntamenti di inizio e fine stagione, che sono rappresentati da due feste: quella dei Calendari, che si svolgono nel mese di agosto per il calcio a 11 e nel mese di settembre per il calcio a 5, e che sono attese da tutti voi con grande interesse e che ci offrono l’opportunità di svelarvi tutti insieme la composizione dei gironi e dei calendari dei massimi di entrambe le categorie.

A fine stagione, invece, in località ogni volta diversa ma sempre particolarmente suggestiva, assegniamo le Benemerenze del Comitato Regionale Lazio, un riconoscimento che dal 2004 diamo ad un gruppo di dirigenti che da tanti anni svolgono la propria attività nelle nostre società e che, magari, non hanno mai avuto un attestato che è invece doveroso riconoscere. Questo per valorizzare la figura di quanti hanno profuso il proprio impegno per la causa del calcio dilettantistico e giovanile. Un impegno che va avanti da oltre 100 anni, ovvero da quel mese di ottobre del 1909 in cui a Roma fu dato vita al nostro Comitato Regionale. Evento che, mi piace ricordarlo, nel settembre di tre anni fa è stato prima celebrato con una grande festa nel Santuario del Divino Amore, a Roma e poi con l’Udienza Papale, alla quale erano presenti oltre 3.000 persone in rappresentanza del nostro movimento calcistico. Allora, come oggi, la passione resta la stessa.

Melchiorre Zarelli

Presidente del Comitato Regionale Lazio