Dopo tre turni in cui aveva collezionato un solo punto, il Colle di Fuori torna al successo nel quinto turno di campionato battendo con un perentorio 4-1 il Segni, fanalino di coda del girone G di Prima categoria. Una vittoria importante per il club del presidente Antonio Di Martino e per quello onorario Roberto Di Stefano, arrivata al termine di una prestazione convincente. Forse è un caso (forse no), ma era la prima da titolare per l’attaccante di origini marocchine Said Lamzouri che è andato subito a bersaglio con una doppietta, accompagnata dai sigilli di Di Carlo e Pucci.
«Una partita dominata in lungo e in largo e già chiusa all’intervallo, quando stavamo conducendo per 4-0. I miei gol? Li dedico a Abdlhadi, il papà di mia moglie: lui odia essere chiamato “suocero”, quindi per me è “l’amico mio”» sorride la punta. Lamzouri, classe 1991, è arrivato in estate al Colle di Fuori dopo l’ottima stagione scorsa passata tra la Roma VIII e il Real Tuscolano in cui l’attaccante è andato a bersaglio ben 18 volte. «Cercherò di superare quella cifra, mi piacerebbe arrivare a quota 20, ma purtroppo quest’anno è iniziato male perché mi sono fatto male alla spalla praticamente alla prima amichevole e ho saltato tutta la preparazione. Sono ritornato in campo due settimane fa e ora sono ancora al 50% della condizione». Mister Tripodi, evidentemente, lo ritiene un tassello fondamentale perché l’attaccante di origine marocchina ha caratteristiche tecniche e fisiche fuori dalla norma. «Se ho un idolo? Certo, Ibrahimovic: è un giocatore fantastico».
E sulle prospettive stagionali del Colle di Fuori? «Siamo una bella squadra, molto rinnovata ed è per questo che abbiamo avuto delle difficoltà in questo inizio di stagione. Ma sono convinto che, con il tempo, ingraneremo e ci potremo togliere delle belle soddisfazioni». Domenica prossima i ragazzi di Tripodi affronteranno un esame davvero tosto. «Faremo visita al Real Rocca di Papa secondo in classifica, ma sono fiducioso che possiamo fare una bella partita e magari anche il colpaccio» conclude Lamzouri.
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