Il Presidente del Comitato Regionale Lazio, Melchiorre Zarelli, ha concesso nei giorni scorsi un’intervista esclusiva al Il Messaggero. Per chi non avesse avuto modo di leggerla, riproponiano, qui di seguito il testo, pubblicato a firma di Paolo Baldi.
L’INTERVISTA
L’estate 2014, per i dilettanti, resterà comunque negli annali. Per via dell’elezione di Carlo Tavecchio, numero uno della Lega Dilettanti alla presidenza della Figc. Passaggio epocale nella storia federale, che riporta alla mente precedenti come Artemio Franchi e Ottorino Barassi. Una svolta che potrà avere ripercussioni positive anche sullo stesso calcio di base. Il presidente del Comitato Regionale Lazio, Melchiorre Zarelli, che conosce Tavecchio da quindici anni ormai , ne è convinto.
«Premetto che la sua elezione ha fatto felice me e tutto il nostro movimento. Sia per la persona che è, sia perché sono convinto che le sue capacità sapranno dare nuovo impulso a tutta la Figc, così come ha saputo fare negli anni di presidenza nella nostra Lega».
I dilettanti ora potrebbero essere visti sotto un’altra luce?
«Noi lo speriamo, perché siamo la base su cui poggia la piramide. E’ vero che la serie A è il vertice, che dà visibilità e porta introiti, ma noi siamo la passione del calcio».
Se per la Figc è un’estate calda, per voi dilettanti del Lazio com’è?
«Direi tiepida, perché se è vero che le nostre società hanno avuto dovuto far fronte alle inevitabili difficoltà economiche che tutto il Paese vive, è altrettanto vero che alla conta finale siamo sempre agli stessi numeri. Vuol dire che i nostri dirigenti sono stati bravi a trovare nuove soluzioni economiche e puntare sui giovani».
Qualche club ha dato forfeit in Eccellenza e Promozione…
«Sì, ma non sono andati perduti. Queste società hanno deciso, per scelta o necessità, di fare un altro tipo di attività, ma sono rimasti nella nostra famiglia. E’ comunque un segnale importante».
L’aspetto positivo è che c’è un ampio ricambio di squadre.
«Sì, ci sono sei nuove squadre in Eccellenza e quattordici in Promozione. Numeri che ci permetteranno di avere sfide inedite e maggiore interesse in entrambi i campionati».
L’Eccellenza, quest’anno, dovrà avere un percorso un po’ diverso, per via di alcuni appuntamenti istituzionali.
«Sì, dovremo iniziare il 7 settembre, prima del solito, perché a fine maggio ci sarà il Torneo delle Regioni, che nel 2015 si svolgerà a Milano in occasione dell’Expo».
C’è poi la Regions Cup, il debutto assoluto del Lazio nell’Uefa.
«Sì, andremo a Tuzla, 150 chilometri da Sarajevo, a giocarci con portoghesi, bielorussi e i padroni di casa della Bosnia le nostre possibilità di accedere alla fase finale per l’assegnazione della coppa europea per dilettanti. Non sarà facile vincere là, ma sono fiducioso».
Sul piano agonistico, che stagione si attende?
«Spero tranquilla, com’è stata quella appena trascorsa. Ho visto un grado di maturità, nei calciatori e nei dirigenti, che è cresciuto molto. Si pensa più a giocare e divertirsi che a dare sfogo al nervosismo. Un atteggiamento che viene premiato da una maggiore presenza di pubblico sugli spalti».
La Juniores resta la vostra vetrina?
«Certamente. Un campionato che vogliamo valorizzare ogni stagione di più. Non dobbiamo e vogliamo perdere i nostri ragazzi solo perché le loro qualità tecniche non sono eccelse».