Comitato Regionale in lutto, ci ha lasciati Pietro Colantuoni. Il ricordo del presidente Zarelli

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Il Comitato Regionale Lazio in lutto per la morte di Pietro Colantuoni, dal 2009 responsabile regionale del calcio a 5 regionale. Entrato a far parte del C.R. lazio nel 1992 come collaboratore, aveva subito messo le sue qualità al servizio del calcio a cinque, di cui ha assunto la responsabilità diretta nel 2009, dopo essere stato Delegato Provinciale di Roma del cinque contro cinque.

Pietro, come gli amici lo conoscevano, ha contribuito tantissimo alla crescita del movimento, grazie anche alla perfetta sintonia che aveva con il numero uno del Comitato Regionale, Melchiorre Zarelli, suo amico prima ancora che suo presidente. Tanti i successi che le “sue” rappresentative hanno ottenuto nei 10 anni di responsabilità: dai titoli giovanili con le squadre Allievi e Giovanissimi, a quelli con il Femminile e la Juniores, che proprio due stagioni fa è tornata a vincere il torneo delle Regioni dopo numerosi anni di attesa.

Già arbitro, aveva spostato subito il futsal e in quasi trent’anni di Comitato aveva allacciato ottimi rapporti con tutti i dirigenti di società. Il Consiglio Direttivo del C.R. Lazio, di cui faceva parte, si stringe forte intorno alla famiglia per la perdita di un personaggio di grande spicco del futsal laziale.

Il presidente Zarelli piange la scomparsa di un amico, una vero amico e ha voluto ricordalo cosi:

Se n’è andato un amico. Un fratello, una persona che per me era qualcosa di più di un consigliere. Pietro Colantuoni ci ha lasciati, portato via dal maledetto Covid, che lo ha colpito in un attimo, togliendolo agli affetti più cari.

Pietro era “l’uomo del calcio a 5” all’interno del Comitato Regionale. La persona che aveva fatto crescere il movimento, grazie alla sua capacità, disponibilità e pazienza. Aveva una parola per tutti, ascoltava tutti e con tutti amava parlare di calcio e di futsal. Lo conoscevo dal 1992, quando si affacciò in Comitato come collaboratore. Lo portò in via Pollenza Piero D’Innocenzo, con cui, entrambi ex arbitri, fu compagno di sezione all’Aia di Ciampino. Sin dal primo giorno che mise piede nei nostri uffici, imparai ad apprezzare la sua franchezza, la sua esuberanza e la sua voglia di fare per il bene del movimento dilettantistico, al quale era legato anche per l’attività di calciatore del figlio Gigi.

Lo conobbi quando ero ancora segretario e nel mio percorso di approdo alla presidenza del Comitato mi è sempre stato al fianco, in nome di un’amicizia nata dal cuore e non per convenienza reciproca. Lavorava con passione, dedizione e non si stancava mai di vivere il calcio a 5, lui che aveva imparato a conoscere il futsal quando era arbitro, arrivando ai massimi livelli nazionali. Passare dall’undici al cinque per lui fu un attimo, quando arbitrava, perché l’amore scoppiò a prima vista. E ha amato questa disciplina fino all’ultimo, preoccupandosi anche nei giorni scorsi, quando l’attività è stata di nuovo fermata, di come e quando far partire la serie D che, andava ripetendo, “quest’anno ha 100 squadre che attendono con ansia di iniziare a giocare”.

Con lui se ne va un pezzo di storia del calcio a 5 del Lazio, e non ho esitazioni a dirlo. Conosceva tutti e tutti lo conoscevano. Lo amavano per la sua generosità, la sua disponibilità anche fuori dal mondo del calcio. Nel suo quartiere, Morena, era impegnato a mandare avanti anche il centro anziani, di cui era diventato presidente, mostrando una sensibilità verso la comunità che non è da tutti. Aveva una grande dote: grazie al suo essere, riusciva a trasformare l’impegno sociale in divertimento, in una passione che non aveva eguali, mettendosi sempre a disposizione di tutti, anche solo per una commissione.

Porgo dal profondo del mio cuore l’addio all’amico Pietro, con il quale ho condiviso quasi trent’anni della mia vita, dentro e fuori dal Comitato Regionale. Ai figli, Luigi e Alessandra, oltre ad assicurare che faremo di tutto per non farlo dimenticare, posso ricordare il mio orgoglio per essere stati noi, l’uno per l’altro, amico, fratello e confidente. Ci mancherà, come mancherà ai consiglieri che hanno condiviso con lui tantissimi momenti di vita sportiva, come mancherà ai dipendenti del Comitato, ai quali riusciva sempre a strappare un sorriso e verso i quali era sempre ben disposto; mancherà ai collaboratori che lavoravano con lui, alle società, ai dirigenti, agli allenatori delle rappresentative, insomma a tutto il movimento del calcio a 5. Perché senza di lui non sarà più la stessa cosa.

Ciao Pietro