Storia del Comitato Regionale Lazio – Capitolo V

[gn_heading style=”2″]1919-1920[/gn_heading]

[gn_dropcap style=”1″ size=”3″]L[/gn_dropcap]a prima assemblea federale del dopoguerra si svolge a Torino, diventata sede della F.I.G.C.,  a metà aprile del 1919, in contemporanea con la conclusione del campionato regionale laziale di Prima Categoria, suddiviso in due gironi. Vi partecipano Lazio, Romana e Juventus Audax da una parte; Audace Roma, Fortitudo e Pro Roma dall’altra. Il titolo va alla Juventus Audax che fa valere la propria differenza reti nel doppio confronto di finale con la Fortitudo.

A Torino, in rappresenza del Lazio salgono sette dirigenti: Felice Tonetto (Audace), Vittorio Castelli (Juventus), Guido Toncker (Pro Roma), Francesco Mauro (Lazio), Tommaso Panatta (Fortitudo), Giuseppe Varetto (Tiberis) e Edoardo Caroncini (Romana). Sono 97 in tutto i club presenti all’assemblea che porta alla presidenza Montù, mentre il dirigente del Lazio Francesco Mauro, dopo aver svolto funzioni di commissario straordinario, diventa vice-presidente. Anche l’avvocato Felice Tonetto entra nel Consiglio Direttivo della F.I.G.C. e il suo ruolo è subito rilevante. E’ sua l’idea di concedere ai Comitati maggiore autonomia sportiva “nell’intento di favorire lo sviluppo dello sport, essi potranno assumere l’iniziativa di organizzare gare, indire tornei, approvare coppe, appoggiare iniziative di società affiliate, ferma restando l’osservanza delle norme dello statuto, regolamento organico e disposizioni federali”.

I Comitati sono incaricati di formare anche la classe arbitrale, designare i direttori di gara per gli incontri di campionato, omologare i campi e svolgere funzioni amministrative riscuotendo le tasse d’iscrizione, delle tessere e dei cartellini, controllare le tessere annuali dei calciatori, obbligati a risiedere nella regione in cui ha sede la società in cui giocano e a non cambiare maglia se non per motivi militari. Dopo l’assemblea di Torino, tra l’11 maggio e il 29 giugno, il Comitato Regionale Laziale riesce a organizzare anche un campionato di Promozione. A fianco delle squadre riserve di Fortitudo, Lazio, Juventus Audax, Pro Roma (che vincerà il titolo) e Romana si affacciano per la prima volta la Tiberis, l’Exquilia e il Vittoria. Il 6 luglio, invece, nella sede della sua Pro Roma, don Guido Toncker da commissario diventa presidente e il Comitato riacquista un assetto istituzionale nominando consiglieri Alberto Arzilla, anch’egli dirigente della Pro Roma che qualche anno dopo arriverà a sua volta a dirigere il Comitato, Ulderico Bellucci (Juventus), Renato Cionci (Audace), Dante Ciriaci (Fortitudo), Giuseppe Guaschino (Tiberis), Alfredo Palmieri (Lazio), che è il cassiere, Tommaso Panatta (Fortitudo), che assume l’incarico di segretario, Guido Rossi (Vittoria) e Luigi Millo (Roman), appena tornato dalla guerra e già proiettato verso la nuova carriera di dirigente arbitrale. Bellucci e Rossi usciranno poi dal direttivo, lasciando il posto a Guido Roffi e Luigi Guercini.

[gn_dropcap style=”1″ size=”3″]D[/gn_dropcap]urante l’estate viene riscritto il regolamento organico, mentre il via alla prima stagione ufficiale del dopoguerra viene dato nel settembre del 1919. Il campionato principale è ancora la vecchia Prima Categoria che assegna il titolo nazionale dopo una fase regionale organizzata dai Comitati Regionali; poi vengono Promozione e Terza Categoria, campionati su base regionale. Le devastanti conseguenze della guerra creano però molte difficoltà alla ricomposizione delle squadre; alcune si ritrovano senza giocatori o con calciatori reduci dal conflitto bellico afflitti da gravi malattie alle vie respiratorie. Nella Pro Roma riescono a tornare all’attività Silvio Sensi (padre dell’ex presidente della Roma), Bruno Zauli, che molti anni dopo sarà dirigente del Coni e commissario straordinario della FIGC, e Generoso Dattilo, che diventerà un grande arbitro romano e nazionale.

A Roma si riesce a far partire un campionato con sette squadre soltanto il 28 novembre. Lo vince ancora la Fortitudo, che va poi a giocare (e vincere) insieme all’Audace le semifinali interregionali, senza però riuscire a superere lo scoglio finale. A cavallo degli anni 1919 e 1920 si gioca anche il campionato di Promozione, vinto dal Vittoria davanti l’Exquilia, il Trevi Tiberis, la Vis Roma, la Libertas Roma e l’Augustea, mentre la Terza Categoria laziale non viene disputata. Il 1919 è l’anno della rinascita del calcio a Tivoli e a Cave. Dopo gli albori calcistici della Sporting Tivoli, di cui si perdono le tracce, il 21 aprile viene ufficialmente costituita l’As Tivoli, progenitrice della Polisportiva Tivoli 1919, con lo scopo, come si legge nello statuto, “di diffondere e rendere familiari gli esercizi sportivi, per i giovani e per gli adulti, e di destare in essi l’amore alla concordia ed alla disciplina, onde renderli più utili a se stessi, alla Società ed alla Patria”. La Tivoli si metterà subito in luce nel panorama del calcio laziale, tanto che nella stagione 1921-22 assaporerà la Divisione Nazionale, mentre nella stagione 1947-48 conquisterà la coppa Attilio Ferraris, riservata alle squadre di serie C. A Cave, invece, l’attività si sviluppa con meno impeto in quanto per numerosi anni la società svolgerà soltanto attività locale.

[gn_heading style=”2″]1920-1921[/gn_heading]

[gn_dropcap style=”1″ size=”3″]I[/gn_dropcap]l livello tecnico del calcio italiano di fine ventennio è comunque notevolmente inferiore a quella di qualche anno prima e così, nel 1920, la F.I.G.C. chiede di riaprire le porte ai calciatori stranieri. Cresce il tasso tecnico e cresce, purtroppo, anche il clima di violenza sui campi. Si registrano le prime aggressioni di tifosi a dirigenti e giocatori, generate da fortissime rivalità campanilistiche, riflesso del clima politico e sociale che si respira in quegli anni. Arrivano anche le prime avvisaglie di un forte antagonismo tra grandi e piccoli club a causa dell’eccessivo allargamento dei quadri della Prima Categoria, che schiera 64 club per il Nord e meno della metà (27) per il Sud.

Nel Lazio, il Comitato Laziale ha sede in via Tor de Specchi 24 ed è composto da Guido Toncker (presidente), Alberto Arzilla (segretario), Guido Baccani, Brilli, Ciriaci, Crostarosa, Mazzarini, Rubens Rossi, Santini e Antonino Sidoti (consiglieri). Al campionato di Prima Categoria della stagione 1920-21, allargato a otto squadre, viene ammesso il Vittoria di don Guido Roffi, fresco vincitore della Seconda Categoria, ed è questa la prima promozione ufficiale decretata sul campo. Le protagoniste della stagione sono ancora la Fortitudo, che accede alle finali interregionali dopo aver dominato il campionato, e la Lazio. L’Alba vince la Seconda Categoria, mentre la finale della Terza Categoria, campionato che si disputa dal 6 marzo al 3 giugno, è vinta (1-0) dalla seconda squadra della Fortitudo. A fine stagione vengono allestite anche delle Rappresentative regionali, che hanno lo scopo di rafforzare il concetto di “nazionalizzazione” del nostro Paese voluto dalla Federazione. Il Lazio affronta (e perde) con la Liguria e il Piemonte. Proprio le squadre di queste due regioni, capitanate dalla Juventus, nell’estate del 1920, avanzano le prime proposte di scissione, subito ricomposte.

La stagione è intensa e lunga e questo spinge molti club, insofferenti e scoraggiati a  prendere parte alle finali, a chiedere una riforma dei campionati. Francesco Mauro l’affida a Vittorio Pozzo, giornalista e dirigente sportivo che diventerà il ct dell’Italia del doppio titolo mondiale negli anni ‘30. Il suo progetto (24 squadre su due gironi in Divisione Nazionale come il modello inglese) crea scontento nei piccoli club, che contestano i criteri di ammissione al campionato e respingono la riforma. Si arriva così al “grande scisma” dell’estate del 1921, portato avanti dalle società maggiori, decise nel creare una categoria a girone unico, oppure a limitare i gironi dell’attività nazionale per privilegiare i loro interessi rispetto a quelli delle società “provinciali”. Lo scisma porta alla costituzione della Confederazione Calcistica Italiana  (presidente l’avvocato Lombardi), che nella stagione 1921-22 organizza campionati paralleli a quelli della F.I.G.C.. La nuova situazione del calcio italiano crea dissensi all’interno del Comitato Regionale Lazio, che dopo riunioni e discussioni alla fine decide di aderire alla nuova organizzazione calcistica.

[gn_dropcap style=”1″ size=”3″]L[/gn_dropcap]a Direzione Regionale C.C.I. per il Lazio, secondo quella che è la nuova denominazione del Comitato Regionale, entra a far parte della Lega Sud presieduta dal romano Felice Tonetti. Altri due romani, Guido Baccani e Luigi Millo, entrano nel nuovo organismo, che il 18 settembre del 1921 convoca l’assemblea generale, alla quale prendono parte anche i dirigenti dissidenti del Comitato Laziale, sancendo così anche la completa adesione del Lazio alla C.C.I., che muta la denominazione dei campionati da Categorie a Divisioni, mantenendo però la classificazione Prima, Seconda e Terza. Alla presidenza del Comitato Regionale c’è sempre don Guido Toncker, che nel settembre del 1923, si dimette dopo aver subito pressioni politiche alla sua gestione, legata al mondo cattolico, che il fascismo sta fortemente combattendo.

La Lega Sud della neonata C.C.I. articola il campionato di Prima Divisione su cinque gironi regionali (Lazio, Campania, Marche, Puglia e Sicilia), ammettendo le squadre vincenti (nel Lazio è la Fortitudo) ad un torneo finale per l’assegnazione del titolo; la squadra campione sfiderà poi la squadra vincitrice della Lega Nord per l’assegnazione dello scudetto. Al campionato vengono ammesse undici squadre romane (Alba, Audace, Fortitudo, Lazio, Juventus, Pro Roma, Roman, Romana, Tiberis, Tivoli e Vittoria), ma strada facendo si perdono due protagoniste: la Tiberis e la Vittoria, escluse perchè non hanno un impianto di gioco collaudato e omologato entro la data del 21 novembre 1921. I due club vengono quindi iscritti al campionato di Terza Divisione, che per la prima volta garantisce alla vincente la promozione alla Seconda Divisione, campionato che nella stagione 1921-22 non viene disputato per mancanza di squadre. Per determinare la vincitrice della Terza Divisione serve uno spareggio proprio tra le due escluse dalla Prima Divisione, il Vittoria e la Tiberis, finite a pari punti in classifica. Lo spareggio è vinto dai primi 5 a 1, ma le due squadre in estate unscono le forze per dare vita all’Unione Sportiva Tiberis Vittoria, più semplicemente conosciuta come Ustev.

La stagione incontra comunque numerose difficoltà per essere portata a termine perché parecchi incontri vengono invalidati per errori tecnici o mancanza di arbitri, senza contare le partite sospese per intemperanze o incidenti. Curioso l’esito dell’incontro Tivoli-Alba del 19 marzo 1922, rinviato al 30 aprile ma mai disputato perché l’autorità di pubblica sicurezza interviene per impedire lo svolgimento della partita temendo incidenti. Essendo però l’incontro inutile ai fini della classifica, il Comitato non prenderà mai una decisione sulla data del nuovo recupero, pur essendo stato accolto un reclamo del Tivoli.

Il 26 giugno del 1922 lo scisma del calcio italiano si ricompone e l’attività calcistica torna a svolgersi sotto l’egida esclusiva della F.I.G.C., che a settembre nell’assemblea federale dà vita ad un nuovo Consiglio e istituisce due leghe, Nord e Sud, con quest’ultima che è affidata all’avvocato romano Vittorio Scialoja, presidente del Roman. La denominazione dei campionati federali viene adeguata a quella della Confederazione Calcistica appena cancellata, adottando lo schema di una I^ Divisione organizzata su tre gironi al Nord e quattro al Sud (il girone laziale comprende le sei squadre classificate ai primi posti del campionato 21-22), e di una II Divisione organizzata su base interregionale. Questi due campionati vengono “affidati” alla neonata Lega Sud, mentre la Terza Divisione e il campionato Riserve, insieme alla Quarta Categoria, riservata alle nuove affiliazioni, e al campionato Boys, rimangono di competenza dei Comitati Regionali, chiamati anche a tenere i rapporti con l’U.L.I.C., associazione che nel frattempo è divenuta “collaboratrice nella propaganda sportiva” della F.I.G.C..

©RIPRODUZIONE RISERVATA

[gn_divider top=”1″]

<< CAPITOLO PRECEDENTE << INDICE CAPITOLI >> CAPITOLO SUCCESSIVO >>