Maestrelli: “Il Tdr ci farà sognare”

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Tommaso Mestrelli, centrocampista, con la maglia della Rappresentativa Regionale Juniores del Lazio
Tommaso Mestrelli, centrocampista, con la maglia della Rappresentativa Regionale Juniores del Lazio

Il nome e il cognome sono importanti. Anzi importantissimi per la storia del calcio romano. Tommaso Maestrelli, però, alle sue generalità non vuole pensare. anche se i motivi per cui vengono declinate sono gli stessi che avevano reso famoso lo zio, l’allenatore del primo scudetto della Lazio. “Portare il suo nome è un onore per me“, racconta il giovane Tommaso, centrocampista del Futbolclub e colonna della Rappresentativa Juniores del Lazio. “E’ un onore, e non un peso. Per questo, spero di venir sempre giudicato per quello che sono io, come ragazzo e come giocatore, e non per quello che ricorda e significa il mio nome“.

Che il nome Maestrelli sia legato alla Lazio, però, non è semplice caso. Già, perché oggi ad allenarlo nella Rappresentativa Regionale c’è un ex calciatore della Lazio, anche se non uno di quelli che hanno fatto le fortune della squadra allenata da Tommso Maestrelli. “Con Giannichedda è quasi superfluo dire che ci troviamo davvero bene. Siamo riusciti a formare un ottimo gruppo, composto da bravi ragazzi e buoni calciatori“.

Tommaso junior, come Giannichedda, gioca a centrocampo e qualcuno avanza anche l’idea che possa somigliargli nel gioco. “No, lasciamo stare i paragoni. E’ vero, gioco a centrocampo, ma il nostro mister era qualcosa di speciale. Non a caso ha fatto una carriera straordinaria“. Quella stessa carriera che Maestrelli vorrebbe ripercorrere. “E’ naturale che sogno di arrivare il più lontano possibile, ovviamente tra i prof“.

Un percorso ancora lungo, forse; o forse no se, come sembra, diversi osservatori hanno già messo gli occhi sulla Rappresentativa di Giannichedda, che al torneo Roma Caput Mundi ha fatto un figurone. “Sì, siamo stati bravi. E devo dire che affrontare squadre nazionali come l’Inghilterra o la Romania ti dà un grande stimolo a fare bene“.

Cosa perfettamente riuscita alla Juniores, che ora affronterà il Torneo delle Regioni con qualche ambizione in più. “State certi che, chiuqnue sarà chiamato a giocare in Sardegna, darà tutto quello che ha per vincere la manifestazione“. Cosa che, un anno fa, seppero fare bene i ragazzi Allievi che, per la prima volta, furono guidati da Giannichedda. “Io non ho mai avuto la fortuna di giocare un Torneo delle Regioni, ma ho saputo che è una bellissima esperienza. Si incontrano ragazzi di altre realtà calcistiche nazionali e si fa una grande esperienza, sia sul piano calcistico che personale“.

Esperienza che Tommso Maestrelli vorrebbe portare al servizio anche della sua squadra, il Futbolclub, una delle protagoniste della Promozione. “Devo dire che mi trovo a giocare in una categoria che ha un livello calcistico elevato. Ci sono tante buone squadre, difficili da affrontare ogni domenica. Giocare con la prima squadra, devo dire che mi sta aiutando molto per crescere sul piano calcistico e non solo“.

Cresciuto nel Centro Calcistico Federale, una volta sospesa l’attività all’Acqua Acetosa, Tommaso Maestrelli è andato a giocare a poca distanza, nel club che in questa stagione non ha nascosto le ambizioni di crescita. “Siamo una squadra solida, che gioca anche bene. Sono sicuro che sapremo arrivare fino in fondo con il giusti mox tra giocatori esperti e noi giovani“.

Attendendo l’Eccellenza, Tommaso si sta preparando ad affrontare la manifestazione giovanile più importante della Lega Nazionale Dilettanti facendo parte di un gruppo che prende pochissimi gol, anche se ne segna anche pochi. “Abbiamo i nostri attaccanti che ci aiutano molto in fase di contenimento e, quindi, svolgono un gran lavoro. Sarà per questo che a volte arrivano davanti alla porta un po’ affaticati e non riescono sempre ad essere concreti in fase realizzativa“.
Sul piano personale, Tommaso junior è ancora un ragazzo del quarto liceo Scientifico alla Farnesina “che vuole prendersi un titolo di studio e poi decidere se e quale strada prendere all’Università, perché il calcio è il mio sogno ma non può ancora essere tutto