venerdì, 4 Ottobre 2024

Storia del Comitato Regionale Lazio – Capitolo XXVI

1988-1990

La morte di De Angelis non ferma l’attività agonistica, che va avanti fino al termine della stagione senza i sussulti di qualche anno prima. Il campionato Juniores si chiama “Campionato Giovanile”, è a carattere regionale e le società di Promozione sono obbligate a parteciparvi già da qualche anno. C’è anche una fase provinciale del campionato, riservate però a tutte le squadre delle altre categorie. I critieri di entrata e uscita dal principale campionato giovanile del Comitato Regionale sono ancora lontani da venire e così ammissioni ed esclusioni sono ancora prerogativa dei dirigenti federali, il cui potere in queste situazioni è fortissimo. Nei campionati giovanili come nei campionati dilettanti.

Alla Promozione, campionato a cui non possono prendere parte più di 5 giocatori che abbiano compiuto il 25.mo anno di età (è di 27 anni, invece, il limite per la I Categoria)  vengono ammesse Anzio e Marino e nella scelta, spiegano al Comitato, incidono la posizione di classifica dell’anno precedente, le dimensioni dell’attività giovanile, l’efficienza degli impianti sportivi, la partecipazione alle assemblee annuali, l’anzianità di affiliazione, la posizione nella Coppa Disciplina. Un ventaglio di situazioni che lasciano ampi margini di operatività ai dirigenti federali. Monteromano e Pofi sono invece le squadre ripescate in Prima categoria. La Rappresentativa è affidata ad Amos Cardarelli con Pino Grispo segretario, Fausto Trani dirigente e Visconti Follador allenatore.

Raffaele Cipollone, con l’appoggio della Lega Nazionale Dilettanti, da commissario diventa presidente del Comitato Regionale nell’assemblea dell’8 luglio del 1988. Raffaele Sciortino, viene nominato vice presidente e lascia la segreteria, per la prima volta, ad una donna, la signora Maria Cristina Gallo che in breve diventerà un preciso punto di riferimento per tutto il calcio dilettantistico, ma resterà nel Comitato Regionale appena una stagione. Il nuovo Consiglio Direttivo si presenta con un’importante novità, l’aumento di un girone sia in Promozione, campionato che passa da due a tre raggruppamenti, sia in I/a Categoria, che da cinque passa a sei gironi. La variazione degli organici apre la strada ad una riforma che va in vigore qualche anno dopo in conseguenza della nuova articolazione dei campionati professionistici di serie C1 e C2. La stagione 1988-89 è anche quella che assegna di nuovo al Lazio, dopo quasi trent’anni, l’organizzazione del Torneo delle Regioni.

Il Comitato sceglie il Sud Pontino e qualche centro del frusinate come sedi di gara, là dove cioè ci sono i campi in erba e delle strutture ricettive alberghiere in grado di ospitare tutte le diciannove rappresentative d’Italia. La manifestazione si svolge dal 17 al 23 marzo e impegna moltissimo le forze del Comitato Regionale che riescono a mettere in piedi un’organizzazione molto buona, poi riconosciuta dalla stessa Lega Dilettanti. Il Comitato Regionale Lazio cambia ancora sede nell’estate dell’89 perché la storica palazzina di via Antonio Musa, dopo trent’anni, è diventata piccola e scomoda. Scaduto il contratto di affitto, la Lega Dilettanti sposta la sede del Lazio in via Paisiello, all’ultimo piano di un palazzo affacciato sulla splendida Villa Borghese, a pochi passi dal prestigioso hotel Parco dei Principi, che per alcuni stagioni sarà sede delle assemblea regionali.

Nell’estate dell’89 il calcio femminile (rinosciuto dalla FIGC nel 1983) viene inquadrato nell’attività della Lega Nazionale Dilettanti, che costituisce un apposito comitato e dà vita alle delegazioni regionali e provinciali, ai quali viene affidata l’attività sul territorio. Viene affidato al consigliere regionale Ruggiero Lopopolo il primo incarico primo delegato del calcio femminile laziale, che con l’arrivo di Antonio Sbardella nel Comitato Regionale, passerà a Sandro Silvestri, già dirigente della selezione provinciale di I/a categoria del Comitato Provinciale di Roma vincitrice, nel 1995, del torneo delle Province d’Italia.

Contemporaneamente all’ingresso nella grande famiglia della Lega Dilettanti, il Consiglio Federale, a dicembre del 1989 viene varata un’altra riforma dei campionati che porta all’istituzione di un nuovo campionato a livello regionale, denominato di Eccellenza, che partirà dalla stagione 91-92 e che nel Lazio sarà articolato su due gironi da 16 squadre ciascuno. Le vincenti accederanno al Campionato Nazionale Dilettanti, (che prende il posto dell’Interregionale) le retrocedende alla Promozione. Per mandare a regime la riforma, la Lega Dilettanti si concede due stagioni, durante le quali le modalità di promozione sono diverse. Il Lazio è penalizzato dalla riforma, in quanto i posti in IV Serie a sua disposizione da tre scendono a due. Viene così stabilito che nella stagione 90-91 si dovrà giocare uno spareggio a tre tra le vincenti dei gironi di Promozione. Le ultime tre promozioni dirette all’Interregionale sono dunque quelle della stagione 1989-90, che regala il salto di categoria a Casalotti, Spes Montesacro e Anzio Calcio, con quest’ultima che sale di categoria dopo una penalizzazione inflitta al Marino, vincitore del girone C, per un illecito sportivo.

Il “caso Marino” scoppia a fine stagione, quando negli uffici del Comitato arriva una denuncia per un tentativo di illecito presentata (in ritardo come poi accerteranno gli inquirenti) da Benedetto Panunzi che il presidente del Fiuggi, Giuseppe Martellacci, il giocatore della stessa società Bruno Giustini e il Marino avrebbero messo in atto per favorire il successo della squadra castellana nella partita dell’11 marzo del 1990. Secondo l’accusa, il presidente Martellacci avrebbe invitato il proprio portiere Giustini a “farsi segnare una rete”. Nel giudizio di primo grado, davanti la Disciplinare, il Procuratore Federale Vito Giampietro (oggi consigliere federale) chiede la penalizzazione di 4 punti per il Marino, la squalifica di 4 anni per Giuseppe Martellacci e per il portiere Bruno Giustini.

La Disciplinare accoglie soltanto in parte le richieste, squalificando per tre anni Martellacci e Giustini ma assolvendo il Marino, che potrà così festeggiare la vittoria nel girone C della Promozione e il conseguente salto in Interregionale con tre lunghezze di vantaggio sull’Anzio. Sarà poi la CAF, il 7 settembre, a ribaltare la classifica del girone C della Promozione, riconoscendo la responsabilità del Marino, accogliendo in pieno le richieste della Procura Federale, che portano a 4 gli anni di squalifica di Martellacci e Giustini e infliggono 4 punti di penalizzazione al Marino, che costano ai castellani del presidente Domenico Fiore il primo posto in classifica a vantaggio dell’Anzio.

1990-1992

La stagione 1990-91 parte dunque con un cambio in corsa di protagonisti. Il Marino torna a giocare in Promozione, mentre l’Anzio si ritrova a disputare il campionato Interregionale. La società castellana è ancora protagonista di questa stagione con un lungo e a volte aspro duello sportivo con il Terracina, per assegnare la vittoria nel girone C della Promozione. La perseveranza del club marinese è così forte che neanche due spareggi (il primo con il Terracina per determinare la vincitrice del girone) fermano la corsa dei gialloblù al Campionato Nazionale Dilettanti.

Insieme al Marino, dopo un mini-torneo di spareggio a tre che viene giocato allo stadio Flaminio di Roma, sale in Interregionale il Villalba Ocres Moca, mentre il Fregene resta in Promozione con profonda delusione. Per determinare le squadre promosse tre gare non bastano, in quanto i punti acquisiti e la differenza reti mettono sullo stesso piano Marino e Fregene, che dunque devono giocare un’ulteriore gara di spareggio ,che viene vinta dai castellani uno a zero. In via sperimentale era stato varato anche un Campionato Under 23 che dà diritto, alle società vincenti, di accedere alla II/a Categoria. A stagione iniziata, il 13 ottobre del 1990 nell’hotel Midas sulla via Aurelia, si tiene l’assemblea ordinaria delle società laziali. Un’assemblea che saluta il segretario Cristina Gallo, chiamata a lavorare da Elio Giulivi nella Lega Dilettanti.

Il Consiglio Direttivo nomina segretario Giuseppe Patassini, ma dopo una sola stagione anche lui sarà chiamato a lavorare nella sede della Lega in via Po. A fine marzo, in contemporanea con il trasferimento della sede nei nuovi uffici di via Pollenza 4, nel quartiere Tiburtino, la segreteria viene affidata Marco Cenciarelli, che è legato a Raffaele Cipollone. Anche Cenciarelli resterà pochissimo negli uffici del Comitato Regionale perché Antonio Sbardella, subito dopo la sua elezione, chiamerà al suo fianco il dottor Melchiorre Zarelli, attuale presidente del Comitato Regionale, che ne sarà compagno di viaggio all’interno della Federazione per dodici lunghissimi anni. La stagione 1991-92 manda in vigore la riforma varata dalla Lega Dilettanti due stagioni prima. Nasce il campionato di Eccellenza, la cui prima edizione è vinta dal Colavene Industrie di Civita Castellana e dal Cynthia di Genzano. I gironi di Promozione sono ancora tre, ma dopo la prima stagione è evidente la difficoltà di far quadrare il meccanismo di accesso alle categorie superiori.

Il Consiglio Direttivo del Comitato Regionale stabilisce dunque di aumentare di un girone sia il campionato di Promozione (si passa da tre a quattro) che quello di I/a Categoria (da cinque a sei). Con l’istituzione del campionato di Eccellenza, cambia anche la formula della Coppa Italia, arrivata alla XXVII edizione. Alla fase regionale vengono infatti iscritte d’ufficio tutte le squadre dei campionati di Eccellenza e Promozione, che si affrontano tra di loro per l’assegnazione del titolo regionale e l’ammissione alla fase nazionale. Possono prendere parte alla competizione tre fuoriquota, nati dal 1 gennaio 65  in poi.

Nuovi limiti d’età anche per i fuoriquota in Eccellenza e Promozione: 26 anni e tre per ogni squadra, di cui uno rientrante nella categoria dei fedelissimi (tesserati con la stessa società per almeno sei stagioni di fila). Viene anche fatto obbligo di inserie nella lista da presentare all’arbitro due calciatori appartenenti alla categoria Under 18. E’ il primo passo verso la politica dei giovani che prenderà piede negli anni  Novanta. Pesanti le sanzioni disciplinari per chi non rispetta la regola: multa di un milione e un punto di penalizzazione in classifica. Nel Comitato Provinciale di Roma Antonino Catalfamo è il presidente, mentre Giorgio Freddi (che è il segretario), Alessandro Ciuffa, Vincenzo Iannone, Sandro Silvestri e Giuseppe Urbani sono i componenti del direttivo. Roberto Ciccaglioni, Michele Serratore, Giuseppe Testa e Domenico Mancinelli sono invece i presidenti del Comitati provinciali di Rieti, Latina, Frosinone e Viterbo.