Storia del Comitato Regionale Lazio – Capitolo XVII

[gn_heading style=”2″]1957-1958[/gn_heading]

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]N[/gn_dropcap]ell’estate del 1957, il Consiglio Federale ratifica l’entrata in vigore di un’altra mini-riforma dei campionati dilettanti, trasformando la Promozione Interregionale in Campionato Italiano Dilettanti. Il CF lancia anche l’idea di istituire un torneo tra rappresentative per comporre una Nazionale Dilettanti, che resterà tale fino a due anni dopo, quando il commissario straordinario Bruno Zauli riuscirà a metterla in atto. Il Consiglio Federale introduce poi il limite massimo per il primo tesseramento, fissato a 23 anni, mentre il limite d’età per trasferirsi ad un’altra squadra della stessa regione è stabilito a 26 anni, fermo restando i 32 anni come limite oltre il quale bisogna smettere l’attività nei campionati di Lega Regionale.

Il 1 agosto 1957 gli uffici della Lega Laziale lasciano definitivamente la sede di via Colonna Antonina per occupare i nuovi locali in via Antonio Musa 12/A, alle spalle di viale Regina Margherita. La sede viene inaugurata il 9 settembre con una cerimonia ufficiale alla quale prende parte (oltre al presidente Baldani, al consigliere Bevilacqua e al consiglio direttivo laziale al completo) anche il presidente della FIGC Ottorino Barassi, che aveva già voluto, qualche tempo prima, una nuova casa federale in via Allegri. I nuovi uffici occupano un intero piano (il primo) della palazzina in stile liberty a metà della via. Gli uffici sono spaziosi ed eleganti, ma con il passare degli anni, com’era già successo con la sede di via Colonna Antonina, anche questi diventeranno stretti per la crescente attività del calcio laziale.

Per trent’anni, la sede di via Musa (che si allargherà alla palazzina difronte dove verrà allocato l’ufficio tesseramenti, istituito nell’estate del ’58 dopo la decisione del Consiglio Federale di dividere il tesseramento dei calciatori dilettanti da quello dei professionisti) sarà comunque il punto di riferimento di tutto il calcio laziale, ospitando personaggi che hanno contribuito in maniera determinante alla crescita del movimento. Nella stanza del presidente passeranno oltre a Baldani, anche Filippo Jacinto ed Enzo De Angelis, mentre con l’avvento di Antonio Sbardella la sede del Comitato si trasferirà (dopo una breve parentersi nel cuore dei Parioli) in via Pollenza e poi con Melchiorre Zarelli nell’attuale palazzo di via Tiburtina.

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]T[/gn_dropcap]rascorso un anno dal trasferimento della Lega Regionale nel nuovo palazzo di via Musa, nel 1958 il Commissario straordinario della FIGC, Bruno Zauli, decide di sciogliere tutti gli organismi periferici per consentire la riorganizzazione dell’intera Federazione Italiana. Il presidente Enrico Baldani deve quindi lasciare la reggenza al commissario straordinario Rodoldo Bevilacqua, che nomina Armando Pipparelli, già segretario con Baldani, suo vice e Filippo Jacinto segretario. Saranno proprio questi due dirigenti a condurre poi per mano il Comitato Regionale fuori dalla crisi fino a portarlo ad un assetto ottimale negli anni Settanta.

I cambiamenti nella Lega Regionale vengono portati a conoscenza delle società nell’assemblea che  si tiene nel Teatro delle Muse del Dopolavoro Ferroviario in via Forlì a Roma. “Chi è veramente sportivo, chi ama il calcio – è il messaggio inviato da Zauli per motivare la sua opera e chiedere la cooperazione – oggi più che mai può dare in opera e sentimenti il suo più valido contributo alla desiderata rinascita. Chi è veramente sportivo – e mi auguro lo siate tutti – chi ama sinceramente il calcio, deve trovare in sè la forza di moderare gli inevitabili egoismi con quello spirito di socialità che è alla base del bene comune. Ponendo l’interesse nazionale al di sopra di ogni singolo “campanile” dobbiamo tutti lavorare, nel nostro ambito di sport, per l’Italia che insieme ci unisce nel cuore e nello spirito”.

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]B[/gn_dropcap]evilacqua, costituisce subito la commissione impianti sportivi (formata da Paride Maccaroni, Lionello Cianca e Nicola Zoppo) che si mette a disposizione delle società per l’espletamento di tutte le pratiche inerenti gli impianti sportivi, mentre va in vigore la disposizione che obbliga la presentazione, al momento del tesseramento, del certificato di “sana costituzione fisica”, rilasciato dalla Federazione Italiana Medici Sportivi. I calciatori al di sopra dei 32 anni, invece, per giocare devono invece presentare ad inizio della stagione un apposito certificato medico. Una disposizione che resterà in vigore per dieci anni.

Zauli mette mano anche all’organizzazione dei campionati. Immutato il Campionato Italiano Dilettanti (la vecchia Promozione) è la I/a Divisione a dover ridurre l’organico, che passa da 65 a 56 squadre: i gironi sono quattro, formati ognuno da 14 squadre; le vincenti disputano la finale per il titolo di categoria.

In questa stagione, vengono definite, con un apposito comunicato, le moalità d’ingresso in campo delle squadre, che “entreranno in campo contemporaneamente di corsa e, ciascono in fila indiana, raggiungeranno la metà campo schierandosi di fronte alla tribuna centrale; a destra la squadra ospite ed a sinistra la squadra ospitante. Tra le due squadre, al centro, prenderà posto la terna arbitrale con i capitani rispettivamente a destra e a sinistra”.

[gn_heading style=”2″]1958-1959[/gn_heading]

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]D[/gn_dropcap]urante tutta la stagione 1958-59 il  Commissario straordinario Bruno Zauli indice moltissime riunioni a Roma e non solo, convocando i commissari regionali da lui stesso nominati il 6 ottobre del 1958 (due non accetteranno e saranno sostituiti) e presentati in una conferenza stampa convocata due giorni dopo. Oggetto di discussione (e litigio) è il nuovo ordinamento da dare al calcio italiano, a cominciare dalla proposta di abolizione del vincolo per i ragazzi, idea che viene subito fatta cadere nella riunione del 1 ottobre a Bologna, facendo invece prevalare la trasformazione del vincolo da vitalizio e triennale. Si decide anche di far cessare le promozioni dal settore dilettantistico a quello professionistico e far passare l’idea di creare un settore dilettantistico a compartimento stagno, che viva per proprio conto, assegnando uno scudetto come massimo traguardo. Due decisioni che verranno riformate non appena sarà costituita la Lega Nazionale Dilettanti.

Se da una parte Zauli è fortemente impegnato a riscrivere le regole del calcio, dall’altra il Commissario straordinario della FIGC non distoglie l’attenzione dal calcio giocato, proponendo alcune interessanti novità. Prima di varare il nuovo ordinamento federale Zauli vara infatti il progetto di organizzare un grande torneo nazionale per le rappresentative regionali delle Leghe. E’ il Torneo delle Regioni, che viene intotolato all’ex dirigente della FIGC, nonchè segretario generale, Zanetti e sarà poi accostato ai nomi di altri due grandi dirigenti federali: Artemio Franchi e Antonio Sbardella.

Spetta alla Lega Regionale Laziale essere investita della prima organizzazione della manifestazione, che si tiene a Roma nella settimana che va dal 22 al 31 gennaio 1959. La cerimonia d‘apertura si tiene allo stadio Tre Fontane, inaugurato proprio per l’occasione, mentre le squadre partecipanti sono ricevute in Campidoglio dal sindaco di Roma. La Lazio, che viene sensibilizzata come altri enti e società, per celebrare l’avvenimento mette a disposizione dei vincitori due medaglie d’oro. La Lega Laziale concede l’uso di sei campi da gioco per le gare: il Motovelodromo Appio, il campo Roma, l’Omi, il Valco S.Paolo, il Tor di Quinto e due impianti all’Acqua Acetosa. La finale del torneo, vinta dal Lazio, si gioca allo stadio Olimpico il 31 gennaio 1959.

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]I[/gn_dropcap]l nuovo regolamento e il nuovo Statuto vanno in vigore dal 1 luglio 1959, dopo aver ricevuto l’approvazione del CONI. Il 3 luglio, pertanto, Zauli decide quindi di sciogliere il Consiglio Centrale Dilettanti, da lui costituito un anno prima, per istituire la Lega Nazionale Dilettanti (la terza lega italiana dopo quella professionisti e semiprofessionisti), a capo della quale viene chiamato l’ingegner Carlo Di Nanni, che però resterà in carica poco più di un mese. Il 9 agosto del 1959, infatti, le società chiamate a votare in assemblea indicano all’unanimità il nome dell’ex presidente della FIGC Ottorino Barassi quale primo presidente della Lega Dilettanti.

Nel nuovo ordinamento calcistico, Zauli ha previsto che le Leghe Regionali riacquistino la vecchia denominazione di Comitati Regionali e che la Lega Giovanile sia trasformata in “Settore Giovanile”, con il preciso compito di gestire l’attività dei calciatori fino all’età di 18 anni, riacquistando così una dimensione che era andata perduta. Zauli “sdoppia” anche i Comitati Provinciali, che hanno quindi due “anime”: una di settore dilettanti e una di settore giovanile. Il vecchio CITA viene abolito e al suo posto nasce il CAR, la Commissione arbitri regionali.

La prima assemblea elettiva della Lega Dilettanti segna dunque il passaggio ufficiale dell’attività del calcio dilettantistico da una gestione diretta con la Federcalcio ad un’attività decentrata affidata. Poco dopo si svolgono anche le elezioni regionali, che portano, o meglio riportano, alla presidenza del Comitato Regionale Laziale Enrico Baldani, dopo il periodo di commissariamento di Rodolfo Bevilacqua, che torna a far parte del Consiglio Federale presieduto da Umberto Agnelli, nuovo presidente della FIGC. Zauli saluta le società con un messaggio pubblicato sul comunicato ufficiale in cui plaude al “ritorno alla normalità di ogni organo o settore operativo”.

Nel Consiglio Direttivo del Comitato Regionale vengono eletti anche Filippo Jacinto (che diventa segretario), Giuseppe Garuti, Armando Pipparelli e Umberto Tutinelli, che un anno dopo sarà sostituito da Lamberto Benigni. Vicesegretario è nominato Armando Andreani, mentre Angelo Sansoni, ex calciatore e già dirigente di spicco del calcio viterbese, è nominato presidente della neonata Commissione giudicante, a cui vengono affidate le decisioni della giustizia sportiva, di cui fanno parte anche Cesare Taurelli, Eugenio Tinelli, Natale Sbordoni e Nicola Zoppo. Commissario tecnico regionale viene nominato l’ex consigliere Otkar Ricci, il tecnico sul campo è Alberto De Rosa.

[gn_dropcap style=”1″ size=”1″]I[/gn_dropcap]l 9 ottobre del 1959 nasce ufficialmente il Comitato provinciale di Roma del Comitato Regionale, a cui viene affidata l’organizzazione del campionato di Seconda categoria. Primo presidente provinciale è Marcello Finamore, già consigliere regionale e già segretario del Comitato Provinciale della Lega Giovanile insieme a Ugo Pagnani: entrambi si erano dimessi da quest’ultimo incarico il 23 dicembre dell’anno prima proprio per andare ad assumere l’ìincarico di commissario del Commissariato provinciale romano, voluto da Zauli. Finamore, nella stagione 1958-59, è stato anche responsabile della rappresentativa di quartiere del campionato Giovanissimi; quella delle rappresentative di quartiere era una soluzione voluta dallo storico presidente del CP romano della Lega Giovanile Aldo De Julis per avere una selezione capillare dei migliori giovani su tutto il territorio capitolino. Insediati il nuovo Comitato Regionale e i nuovi organismi locali, viene deciso di unificare il comunicato ufficiale, che comprende sia le decisioni dell’attività regionale che di quella provinciale. I giudizi e le omologazioni delle partite sono decisioni assunte a Roma dalla Commissione giudicante, mentre ai Comitati Provinciali (Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo) è delegata soltanta l’organizzazione dei campionati provinciali di Terza serie (che non prevede promozione, essendo possibile per le società di nuova costituzione iscriversi direttamente alla 2^ Categoria) e dell’attività amatoriale, che torna ad essere regolamentata.

Sul piano tecnico, i campionati cambiano denominazione, lasciando il vecchio suffisso di “Divisione” per quello di “Categoria”. L’inizio del primo campionato di I/a categoria laziale slitta però al 4 ottobre, rispetto al “mese di settembre” stabilito dalla FIGC, a causa delle difficoltà incontrate dal Comitato nel completare gli organici dei quattro gironi, che saranno poi vinti da Civitavecchiese, Stefer, A.Be.T.E. e Terracinese. Il 1959 è l’anno dell’affiliazione del Tor di Quinto, che nasce in piazzale Ponte Milvio, e dell’unione tra Almas SCE e Cosmet C.G., che danno vita all’Appio Latino Metronio Associazione Sportiva, ovvero l’Almas.

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