Storia del Comitato Regionale Lazio – Capitolo XI

[gn_heading style=”2″]1933-1934[/gn_heading]

[gn_dropcap style=”1″ size=”3″]L[/gn_dropcap]a gestione di Alberto Arzilla si conclude in contemporanea con il terremoto politico che investe il presidente federale, Leandro Aprinati, inviato al confino nel maggio del 1933 e sostituito a capo della F.I.G.C. dal generale della Milizia Giorgio Vaccaro. Un paio di mesi dopo arriva anche l’addio dal Direttorio Regionale di quello che è stato un fedelissimo del deposto presidente federale per otto lunghe stagioni. Alberto Arzilla chiude il proprio mandato salutando le società con un messaggio in perfetto stampo fascista: “In occasione del cambio della guardia, questo Direttorio, prima di rassegnare il proprio onorifico mandato, sente il dovere di ringraziare le superiori Gerarchie che gli dettero il modo di collaborare per l’incremento sportivo della gioventù fascista; a tutti coloro poi che in perfetta unione di spirito assolsero pure al graditissimo compito (arbitri, membri uliciani, dirigenti e società). A NOI !”.

Il Direttorio Regionale assume la nuova denominazione di “Direttorio della XI Zona”, dovendosi occupare anche di squadre umbre, abruzzesi e sarde, che non hanno ancora un proprio comitato e sono quindi gestite dal Lazio. Nuovo presidente diventa Federico Tedeschi, che il 14 settembre del 1933 invia il proprio saluto alle società: “Assumendo la Presidenza del Direttorio della XI zona rivolgo un deferente ossequio alle superiori Gerarchie ringraziandole per la fiducia accordatami ed invio a tutti i miei collaboratori, arbitri, società e calciatori della Zona il mio augurale saluto”. Nessun accenno al suo predecessore Arzilla, con cui aveva lavorato per lungo tempo. Nel nuovo direttivo, nominato direttamente dalla Presidenza federale il 9 ottobre, figurano volti vecchi e nuovi. Ugo Barbiani viene confermato nell’incarico di cassiere; Adolfo Ramoni entra nel consiglio per la prima volta e diventa segretario, mentre Saturno Bianchi, poche settimane dopo la sua nomina per motivi di salute lascerà il posto a Giuseppe Fois, fiduciario C.I.T.A.; anche Lorenzo Di Cagno dopo una sola stagione lascerà per motivi professionali a Guido D’Atri, che entrerà nel consiglio come delegato della Sezione Propaganda. Ettore Marucci è invece confermato come rappresentante dei Fasci giovanili e di combattimento. Dopo anni di divulgazione dei provvedimenti disciplinari attraverso la stampa, il Direttorio per la prima volta decide che i comunicati siano inviati per posta alle società.

[gn_dropcap style=”1″ size=”3″]C[/gn_dropcap]ambiamenti anche nei Comitati locali: Gioacchino Sansoni è nominato commissario straordinario a Viterbo, mentre il fratello Angelo diventa commissionario straordinario del Comitato Locale Flaminio, che ha sede a Civita Castellana. Anche in questa stagione il Comitato Basso Lazio ha problemi ed è nuovamente sciolto. La questione arriva direttamente sul tavolo del presidente federale Vaccaro, che assume i provvedimenti del caso comunicandoli a Tedeschi in una lettera: “Si accettano le dimissioni presentate dal geometra Francesco Maffizioli, dal Dr. Emilio Frongia, Guido Sordi, Aurelio Ciaffi, Si respingono quelle presentate dal Sig. Pier Giulio Tinelli, destiduendolo dalla carica, con l’inibizione di ricoprire cariche federali e sociali per un anno”. Al presidente Francesco Maffizioli il presidente federale fa subentrare il commissario straordinario Alessandro Malignher.

Al campionato di II Divisione del 1933-34 prendono parte otto squadre; vince la Roma, ma è il Bellator Frusino ad essere promosso, pur avendo perso la finale con il Campobasso. La S.S. Di Biagio Terracina riesce invece a vincere la III Divisione ed ottiene così il passaggio di categoria a conclusione di un campionato aperto a ventuno squadre, divise su tre gironi. Anche in questa stagione il Rieti viene escluso dal campionato per una serie di rinunce a giocare; stessa sorte tocca al Gaeta, mentre Anzio e Salario se la cavano con dei punti di penalizzazione.

[gn_dropcap style=”1″ size=”3″]L[/gn_dropcap]e finali dei Comitati Locali si giocano nel mese di settembre del 1934, cioè quando la stagione 1934-35 è già avviata. A vincerle sono la Roma e il Cisterna. Per la prima volta, in questa stagione è applicata la direttiva federale (comunicata il 3 dicembre 1933 alle società laziali) che impone la presenza di un medico in tutte le società. “E’ desiderio di S.E. Starace che sia dato largo appoggio all’attività del medico sportivo in seno alla società dipendente da codesta Federazione. L’opera del medico opportunamente integrata a quella degli Istitutori e degli allenatori deve riuscire di vantaggio alla preparazione della nostra gioventù al miglior rendimento dei nostri atleti, al perfezionamento dei nostri campioni. Più ancora: il parere del sanitario deve essere ascoltato, in seno al Consiglio Direttivo della società in considerazione delle molteplici cause che possono accrescere la responsabilità dei dirigenti nella preparazione della gioventù sportiva fascista. Occorre pertanto che le società che non hanno ancora provveduto a chiedere l’opera del Sanitario, lo facciano senza indugio. Per eventuali chiarimenti le società possono rivolgersi alla Presidenza dei Medici Sportivi alla quale indicheranno il Sanitario cui già ricorrono o al quale intendono ricorrere per la sorveglianza dei loro atleti, sorveglianza che può essere retribuita od anche gratuita a secondo delle possibilità finanziarie delle singole società. Perché la nostra gioventù divenga sempre più forte e sana occorre che lo sport sia ricercato come l’unico mezzo per raggiungere tal fine, anche ricorrendo al sussidio della scienza medico‑sportiva.”

Con la conclusione della stagione 1933-34, cessano di esistere i Comitati U.L.I.C., che vengono trasformati in Comitati della “Sezione Propaganda”, con il compito di continuare ad organizzare campionati a carattere giovanile locale, anche se in alcuni casi si tratta di semplici tornei con un numero di squadre limitate. La nuova attività giovanile della “Sezione Propaganda” della stagione 1934-35 prevede comunque un campionato Ragazzi, per giovani calciatori nati dopo il 31 luglio 1917, e un campionato Pulcini (nati dopo il 31 luglio 1919) con due categorie, curiosamente determinate dai limiti di altezza e di peso dei partecipanti all’atto del tesseramento: nella categoria A i bambini non devono essere alti più di 160 cm e pesare più di 60 chili, mentre nella categoria B i limiti sono portati a 150 cm e a 45 kg. Le gare sono di due tempi da 30 minuti ciascuno per la categoria A e di 40 minuti (20+20) per la B.

[gn_heading style=”2″]1934-1938[/gn_heading]

[gn_dropcap style=”1″ size=”3″]I[/gn_dropcap]l primo atto della stagione calcistica 1934-35 del Direttorio XI Zona, affidato a Federico Tedeschi, è la sostituzione del dimissionario Lorenzo Di Cagno, avvicendato da Guido D’Atri, già commissario del Comitato Romano. Più tardi, anche il cassiere Ugo Barbiani lascerà il Direttorio per motivi di lavoro (deve recarsi all’estero) e il suo posto sarà preso, il 22 gennaio del ’35, da Sebastiano Bartoli Avveduti. Come responsabile della segreteria c’ è la conferma di Adolfo Ramoni, mentre il fiduciario C.I.T.A. è Giuseppe Fois. Il 25 settembre del ’34 viene costituito il nuovo Comitato di Littoria, che ingloba i comuni che prima appartenevano al Comitato Tirreno. A dirigerlo, inizialmente è il commissario Giorgio Pandozy, poi viene nominato presidente Vittorio Stagni. Al Comitato Tirreno, che poi scomparirà, passano in gestione anche le squadre dei Comuni di Sezze, Cisterna e Cori, che cessano di appartenere al Direttorio Castelli Romani.

Le finali dei comitati locali della stagione 1933-34 giocate a settembre, fanno slittare l’iscrizione ai campionati a metà ottobre. Slittano anche le premiazioni delle società vincitrici i campionati federali e uliciani, della Coppa Lazio, della Coppa L.Ferrario e Coppa Ostiense Pulcini, che vengono effettuate il 28 ottobre allo stadio Flaminio di Roma in occasione di una partita della Nazionale Italiana. I comunicati ufficiali sono inviati alle società, ma il Direttorio decide di pubblicarli di nuovo settimanalmente su “Il Littoriale”, che diventa l’unico organo ufficiale del Direttorio. Il campionato di II Divisione della stagione 1934-35 è vinto dalla Lazio B, che precede la Roma B e l’Ostiense. Quest’ultima, in qualità di prima squadra di categoria, ottiene la promozione. Quarta è la Di Biagio Terracina, terz’ultimo Viterbo, penalizzato di un punto per rinuncia. In III Divisione il girone finale è vinto dalla Tevere Roma, che precede la terza squadra della Roma, il Mater e il Nettuno.

[gn_dropcap style=”1″ size=”3″]N[/gn_dropcap]el luglio del 1935 il Direttorio XI Zona, ancora diretto da Federico Tedeschi, si trasferisce in via della Colonna Antonina 41, prima storica sede del calcio laziale. E’ la stagione di una nuova riforma del calcio italiano perché la A e la B vengono articolate su un girone unico a 16 squadre; nasce la serie C (4 gironi da 16 squadre) con la I Divisione che viene declassata a campionato regionale, seguita nell’ordine da II e III Divisione, che diventa campionato giovanile. Per la prima volta è vietata la partecipazione a campionati maggiori o a tornei ai giocatori di età inferiore ai 14 anni, il cui impiego può avvenire soltanto nei campionati di categoria. Viene anche definito il nuovo ruolo di assistente all’arbitro che “deve tenersi a contatto con il medesimo presentandosi prima, nell’intervallo e dopo la gara. Il nome del dirigente designato dovrà essere apposto nello spogliatoio dell’arbitro”.

Il campionato di I Divisione, a cui prendono parte anche le squadre umbre (Borzacchini Terni e Perugia) e abruzzesi (Sulmona) se lo aggiudica la Roma B, davanti alla Lazio B. Terza è la Mater Roma, ed è lei ad ottenere la prima promozione nel nuovo campionato di serie C. Sale in I Divisione la Fortitudo, seconda nel girone finale della II Divisione, campionato vinto dalla Roma; alla fase finale accedono anche l’Isola Liri (che a causa degli incidenti scoppiati dopo l’1-0 ottenuto dalla Roma, viene obbligato dal Direttorio a recintare il proprio terreno di gioco) e il Sora, ma le due squadre ciociare non hanno fortuna.

Nel 1936-37 il Direttorio Laziale continua a lavorare con la squadra formata da Tedeschi, Ramoni (segretario), Fois, Marucci, Bartoli Avveduti, Dominici e D’Atri, ma s’inizia a registrare qualche defezione a causa dei primi venti di una nuova guerra. Guido D’Atri risulta spesso assente dalle riunioni del direttivo perché parte volontario AOI. Le sue assenze sono annotate sui comunicati, ma né il presidente Tedeschi e né gli altri consiglieri richiedono la sostituzione, come pure potrebbero. Cambia volto il Comitato Locale Romano, sicuramente il più importante, affidato al consigliere Pierino Bartoli, che si avvale della collaborazione di Giulio Saraceno (altro dirigente che poi scalerà posizioni all’interno della struttura federale regionale), Emilio Tolotti, Francesco Lariotti e Remo Centofani. In un secondo tempo, nel consiglio provinciale entrerà anche Adriano Massaccesi.

[gn_dropcap style=”1″ size=”3″]L'[/gn_dropcap]iscrizione ai campionati delle tre divisioni, come per la stagione precedente, è libera, anche se in caso di un numero di squadre maggiori al consentito spetta al Direttorio effettuare le scelte, con valutazioni di merito che non hanno criteri prestabiliti. Iscriversi al campionato di I Divisione costa 400 lire, mentre per partecipare a quello di II Divisione occorre la metà dei soldi, ovvero 200 lire, e già questo di per se è motivo di selezione. Il Direttorio riconosce ancora i viaggi disagiati e così per andare a Civitavecchia viene indennizzato il costo di 14 biglietti del mezzo di trasporto (il treno) con la riduzione del 70%. Il campionato di I Divisione è vinto dall’U.S. Ostiense, promossa in serie C. La II Divisione va invece all’US Civitavecchiese II, davanti all’Italia Nova, prima classificata tra le squadre di categoria dopo aver vinto uno spareggio con il Governatorato di Roma. La III Divisione è un campionato giovanile, riservato alle categorie Allievi (obbligatoria la partecipazione per le società di Divisione Nazionale e di I Divisione) e Ragazzi. L’Ostiens, vince tra gli Allievi, mentre la Lazio B fa suo il campionato Ragazzi. Sui comunicati ufficiali di fine stagione compare la convocazione di una Rappresentativa di I Divisione, affidata a Luigi Fazi.

Affiliarsi alla F.I.G.C. e non partecipare ai campionati diventa quasi una consuetudine nella seconda metà degli anni Trenta. L’intento delle società è quello di vincolare i giocatori e prendere parte esclusivamente ai tornei, che garantiscono meno impegno e spese meno onerose. Il Direttorio XI Zona, però, non gradisce questo comportamento e così, sul Comunicato numero 1 pubblicato ad inizio della stagione 1937-38, specifica che “le società federali e della Sezione Propaganda, per essere considerate attive, devono partecipare ai rispettivi campionati. Non sarà autorizzata la partecipazione a tornei, anche se misti (Figc – S.P.) se le società non partecipano o non hanno partecipato ai campionati”. Una clausola che vale anche per i tornei estivi, e che in breve garantisce un aumento del numero delle squadre partecipanti ai campionati, soprattutto quelli della Sezione Propaganda.  L’incremento dell’attività e del numero delle squadre, spinge il Direttorio (composto dal presidente Tedeschi, dal segretario Ramoni e dai consiglieri Saraceno, che prende il posto di Giuseppe Fois, Ettore Marucci, Giuseppe Bartoli e Romolo Dominici, che lascerà l’8 marzo del ’38 ad Eugenio Tinelli, e dal fiduciario C.I.T.A. Guido D’Atri) a istituire per la prima volta la Coppa XI Zona, l’attuale Coppa Italia regionale. Il primo torneo lo vince La Disperata di Roma, che in classifica precede per differenza reti (non c’è ancora la formula dell’eliminazione diretta) il Segrè di Tivoli, che diventerà Cartiere Tiburtine, la Stefer di Roma e la Civitavecchiese. Nel corso della stagione, Adolfo Ramoni viene nominato commissario straordinario del Direttorio Romano e Romolo Dominici presidente del Direttorio Castelli Romani.

[gn_dropcap style=”1″ size=”3″]A[/gn_dropcap] fine stagione, in coincidenza con la seconda vittoria nella Coppa del Mondo dell’Italia e con l’inizio del quarto decennale dell’attività federale, la presidenza della F.I.G.C. concede un condono di due anni delle punizioni disciplinari a tempo. Sempre a fine stagione, e precisamente l’8 agosto del 1938, il fascismo impone al Direttorio e alle società federali il rispetto di alcune regole piuttosto singolari, come quella che decide che “per disposizione superiore si avverte che, lettere e telegrammi non redatti in stile fascista devono essere cestinati senza eccezione alcuna. Pertanto le lettere debbono essere redatte in termini più brevi possibili, col VOI o col TU, escludendo il Lei, i saluti, ed egr., ill.mo, ecc.. Dopo l’arrivo di Eugenio Tinelli al posto di Romolo Dominici, nel luglio del 1938 c’è un altro cambio nel Direttorio XI Zona. Accanto al presidente Tedeschi continuano ad esserci Guido Saraceno, che torna  a fare il segretario (Romani diventa invece delegato della Sezione Propaganda), Guido D’Atri, fiduciario degli arbitri, e Marucci, ma a Sebastiano Avvenuti Batoli, il 21 ottobre del ’38 si sostituisce Francesco Alberti.

Sul piano sportivo, nella stagione 1938-39 è ancora fissata a 400 lire la quota d’iscrizione alla I Divisione (200 per la II Divisione) campionato che registra un caso Fortitudo Nova, società ammessa al campionato dopo aver presentato reclamo contro la sua esclusione a causa della ritardata presentazione della domanda di iscrizione della società che qualche tempo prima era stata protagonista di una querelle con la SGS Fortitudo sulla paternità del nome. Il campionato è vinto dalla Roma II, sulla Mater II e l’Alba, terza classificata ma prima delle società di I Divisione e quindi promossa in serie C. La II edizione della Coppa XI Zona, divisa in un tabellone per gli adulti ed uno per i Ragazzi, viene vinta dalla Lazio, che chiude all’insegna dei colori olimpici gli anni Trenta. L’Alba Roma è la vincitrice tra i Ragazzi. A metà dicembre, lo sport italiano riceve una disposizione embleatica del periodo che l’Italia si avviava a vivere. Le società, per disposizione del C.O.N.I., sono costrette ad aggiungere una postilla di stampo razziale nei propri statuti sociali: “Condizione indispensabile per poter essere soci delle società è l’appartenenza alla razza ariana”.

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