Piccone, un poker d’altri tempi

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Federico Piccone con la maglia della Vigor Perconti
Federico Piccone con la maglia della Vigor Perconti

L’esordio in Promozione bagnato da una quaterna. Un bell’esordio, anzi ottimo, per Federico Piccone, classe 93, calciatore della Vigor Perconti che domenica scorsa ha infranto un muro, quello di esordire in campionato segnando così tanto. Studente universitario alla Sapienza di Roma (“sono al terzo anno del corso di ingergneria gestionale”, spiega), Federico è tornato la stagione scorsa alla Vigor, dopo metà stagione al Cynthia 1910, in quarta serie.

Un passo indietro, per qualcuno, ma non per Federico che nel calcio ci sta (anche volentieri) ma senza correre appresso a illusioni o sogni. “Preferisco studiare che correre appresso ad altre cose”, spiega quasi a sorpresa, rivelandosi quasi un’eccezione in un mondo fatto di regole. “Non sono tifoso di nessuna squadra e il calcio mi piace solo giocarlo, non guardarlo in televisione”, fa sapere il giovane attaccante. Parole che per un ventunenne suonanon fuori dalla norma.

Alto poco meno di due metri (1,96 centimetri per l’esattezza), Federico è stato campione d’Italia Juniores con la Vigor Perconti nel 2011-12. “Un bellissimo anno, in cui segnai venti reti in una stagione. L’anno scorso, invece, in Prima Categoria mi sono fermato a 10”. Quest’anno, in Promozione, è già partito da +4. “E’ la è prima volta che mi accade, devo dire che è stata una bella sensazione, anche se ho potuto provarla perchè alle spalle ho una bella squadra, che gioca facendo gruppo e con i singoli. L’altezza? Certo, contribuisce perché domenica ho fatto due gol di testa, ma non è la sola qualità tecnica che ho”.

A proposito di qualità, Federico amerebbe farle crescere con un’esperienza all’estero. “Sì, ma conciliando studio e calcio. Ecco, mi piacerebbe andare in una di quelle università americane, ma andrebbe bene anche europea, dove lo sport viaggia di pari passo con la formazione scolastica”. Che Piccone sia un ragazzo fuori dal comune lo dimostra anche l’ultima frase, quella che riporta ad un passato che vasempre è più sbiadendosi. “Le amicizie? Preferisco coltivarle di persona, piuttosto che cercarle su facebook”.