mercoledì, 24 Aprile 2024

I PROTAGONISTI

STAGIONE 2006-2007: BASSANO ROMANO E LUPA FRASCATI

Una formazione del Cecchina 2006-2007
Stefano Iannotti esulta dopo un gol con il Ciampino
La Lupa Frascati del 2006-2007
L’esultanza del Bassano Romano per aver vinto il campionato
Claudio Fazzini viene portato in trionfo dai giocatori
La rosa dell’Aprilia 2006-2007
Una formazione del Torrenova 2006-2007
Una formazione dell’Artena 2006-2007
Il Corsport annuncia la conclusione del caso Frascati

LE CLASSIFICHE FINALI

GIRONE A

GIRONE B 

PUNTATE PRECEDENTI

La stagione 2006-07 segna l’introduzione, per la prima volta nella storia del campionato, dei play-out per la retrocessione in Promozione. La formula adottata dal Comitato Regionale è quella ampiamente sperimentata nei campionati di serie C, con le ultime due che scendono direttamente di categoria, e altre quattro squadre che invece si giocano in un doppio confronto di andata e ritorno il posto nel principale campionato regionale. Resta la possibilità, per le terz’ultime e quart’ultime classificate dei due gironi, di essere inserite nella speciale graduatoria per i ripescaggi che ogni fine stagione viene predisposta dal Comitato in base ai risultati acquisiti durante la stagione.

L’introduzione dei play-out chiesta dalle società, che per la verità spingono anche per l’adozione dei play-off per l’accesso agli spareggi-promozione tra le seconde classificate di tutta l’Eccellenza, allarga la fascia delle squadre coinvolte nella corsa della parte bassa della classifica. Cresce, di conseguenza, l’interesse per il campionato e si rafforza l’idea di  regolarità del campionato stesso. Che il presidente del Comitato Regionale, Melchiorre Zarelli, è “costretto” a ridisegnare come mai aveva fatto prima. L’Aprilia, retrocessa d’ufficio in Eccellenza dopo essere stata ad un soffio dalla promozione in C2 per l’aggressione ai giocatori del Monterotondo nell’ultima gara del precedente campionato di serie D, dev’essere infatti inserita nel girone settentrionale per la necessità di trovare diciassette campi neutri su cui il club pontino deve giocare le proprie gare interne per scontare una lunghissima squalifica del proprio campo di gioco. L’Aprilia è spesso ospite a Roma, sul campo dell’Urbetevere, ma anche a Nemi, con un continuo giocare in trasferta che alla fine incide sul rendimento della squadra che, a dispetto delle ambizioni manifestate alla vigilia, deve accontentarsi del quarto posto finale.

L’IMPERO ROMANO AL SUD

Sono comunque le squadre di Roma a fare da spartiacque nei due gironi. Nel gioco dell’alternanza voluto dal Comitato Regionale, tocca all’Impero Romano finire nel raggruppamento Sud. Il club, nato quasi per gioco in Terza categoria, in una sola stagione compie il triplo balzo dalla Seconda all’Eccellenza. Lo fa rilevando il titolo del San Filippo Neri di Antinori, a sua volta subentrato qualche anno prima al Tanas Casalotti. L’Impero si presenta ai nastri di partenza con grandi ambizioni e progetti megagalattici, che sono soltanto abbaglio per i più creduloni. Televisioni, giornali e media celebrano l’arrivo di un magnate (o presunto tale) americano, che mette a capo della nuova struttura una donna d’affari molto ambiziosa, Francesca Tenti.

La società vuole trasformare il club in una specie di grande fratello del calcio, ma il salto dalla Terza categoria all’Eccellenza è proibitivo. Vengono tesserati giocatori di primo piano, a cui vengono fatte grandi promesse che ben presto non vengono onorate. Senza rimborsi l’Impero Romano crolla: i giocatori si ammutinano e lasciano sola la presidentessa Tenti, colpevole di non voler rivelare il nome del magnate americano che avrebbe alle spalle. Si ribellano anche i genitori (e non solo) delle squadre giovanili, che non accettano di vedere sparire la società. L’americano fatica a materializzarsi e soltanto quando il ritiro dal campionato sembra inevitabile, piomba nella sede del Comitato insieme ai suoi legali per salvare il salvabile. La società non sparisce, ma la squadra non può evitare il tracollo. Iniziato con la partenza di numerosi giocatori e concluso con la presenza, in campo, dei soli giocatori della squadra juniores e di qualche altro calciatore ripescato qua e là, che profondono impegno e buona volontà e arrivano anche a pagarsi di tasca propria alcune trasferte. La retrocessione è inesorabile, con ventisei sconfitte totali, di cui sedici di fila a cavallo tra la metà del girone d’andate e quello di ritorno, in cui ottiene appena due punti, frutto di due pareggi casalinghi.

LA FAVOLA È IL BASSANO ROMANO

La favola che doveva essere l’Impero Romano, alla fine diventa il Bassano Romano, espressione calcistica di un paese di quattromila abitanti. La squadra rossoblù, nel girone A mette in fila tutti, arrivando per la prima volta nella sua storia alla serie D. A cui, nei diciassette campionati di Eccellenza, soltanto altre tre squadre viterbesi (Civita Castellana, Fortitudo Nepi e Sorianese) erano arrivate per via diretta. Il presidente del club è Paolo Tagliolini, ex difensore dell’Astrea, che dopo due campionati d’assestamento decide di tentare il grande salto verso il campo nazionale. Per farlo, si affida ad un suo collega di lavoro, nonché tecnico esperto del campionato. Si tratta ancora di Claudio Fazzini, che al suo fianco ha il diesse Gigi Coni. Insieme costruiscono una squadra in grado di superare tutti gli ostacoli, rimontando una partenza non proprio sprint. Nel corso dell’estate arrivano “pezzi da novanta” come Chianelli, l’esperto Alessandro Belardi, il giovane Proietti (ex Lazio), l’argentino Basualdo, oltre a Palombini, Merelli e Fabio Adornato, uno che di campionati ne ha già vinto qualcuno ma che finirà la stagione a Soriano al Cimino.

A dire il vero – rivela Claudio Fazzinipartimmo soltanto con il proposito di ben figurare in campionato. L’inizio fu buono, ma ci fu un periodo nero che portò la società a ridimensionare tutto l’ambiente e a mandare via alcuni giocatori. Sembrava la volontà di gettare la spugna e invece si rivelò una mossa vincente, perché da quel momento la squadra conseguì ventiquattro risultati utili consecutivi che ci consentirono di arrivare alla promozione. Per me si trattò di un anno difficile, perché tornavo in panchina dopo due stagioni in cui avevo lavorato come osservatore per Messina e Genoa. Non fu quindi facile, riadattarmi al mondo dei dilettanti”.

L’APRILIA A BILOTTA

In agosto sono altre le squadre, rispetto al Bassano, che progettano propositi di vittoria. Si tratta dell’Aprilia, affidato a Bilotta e che vuole subito tornare in quarta serie; della solita Civita Castellana, a cui patron Ciappici cambia denominazione, mandando in pensione lo storico “Pool Industrie” per farlo diventare Calcio Flaminia, in onore del principale sponsor del club viterbese, che in panchina ha Carlo Fantera, tecnico che paga la scarsa esperienza nella categoria; del Ciampino del presidente Adriano Ventucci, che inzialmente conferma il tecnico del ritorno in Eccellenza, Lorenzo Calabria, ma dopo sole quattro giornate chiama a guidare i rossoblù Pasquale Camillo, un’istituzione dalle parti dell’aeroporto; e del Pomezia, che non bada a spese per puntare all’obiettivo finale.

Sulla panchina rossoblù arriva un nome di grido, Mauro Bencivenga, ex giocatore della Roma e già allenatore delle giovanili giallorosse. A volerlo è Mario Santececca, direttore sportivo che ha appena lasciato l’Almas Roma per divergenze con la dirigenza. Il Pomezia mette su una squadra niente male, sostanza e fantasia uniti grazie ai nomi di Emiliano Quadrini, Corrado Zanchi, Emiliano Donninelli e Fabio Cortani. Nel gruppo arrivano anche un paio di argentini e quel Di Matteo piccola star televisiva con il Cervia. Il Ciampino, invece, punta su un gruppo di giocatori esperti, quali sono il bulgaro di origini russe Krassimir Bogdanov, reduce da una deludente stagione ad Artena ma vecchia conoscenza di Camillo ai tempi della Roma VIII; poi Gabriele Di Donato, Simone Santoni e Fabio Pacetti.

UN’ALTRA RETROCESSA

Il girone A si presenta al via con caratteristiche di particolare durezza, perché anche la Sorianese di Pier Paolo Lauretti, altra retrocessa dalla serie D, sembra voler dire la sua. E’ un fuoco di paglia, quello del club rossoblù, perché la squadra finisce per scontare la propria presunzione. Altro che serie D: la squadra si salverà soltanto ai play-out superando il Centro Italia, che a sua volta sarà poi ripescato. Sia pure a bassa voce, c’è pure l’Almas Roma di Fabrizio Durante che dice di volerci provare di nuovo, anche se l’impresa non gli riuscirà neppure in questa stagione.

Il campionato di Eccellenza è intanto diventato sempre più giovane per l’obbligo di schierare gli under 18 imposto dal Comitato Regionale Lazio. I “vecchietti” tuttavia fanno sentire il proprio peso sul campionato, con Giancarlo Carrettucci, prima con il Civita Castellana e poi con il Sabinia, e Alessandro Cordelli (Ladispoli) che si distinguono durante la stagione per i gol messi a segno nonostante i quarant’anni già superati. A vincere la classifica dei cannonieri sarà però il pometino Corrado Zanchi (23 reti), seguito a ruota dal bassanese Luca Pirillo (20).

IL SETTEBELLO DEL CIAMPINO

La partenza del campionato è quella che tutti si aspettano: Ciampino, Pomezia, Civita Castellana e Aprilia danno subito l’imprimatur al girone, mentre il Bassano Romano di  Claudio Fazzini ha qualche difficoltà a far quadrare il cerchio e sopire qualche segnale di nervosismo. Ad ottobre scoppia anche un parapiglia tra giocatori in campo e in tribuna tra tifosi, dopo la sconfitta interna (3-2) con il Ladispoli. A novembre arrivano altre tre sconfitte di fila, ma la società fa comunque quadrato intorno a Fazzini, a cui viene rinnovata la fiducia. Una decisione che si rivela giusta nel momento in cui Pomezia è la squadra più regolare e a dicembre si accredita come la candidata numero uno al passaggio in serie D. Il Ciampino, invece, dopo quattro pareggi di fila nelle prime quattro giornate, cambia tecnico e inizia a volare. Torna a giocare sul proprio campo (rifatto il fondo in sintetito) e infila ben sette vittorie consecutive, che portano la squadra a braccetto del Pomezia.

E’ a gennaio, che il Bassano Romano inizia ad affacciarsi nella parte alta della classifica, mentre il Pomezia fa meglio del Ciampino, sconfitto a Ladispoli 2-1, e balza in testa alla classifica. La squadra rossoblù batte l’Aprilia con le reti di Basualdo e Berardi, e si piazza al secondo posto, portandosi a due punti dal Pomezia. “La carta vincente di questa rincorsa –  spiega il diesse Gigi Coni –  è la fiducia nei confronti del tecnico e nei giocatori che non è mai venuta meno. Nei momenti meno favorevoli non ci siamo fatti mai prendere la mano dalla voglia di cambiare”. Il premio alla costanza della società arriva alla venticinquesima giornata, quando si concretizza il sorpasso nei confronti del Pomezia. Il Bassano vince contro il Centro Italia e centra l’ottavo successo consecutivo, mentre la capolista va ko in casa del Divino Amore. La sconfitta costa il posto a Bencivenga, sostituito dal tecnico della juniores Daniele Scarfini. Il Pomezia è comunque in crisi e la domenica successiva in casa con il Civita Castellana arriva un pareggio (2-2) per niente propiziatorio. Quando mancano cinque giornate dalla fine, il Bassano Romano allunga il passo e anche il Ciampino beneficia del mezzo passo falso casalingo del Pomezia, riguadagnando la seconda posizione. Le ultime giornate non cambiano le situazioni di classifica, confermando l’arrivo di Bassano Romano, Ciampino e Pomezia in quest’ordine sotto lo striscione finale. Il presidente Paolo Tagliolini celebra così “il successo di una piccola realtà che resterà nella storia non solo del calcio locale, ma anche di quello regionale. A conferma che nello sport contano progetti e uomini ancor prima dei soldi”.

LA VICENDA LUPA

Nel girone B, invece, sono i veleni ad impossessarsi del campionato. Le vicende societarie della Lupa Frascati, appena retrocessa dopo una disastrosa annata in serie D, innescano una serie di polemiche e vicende giudiziarie che rischiano di sconvolgere tutto il calcio laziale, aprendo anche le porte ad una possibile crisi istituzionale nel Comitato Regionale Lazio. All’origine della vicenda, c’è il passaggio di consegne tra la vecchia proprietà del Frascati, formata dal duo Zanera-Coppitelli, alla nuova società, facente capo prima al commercialista Giancarlo Romani e poi all’imprenditore Paolo Cimini. Tra le due parti scoppia una furibonda lite per via di alcune pendenze economiche non onorate, che farebbero pensare anche ad un’irregolarità nell’atto di iscrizione al campionato della Lupa Frascati.

La Roma VIII, primo dei club non ripescati in estate dopo la retrocessione sancita dal campo, è la prima a protestare, chiedendo il posto in Eccellenza della Lupa Frascati. La vicenda, tra denunce più o meno anonime, arriva sul tavolo della Procura Federale a conclusione di un tira e molla verbale che dà adito a forti polemiche. L’estate, che porta in Eccellenza Diana Nemi e Superiride La Rustica, prime nella speciale graduatoria dei ripescaggi, trascorre tra sussurri e grida ma in Comitato Regionale si va avanti nella convinzione che l’iscrizione della Lupa Frascati sia perfettamente regolare.

I giallorossi castellani sono allenati da Mario Apuzzo, tecnico con una grande forza di carattere, “prestato” dalla Cisco Roma. All’8 Settembre, oltre al tecnico, ci sono anche parecchi calciatori della società romana, capaci già in avvio di campionato di fare la differenza sul terreno di gioco: Antonio Bernardi, Michele Petroccia e Stefano Gioacchini sono calciatori che consentono alla Lupa di avere i favori del pronostico rispetto a Cynthia, Terracina e Gaeta, le altre squadre che sbandierano ambizioni di promozione. Così, a dispetto delle vicende giudiziarie e federali (che si concludono con un’assoluzione per tutti) la Lupa Frascati percorre subito di gran carriera la strada per il ritorno in serie D e per oltre metà campionato è leader assoluta del girone, inanellando vittorie su vittorie e senza conoscere il dispiacere della sconfitta. La sua forza è straripante sia in casa che fuori, con una qualità tecnica che alla lunga paga sul piano dei risultati.

CYNTHIA E GAETA CI PROVANO

Soltanto nella seconda metà della stagione Cynthia e Gaeta, che a fatica restano a breve distanza dalla capolista, danno l’impressione di poter mettere in difficoltà il Frascati sbarrandogli il passaggio di categoria. A favorire il riavvicinamento, l’inevitabile calo fisico della capolista, che sul piano psicologico avverte il peso dell’inchiesta Federale. Stefano Palazzi, il procuratore, chiede una forte penalizzazione per la società e chiede di mandare a processo davanti la Caf non solo i dirigenti del club ma anche il vertice del Cr Lazio. Il duello a distanza tra Frascati e Cynthia si alimenta di polemiche e veleni, perché in molti, dando fondo alle illazioni durante tutta la vicenda, vedono anche la mano del club di Genzano dietro le vicende giudiziarie della Lupa. Sul campo, però, i giallorossi ribadiscono di essere i più forti, vincendo il confronto diretto sia in casa del Cynthia che all’8 Settembre. Dal Gaeta di Marco Ghirotto prima e Davide Palladino poi, arrivano invece gli schiaffi più dolorosi per la Lupa, che si vede togliere quattro punti su sei dai pontini. Prima con il due a due a Frascati e poi nel ritorno con il 3-1 del Riciniello. Il Gaeta è così l’unica squadra a restare imbattuta con la Lupa.

La soluzione del caso Lupa Frascati arriva quando il campionato ha già preso una piega evidente. La Caf (Commissione d’Appello Federale) respinge le richieste del Procuratore Stefano Palazzi, mandando tutti assolti perché il fatto non sussiste. Una vittoria del presidente Zarelli, che sin dall’inizio della vicenda andava sostenendo la regolarità delle procedure adottate. L’assoluzione dà al Frascati l’ultima spinta per conquistare in anticipo il ritorno in serie D, celebrato mostrando una maglia celebrativa dai toni ironici. Il Gaeta, dopo aver impedito alle proprie squadre giovanili di scendere in campo in segno di protesta contro alcuni arbitraggi, a suo dire penalizzanti, scivola nel rush finale, quando cede al Cynthia il diritto a giocare i play-off promozione.

CYNTHIA AGLI SPAREGGI NAZIONALI

Nell’ultima e decisiva gara i pontini perdono inaspettatamente sul campo della Vjs Velletri, squadra bisognosa di punti per evitare i play-out; mentre il Cynthia fa in pieno il suo dovere conquistando i tre punti che le consentono di accedere agli spareggi-nazionali. Sfruttati benissimo dal club castellano, che dopo aver superato prima il Notaresco e poi l’Asolo Fonte, ritrovano la serie D già vinta nel primo anno di vita dell’Eccellenza. Niente salto di categoria, invece, per il Ciampino, già fuori dai play-off nel primo turno per mano della squadra sarda del Budoni.

Nella stagione vengono giocati i primi play-out della storia dell’Eccellenza. Nel girone A tocca a Sorianese-Centro Italia e Fregene-Torrenova dare vita a questa appendice al campionato. Nel girone B, invece, gli accoppiamenti mettono di fronte Colleferro-Nettuno e La Rustica-Fondi. Tutte e quattro le gare non offrono spettacolo, mostrando invece tanto nervosismo e tensione. In particolare, tra Colleferro e Nettuno (doppio zero a zero che premia i primi in virtù della migliore posizione in classifica) l’incontro finisce nel peggiore dei modi, con una mega rissa che costa, oltre a delle pesanti squalifiche sportive, l’applicazione del Daspo, il dispositivo giudiziario che impedisce l’accesso agli stadi per tre anni, a cinque calciatori: tre del Colleferro e due del Nettuno.

“E’ vero che è stata una partita dura, ma nessuno poteva prevedere un epilogo del genere – ricorda Franco Pagliarini, il tecnico di quel Colleferro -. La nostra è stata un’impresa perché nella gara di ritorno, giocata sul nostro campo, per sessanta minuti siamo rimasti in dieci uomini e non aver preso gol è dunque stato un vero miracolo. Ma durante la partita non ci sono stati motivi o i presupposti perché nel finale accadesse il finiomondo”. Che sarebbe stato originato dai festeggiamenti dei giocatori del Colleferro sotto la tribuna dei tifosi. La squadra rossonera si gode comunque una salvezza che a ad un certo punto della stagione sembrava una chimera.

La società commette infatti l’errore di esonerare Franco Pagliarini, salvo poi richiamarlo dopo alcune settimane perché Giuseppe De Paolis non migliora le cose in casa rossonera. D’altronde il rapporto tra il tecnico romano e l’imprenditore Mandova, proprietario di alcune multisale cinematografiche, è spesso contrastato. L’allenatore, che lega il suo nome a quello della società casilina per numerosi anni, entra ed esce più di una volta dalla porta dello spogliatoio rossonero, a cui comunque regala momenti di buon calcio. A conclusione dei play-off, oltre al Nettuno retrocedono anche La Rustica, Centro Italia e Torrenova. Che vanno a fare compagnia ad Impero Romano, Anitrella, Sabinia e Corneto Tarquinia.