Il Presidente Zarelli: “Allargare i format unica strada percorribile”

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Il prresidente del CR Lazio, Melchiorre Zarelli (foto crlazio)

 

Il Presidente del Comitato Regionale Lazio spiega i motivi che hanno dettato la necessità di riformare i format dei campionati per la stagione 2020/2021.

“La riforma dei campionati messa in atto dal Comitato Regionale Lazio ha suscitato, oltre ad ampi consensi, una serie di perplessità in una parte degli addetti ai lavori, che sono sfociate in alcuni commenti che si sono avvolti in una spirale di considerazioni poco pertinenti con il momento di emergenza che ha generato la riforma.

Nel rispetto assoluto dei pareri altrui, e comprendendo che non tutti possono avere l’esatta conoscenza e percezione della situazione venutasi a creare, il Comitato Regionale ritiene di dover sottolineare che la strada dell’allargamento dei gironi in Eccellenza, Promozione e in altri campionati giovanili era la migliore percorribile per dare vita alla ripresa delle attività. E che questa non è una “volontà di fare cassa”, insinuata da alcuni, visto che quest’anno il costo per i diritti di iscrizione ai campionati sarà inferiore a quello della stagione da poco conclusa.

Sono i semplici numeri, prima ancora che le difficoltà che si stanno affrontando a causa dell’emergenza Codvi-19 e del conseguente blocco improvviso di tutta l’attività della stagione 2019-2020, ad aver indicato le soluzioni assunte dal Consiglio Direttivo. Viste le determinazioni assunte dal Consiglio Federale e dal Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti (promozione delle prime classificate di tutti i campionati e retrocessione dell’ultima classificata solo nel campionato di Eccellenza) ci siamo infatti trovati, noi come altri Comitati sul territorio italiano, nella condizione di avere organici allargati oltre i numeri stabiliti dai precedenti format.

In Eccellenza, campionato che sta suscitando il dibattito più acceso, ci siamo trovati davanti a un organico di 40 squadre aventi diritto a partecipare (4 retrocesse dalla serie D, 4 promosse dalla Promozione a fronte di sole 4 uscite: 2 promosse in D e 2 retrocesse in Promozione); organico che in realtà è di 41 squadre, essendoci nel girone D della Promozione un pari merito al primo posto che, per rispetto dei valori di merito, doveva essere premiato con un’ammissione in Eccellenza.

Con 41 squadre aventi diritto, pertanto, pensare di affrontare senza pesanti conseguenze economiche e logistiche una stagione che è ancora da definire, sia nelle date di partenza che di svolgimento (c’è da sottolineare che il Governo non ha ancora dato il via libera alla ripresa delle partite che non siano quelle di A, B e C) con due gironi uno da 20 e un altro 21 squadre era davvero difficile.

Era quindi necessario trovare soluzioni che alleggerisse la stagione, e non che la rendesse un fardello pesante da portare per tutti i protagonisti, con turni infrasettimanali e un numero elevato di trasferte da affrontare in un arco di tempo inferiore a quello tradizionalmente a disposizione. 

Da qui nasce la scelta di portare a tre i giorni dell’Eccellenza, riducendo il numero di squadre per ogni girone a 16 unità. Numero che mette al riparo da eventuali turni infrasettimanali e consente di ridurre il numero delle trasferte, fossero anche sole due, oltre che le distanze chilometriche da percorrere, tema molto “sentito” nelle precedenti stagioni.

In quanto ai valori tecnici da taluni sollevati, ai nostalgici posso ricordare che negli anni 90, prima che arrivasse l’Eccellenza, la Promozione del Lazio (il principale campionato regionale) era articolata su tre gironi da 16 squadre. Basta sfogliare qualche almanacco, rileggere alcuni giornali o rispolverare qualche fotografia per far riemergere l’immagine di impianti di gioco pieni di gente entusiasta o di uno stadio Flaminio stracolmo in occasione dei play-off promozione a tre squadre.

Nessuno, allora come oggi, considerava la condizione dei tre gironi penalizzante per l’espressione dei valori tecnici tanto invocati. Questi vengono stabiliti esclusivamente dal campo, al quale spetta ogni considerazione, e non certo dal format su cui si articola il campionato. Se poi, attraverso quest’ultimo aspetto, si vogliono mascherare altre considerazioni di convenienza, queste non possono e non devono appartenere al Comitato Regionale Lazio”.