Fiumicino, ecco la scuola calcio

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Giocare per la propria squadre del cuore? Non ha prezzo. Il nuovo corso del settore giovanile dell’Asd Fiumicino Calcio 1926 l’ha fatto sul serio. Prezzi stracciati, al minimo sindacale, e un obiettivo: forgiare l’uomo prima del campione. E così è arrivato il nuovo Garbaglia ristrutturato nel nome di Simone Costa. È arrivato il nuovo staff, capitanato dal navigatissimo Massimiliano Di Giulio, un signore dello sport. Ed è arrivato il tempo dei piccoli campioni, presentati uno per uno davanti a una gradinata piena zeppa

La scuola Calcio dell’Asd Fiumicino Calcio 1926: eccola qui. Uno dietro l’altro, bandiera italiana bella in vista. Inno di Mameli a squarciagola. Uno spettacolo: “È un’emozione incredibile” sorride Massimiliano Di Giulio, colui che patron Munaretto ha voluto al timone di questa avventura. Il primo obiettivo è stato raggiunto: quota cento iscritti superata. Ora rimane il secondo: dare la possibilità a chi non ce l’ha. “Grazie al contributo dell’associazione We Love Simone abbiamo organizzato un mercatino dell’usato per raggiungere una quota d’iscrizione per cinque bambini che purtroppo non posso permetterselo”. Il risultato: tre ragazzi con difficoltà si iscriveranno lo stesso, senza pagare un centesimo. “E ora faremo di tutto per coinvolgere anche gli altri due”. Prima l’uomo e poi il campione. Anche questo è un segno.

Un sogno che diventa realtà. Il Fiumicino Calcio 1926 rischiava diperdere la cosa più bella: i propri giovani. Patron Munaretto insieme a una squadra di irriducibili c’ha messo cuore e impegno. E i risultati sono arrivati: “Abbiamo tantissime richieste – afferma Di Giulio – e questo grazie al restyling dello stadio Garbaglia, ma anche alla professionalità e alla voglia dei nostri istruttori. L’idea che i ragazzi non siano un business sta dando i suoi frutti. Vogliamo creare prima gli uomini, prima i campioni della vita e dopo i campioni sul campo”.

“Ci hanno accusato di fare tanto sociale e poco calcio, non sono d’accordo, ma se anche fosse va bene così – spiega il patron, Simone Munaretto -. Abbiamo un’idea chiara in testa. Vogliamo ripartire da un concetto, che è quello dello sport come aggregazione. Far emergere i valori dello sport. Per questo abbiamo scelto di tenere bassi i costi per chi si avvicinerà al settore giovanile del Fiumicino Calcio, per questo eviteremo gli sprechi inutili, per questo eviteremo di pensare ai bambini come a un business ma come a delle persone sulle quali abbiamo grandi responsabilità, prima di tutto educative. Lanciare un messaggio alle nuove generazione, che in un’idea di calcio, nell’appartenenza ad una maglia e a una città possono trovare gli stimoli giusti per capire chi sono, da dove vengono e scegliere così dove vogliono andare. Troppo spesso ci si dimentica che lo sport è anche questo, lezione di vita”.